Considerazioni intorno al PD

Il PD dovrebbe rappresentare la maggiore forza dell’ala del Centro-Sinistra in Italia.

In realtà, il PD, che ha perso nettamente contro la Destra di Meloni e Fratelli d’Italia alle ultime elezioni politiche, non riesce a rappresentare nulla e nessuno, ed ecco il perché.
Nato nel 2007 come tentativo di unione di due ali storiche della politica italiana, quella di Centro ex DC e Margherita e quella di Sinistra ex PCI e DS, il Partito Democratico, capeggiato in tal proposta dal più moderato dei DS, Walter Veltroni, aveva l’arduo obiettivo di governare in maniera continuativa in Italia e aprire la via per una strada “progressista” dello Stato, ma in realtà si è dimostrato sin dall’inizio un goffo modo di fondere due idee e ideologie diverse in una; anzi, peggio, ha annichilito entrambi gli ideali per qualcosa di assolutamente indeterminato ed inconsistente.
Infatti, il PD ha “tradito” gli ideali del PCI e fatto annebbiare la tradizione democristiana solo e soltanto per il potere: non è mai stata un’ideale confluenza di due pensieri diversi, che in passato  hanno provato ad incontrarsi (ricordiamo gli anni del Compromesso Storico voluto da Enrico Berlinguer e Aldo Moro negli anni ’70 del XX secolo).
Il Partito Democratico sta all’interno del Partito Socialista Europeo, ma guarda ruffianamente anche ad ali più moderate in Europa.
Cerca un dialogo, che però non si capisce dove vuole portare: non è un dialogo socratico, fatto di analisi e risposte intelligenti, ma piuttosto un guazzabuglio di slogan, vagamente americaneggianti, che non portano da nessuna parte.
Dal lontano 2007 al 2022 le cose non sono mai migliorate: la scissione in Articolo 1 della “vecchia” guardia del PD (Bersani, D’Alema and co.), l’ascesa di Renzi, che poi si è eliminato dai giochi per il comando del PD fondando il classico partito personale come Italia Viva, Enrico Letta e l’incapacità di contrastare l’emergente Meloni e Fratelli d’Italia, partito “supportato” da Salvini e Berlusconi…
Insomma, una disfatta dopo l’altra…
E ora?
Il prossimo Congresso deve dare un input più chiaro e netto del PD, se i suoi dirigenti vogliono farlo sopravvivere.
In corsa per la Segreteria ci sono Bonaccini, Schlein, Cuperlo ed altri, ma possiamo ritenere questi tre, ad oggi, i candidati più papabili.
Vedremo cosa succederà, ma, in questo periodo antecedente il Congresso, il PD deve capire dove dirigersi, trovare un’identità che è tuttora spuria, pertanto inadeguata a governare un paese come l’Italia.
Marco Penzo

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