Laura
Bombonato, allieva e pupilla di Ronconi, alla voce, e Silvia Belfiore,
musicista di fama europea, al pianoforte, sabato 11 febbraio 2016, per
festeggiare S.Valentino, alla sala Ferrero del Teatro Comunale di Alessandria,
hanno rappresentato LUSSURIA, la carnalità dal punto di vista femminile, avvalendosi
di brani e poesie di sicuro valore letterario e di pezzi pianistici ugualmente
meritevoli di essere ascoltati. Lo spettacolo è vietato ai minori di 18
anni. Sala strapiena, applausi fragorosi.
Allora propongo una poesia
erotica di Umberto Saba, il cui punto di vista è decisamente maschile, poesia
che è una delle più belle del suo “Canzoniere”, con il mio commento
dettagliato. La poesia non ha titolo.
Ecco il
testo; la poesia non ha titolo.
Nuda
in piedi, le mani dietro il dorso,
come
se in lacci strette
tu
gliele avessi. Erette
le
mammelle, che ben possono al morso
come
ai baci allettar. Salda fanciulla
cui
fascia l'amorosa
zona
selvetta ombrosa
vago
pudore di natura. Nulla,
altro
ha nulla. Due ancora tondeggianti
poma
con grazia unite
pare
chiamino il mite
castigo
della fanciullezza. Oh quanti
vorrebbero
per sé ai miei occhi il lampo
del
piacere promesso
che
paradiso è spesso,
e
più spesso è l'inferno senza scampo.
Poiché
i sessuologi sostengono che la donna ha un immaginario erotico più ampio
di quello dell'uomo (non so: dipende da quale uomo, forse), proverò a
commentare la poesia da un punto di vista maschile.
L'autore
(chi se lo sarebbe aspettato?) è Umberto Saba: serie "Fanciulle"(1925)
del suo “Canzoniere”. Doveroso premettere che per fanciulle Saba
intende giovani donne piuttosto sviluppate.
Quattro
strofe, con due endecasillabi e due settenari ciascuna. Rima incrociata:
AbbA CddC EffE GhhG. Una fila di enjambement (quando la
frase non finisce nel verso ma continua nel verso successivo)
ininterrotta, perfino tra una strofa e l'altra. Tutte le frasi sono
iperbati, molte col soggetto in fondo, per creare la solita sintassi complessa
che si contrappone al lessico semplice: è lo stilema di Saba poeta. L'effetto di
siffatta scelta metrica è una lettura diremmo tutta d'un fiato, priva di
interruzioni. Al massimo richiede una breve pausa nei 4 versi spezzati al
proprio interno dal punto.
Si tratta di
un continuum: il poeta guarda la fanciulla nuda, percorrendola con
l'occhio dall'alto verso il basso, indugiando a lungo dove merita indugiare, e
la sua eccitazione cresce (e vorrei vedere: pensate a una ragazza triestina
dalla pelle chiara, morbida, vellutata, viso luminoso, con le fossette, occhi
cerulei, sorriso accattivante e un tantino malizioso, capelli lunghi biondi,
nasino all'insù, longilinea ma con le giuste rotondità marcate: braccia, gambe
ecc., fino al paradiso della selvetta ombrosa (adesso non più, si radono
le sceme: Saba parla di selvetta, non di foresta amazzonica).
Stile
prevalentemente nominale, non ha il verbo neppure l'incipit, così efficace:
introduce subito il tema, senza giraci intorno, come se fosse una
fotografia (io la preferisco in bianco e nero).
- in piedi:
per forza, (meglio Raffaello di Botticelli), seduta, o peggio sdraiata, avrebbe
un altro effetto (Giorgione, Tiziano, Goya, Manet, Modigliani i migliori, a
parer mio).
- Le mani
dietro il dorso: accentuano lo slanciarsi della figura, e la ragazza ne è
perfettamente consapevole.
- La
similitudine dei lacci non allude a un gioco masochistico. E' la posizione
naturale che la fanciulla ha assunto, perché le piace (toh, che strano) essere
guardata.
- Erette le
mammelle: belle sode, da accarezzare, stringere, mordicchiare, leccare
(climax mio).
.
allettar: attrarre, incitare, sedurre.
- L'amorosa
zona: è il culmine del piacere, per entrambi, umida e ansante per
l'unione reciproca e duratura.
- Vago:
bello in italiano arcaico; inconsistente: ambiguità semantica (coesistenza di
entrambi i significati). Pudore, ohibò, a questo punto.
-
Nulla: in realtà tutto. Qui mi fermo: è completamente nuda, neanche
il nastrino nero al collo, della Olympia di Manet.
- Poma;
mele; metafora per le natiche talmente sode che a malapena si vede il
taglio che le divide (mi viene in mente la memorabile gag di Dario Fo sulla
creazione dell'uomo e l'intervento dall'angelo, zac, con la spada, per
dividerle).
- Il mite
castigo della fanciullezza: la sculacciata. Capita, durante i
preliminari, di dedicarsi a lievi sculacciate, arricchite da baci, dolci
morsetti, carezze, leccatine ecc.
- ai
miei occhi: a mio parere, con possibile ambiguità semantica, trattandosi di una
poesia certamente visiva, di un ritratto.
-
Paradiso/Inferno: le due fasi del coito; a meno che lui non frema dalla
voglia di fumarsi una sigaretta, oppure si giri dall'altra parte addormentato.
Tutta la
lirica è un crescendo di eccitazione, cui non si riesce a restare
insensibili. Ti fa subito pensare a una donna che ti piace, che ti è
piaciuta, che ha acceso o ancora accende i tuoi sensi. Non si tratta di un'
adolescenziale tempesta ormonale. E' una poesia adulta, per adulti.
elvio bombonato