Chi investirebbe in Italia?

Ultimamente c’è stata una levata di scudi contro l’Olanda e altri paesi del Nord a causa del loro atteggiamento apparentemente ostile alle richieste economiche del governo italiano a Bruxelles.

In realtà, noi dovremmo porci in una posizione neutrale rispetto a questa diatriba, poiché non tutto è semplice e chiaro.
La posizione neutrale potrebbe essere quella di un evoluto cittadino svizzero che si occupi di economia, e sappiamo bene quanto siano attenti gli Svizzeri per quanto riguarda il discorso bancario ed in generale la salute economica del loro paese.
Quindi, collochiamo tale arbitro in un ideale contesto di giudizio, valutando i pro e i contro di un sostanziale aiuto della Comunità Europea all’Italia.
Vi si potrebbero scorgere molti fattori negativi, che vado ad elencare: la formidabile evasione fiscale; l’altrettanto forte elusione fiscale; il fatto che l’economia italiana è sostanzialmente ferma da 20-25 anni e non dà segni di recovery; inoltre, si può dire che l’Italia è l’unico paese europeo sostanzialmente mai uscito dalla crisi economica del 2008 e che poi ha dolorosamente incrociato la crisi economica pesantissima determinata dal Coronavirus nelle sue regioni più produttive.
Non mancherei di aggiungere la presenza di organizzazioni criminali quali la Mafia in Sicilia, la ‘Ndrangheta in Calabria, la Sacra Corona Unita in Puglia e la Camorra in Campania, organizzazioni che si diffondono a macchia d’olio in tutta Europa ed oltre.
Domanda: se voi foste un investitore internazionale, quanta fiducia potreste riporre in un paese siffatto?
Lasciamo perdere la solita retorica, le chiacchere sgangherate ed i consueti punti forti della penisola (food & art); io non vedo altre risorse se non le capacità lavorative degli italiani, messe sempre più a dura prova da inefficienze di tutti i tipi (istruzione in testa).
Io credo che un investitore neutrale, ad esempio svizzero, riporrebbe il suo denaro, pur in una situazione così difficile e frammentaria, o in paesi più solidi finanziariamente oppure più stabili politicamente.
Non ho accennato ancora, e mi sembra il colpo finale, alla situazione politica di quest’Italia, con una rappresentanza di partiti del tutto insufficiente rispetto alle necessità dei tempi.
Non voglio parlare di movimenti che reputo tragicomici, come quello dei 5 Stelle, in cui Lapillo Kid rappresenta il massimo di incompetenza, nei suoi “intrighi internazionali”.
Anche il PD mi sembra una sorta di frullato, di milk shake, in cui le componenti cattoliche, socialiste, comuniste ed altre si uniscono e si dividono in una mescolanza senza identità, ed il povero Zingaretti, ai miei occhi, assomiglia sempre più al Krusty de I Simpson.
Per quanto riguarda poi la sovrastimata Destra, mi sembra che il Gran Turco di Milano, con i suoi incroci bossiani-mussoliniani, e la Piccola Anguria romana ci riportino indietro di 100 anni, con i loro sogni o, meglio, incubi di frontiere blindate, di nazionalismi irredenti e di autarchie reminiscenti gli anni ’30 del secolo scorso.
Tutti esperimenti finiti nella polvere.
Voi mi direte: ma, la tua analisi è tanto negativa quanto deprimente.
Ebbene, io dipingo la realtà come la vedo, ma c’è sempre la speranza, il ritorno ad un’Italia degli ideali del 1943-45, un ritorno alle folate del ’68-69, un ritorno ad un anelito di Libertà.
E, parlando di investitori svizzeri, ricordo alcuni di essi, da me incontrati a fine anni ’60, quando esprimevano sorpresa ed ammirazione per un Paese da essi sempre considerato disordinato e male amministrato, ed invece in quel momento così fortemente impegnato in un risorgimento economico, politico e culturale.
Bisogna aver la forza di credere.

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