Riflettete,
voi Belle che vi credete chissà che, su quanto sia
liberatorio…
specchiarsi
il minimo sindacale, per dedicare il tempo residuo ad attività più redditizie.
Accontentarsi
di uno così così, tenerselo per tutta la vita senza la pena di perseguire
l’impossibile, che tanto al peggio come al meglio non c’è fine.
Non
essere patite dello shopping, se qualsiasi
cosa indossi non figura, e incrementare i risparmi in banca.
Non
caracollare sul tacco dodici tutto il giorno per mantener “alta” la media.
Non
subire molestie da cugini sporcaccioni o amici di famiglia con inclinazioni alla
pedofilia, né dover depistare attenzioni appiccicose sul posto di lavoro e
restare disoccupate.
Superare
se stesse in ingegno e simpatia e conquistare con più gloria la vetta del
successo.
Prendersi
la rivincita su Madre Natura quando, invecchiando, nessuno s’accorgerà della
differenza e mai potrà commentare “ma hai
visto come s’è sciupata ?”.
Invece
voi, “poverine”, attrici più o meno riuscite, che la disgrazia di essere Belle ha costretto
a piegare la virtù alla necessità di far
carriera in fretta, con tutta la concorrenza che c’è in giro, magari
consumandovi le ginocchia sotto qualche potente scrivania, rivendicate anni dopo il giusto riscatto dall’onta che
non si cancella.
Oh,
anime candide… la mamma non vi aveva messe in guardia dai luponi danarosi e potenti oppure,
come talvolta è accaduto, non vi ha accompagnato in qualche anticamera, “perché ragazza mia, è così che va la vita”?.
Il
successo è sempre oscurato dal sospetto di aver percorso scorciatoie, ma solo le più brave e intelligenti possono
farcela, uno scambio ad armi pari quando si può scegliere. Alcune di queste sono persino riuscite a farsi sposare, e
quelle sì sono le vere artiste che non hanno perduto l’occasione di tacere.
“L’uomo è debole di cavallo e la donna lo sa”
ma generalizzare è sempre stupido: ci sono uomini e donne cui riconoscere
indubbie qualità morali e per fortuna sono la maggioranza, ma sarebbe disonesto ignorare che su quella certezza noi donne ci siamo garantite per secoli la
sopravvivenza, se non il raggiungimento d’un invidiabile ruolo sociale,
servendoci della seduzione. E questo le ipocrite tardo-femministe commentatrici
scandalizzate, magari “figlie di” o “presentate da”, dovrebbero ogni tanto
ricordarlo.
- L u p on e -
All’ignara fanciulla
sta sempre in agguato,
come antica novella
un lupon spelacchiato
che cangia sembianza,
vero camaleonte,
mostrando due facce
qual Giano bifronte.
La prima t’appare
di saggezza segnata,
giardini di parole
dalla bocca incantata:
quando men te l’aspetti
un’insidia fatale...
appar la vera faccia
d’intellettual maiale