“Quali
opportunità generate dal Terzo valico possiamo cogliere per migliorare
l’economia, l’ambiente e il turismo dei nostri luoghi?”; “60 milioni di
opportunità per lo sviluppo del territorio”.
Queste le
domande a cui 300 cittadini risponderanno in un'assemblea organizzata dalla
Commissaria Straordinaria per la “grande” opera “Terzo Valico dei Giovi”,
sabato 29 ottobre ad Alessandria.
E' evidente
l'intenzione di dare una parvenza di decisione partecipata alla ripartizione
delle risorse pubbliche – poca cosa rispetto ai diversi miliardi che costerà
l’opera – piccola ricompensa che il governo nella persona del ministro Delrio
ha offerto ai comuni interessati dai lavori. Che scatenerà, si può prevedere, una
guerra fra poveri come nel caso della mancata intesa per la collocazione dei 15
lavoratori “in esubero” della Cementir di Arquata.
I trecento
cittadini, come gli Spartani delle Termopili guidati dalla commissaria Romano
nelle vesti, o meglio nell’armatura di Leonida, si disputeranno questa volta
fra loro e non contro i Persiani per dividersi il bottino. La scelta dei trecento non è molto chiara:
parteciperanno gli iscritti in ordine cronologico o verranno scelti per
appartenenza politica o altro? Ma non è questo il punto. Il reale scandalo
dell’evento è che mai si è voluto accettare un confronto, una discussione,
sulla “madre” di tutte le domande (la domanda delle cento pistole, avrebbe
detto il mitico Paternostro): «L’opera si giustifica da un punto di vista
tecnico-economico?». Mai il governo -
rappresentato dagli Incalza, dai Clini - tutti ampiamente super inquisiti per
ignobili crimini ai danni dello Stato, l'ambiente e la comunità, ha voluto
accettare tale confronto. Non aveva e non ha argomenti per confutare le tesi
esposte e dimostrate dalla comunità scientifica indipendente sull'inutilità e
grave danno ambientale dell’opera. Inutilità conclamata e dimostrata già negli
anni '90 e drammaticamente vera dopo la crisi del 2007 che ha portato a diversa
scala di priorità nella spesa pubblica e a diverso flusso logistico e
quantitativo delle merci. Da sempre ci
siamo battuti contro l'inutile opera proponendo in alternativa di investire,
creando più opportunità di lavoro soprattutto locale: nella difesa del sistema
sanitario pubblico fortemente stressato e minacciato dalla carenza di
personale e di adeguati investimenti; nel contrasto al dissesto idrogeologico,
per rendere sicuri ed efficienti gli edifici pubblici e finanziando i privati per
lo stesso scopo. Esempi pratici per Alessandria: interventi sulle scuole che
hanno strutture di amianto o non rispondono ai vigenti criteri di sicurezza,
sui Rii che esondando rendendo la qualità della vita precaria a Spinetta, San
Michele, Casalbagliano, Osterietta, sulle casse di laminazione a monte del
Tanaro che ancora mancano per l’effettiva messa in sicurezza del nodo idraulico
di Alessandria, etc.
In conclusione
ricordiamo altri trecento passati alla storia oltre a quelli delle Termopili: i
trecento sventurati che guidati da Pisacane, appena sbarcati a Sapri, furono
massacrati dalla popolazione locale inferocita. I trecento dell'evento di
sabato prossimo non faranno, fortunatamente, la stessa fine; potrebbero però
essere ricordati dalle popolazioni locali per aver contribuito, in cambio di 60
milioni, allo scempio che la costruzione del Terzo Valico produrrà nelle valli
appenniniche e nelle pianure dove verrà trasportato l'inquinato materiale di
scavo. E che costerà ai cittadini italiani ben più di 60.000 milioni.
Circolo
SEL-SINISTRA ITALIANA Alessandria
Alessandria, 26/10/2016