Dissesto idrogeologico. Cosa ferma l’avvio dei cantieri?

In data 12 dicembre 2017 l’Assessora Pentenero ha risposto all’interrogazione urgente in merito allo stato dei lavori per il contrasto del dissesto idrogeologico.

Fonti giornalistiche hanno infatti riportato che al Piemonte servirebbero 759 interventi, per un valore complessivo di quasi un miliardo e mezzo (il 15% dei 9,7 stanziati dal Governo per tutta l’Italia), per mitigare i rischi causati da frane e alluvioni. Secondo un censimento dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del CNR, tra il 2005 e il 2016 il Piemonte è stata la regione più colpita da frane e alluvioni, con 513 eventi sui circa 2000 censiti nel Nord Italia. Per questo “Italia Sicura”, il piano nazionale del Governo per mitigare il rischio idrogeologico, dovrebbe concentrare la maggior parte degli interventi proprio sul nostro territorio: quasi il 10% dei 9000 cantieri previsti entro il 2023 dovrebbe aprire in Piemonte.

Le medesime fonti suggeriscono tuttavia che solo il 7% delle opere disporrebbe di un progetto definitivo che consenta di aprire i cantieri in tempi utili, ovvero solo 52 interventi su 759 sarebbero andati oltre al progetto preliminare o addirittura allo studio di fattibilità.

L’Assessora ha precisato come le fonti citate riportino soprattutto dati espressi dal CNR in autonomia e in merito a sistemazioni idrauliche e idrogeologiche dagli importi largamente stimati. Le proiezioni economiche sarebbero da verificare e dovrebbero tenere conto di ulteriori interventi di cabotaggio più limitato, importanti ma dell’ordine delle centinaia di migliaia di euro. Ha poi aggiunto che nell’ambito di “Italia Sicura” i finanziamenti sono ancora tutti da verificare, il che condiziona pianificazione e progettazione. Il fatto che i progetti siano fermi dipende in particolare dalla normativa nazionale sulle opere pubbliche, che limita il finanziamento di progetti definitivi in mancanza di copertura completa.

A un anno dall’alluvione che ha causato enormi danni alla nostra Regione, mentre eventi meteorologici continuano a mettere sotto pressione il suolo e il territorio, ci è sembrato logico chiedere quali fossero gli sviluppi e lo stato dei lavori per la messa in sicurezza del territorio e il contrasto del dissesto idrogeologico .A quanto pare, sono ora a buon punto gli interventi legati agli eventi del 2011, 2013, 2014 e 2015, il che significa che per il 2016 i programmi sono in corso e che con queste scarse risorse solo una minima parte degli interventi necessari sarà realizzata. In Italia oltre 7,5 milioni di cittadini vivono o lavorano in aree potenzialmente pericolose; abitazioni, quartieri, attività industriali, scuole e ospedali sono ancora spesso costruiti in aree a rischio. Serve molto, molto di più di qualche rammendo.