Il nuovo “dpcm” Conte e il “mondo che cambia”

C’è un gruppo di amici a cui sono comunque affezionato. Si tratta di quei dieci o dodici  sciamannati che, con me, tentarono di portare un po’ di Verde (inteso, come pulizia, politica pulita, aria respirabile, fine di tangenti e quant’altro) in questa provincia. Il periodo è stato quello che andava dal 1980 al 2010, con alti e bassi. Un gruppo di persone, a spanne tanto uomini quanto donne, anticipando così i tempi delle “quote rosa”, che pensavano – e pensano ancora – di poter cambiare il mondo, di poterlo cambiare, almeno un pochino, in meglio. Bene. Uno di loro (maschio, già assessore ai tempi della Giunta Rossa) mi ha colpito per una affermazione su Twitter, “social” a cui è particolarmente dedito. Riferendosi ad una recentissima esternazione di Matteo Salvini che diceva:   ‘E’ tutto cominciato in un laboratorio cinese finanziato da alcune multinazionali senza nessun tipo di controllo’ , commenta “La prossima volta ci spiegherà che la Terra è piatta. Che ridicolo” . Il concetto è giusto, dato che – purtroppo – non si è trattato di un incidente fortuito in un laboratorio più o meno segreto, ma di un semplice “salto di specie” dovuto probabilmente ad un riequilibrio naturale (nel senso di “totalmente autonomo”) del sistema Terra. Evidentemente il riferimento alla “prossima volta” con l’accenno al “terrapiattismo” è una forzatura in linea con gli algoritmi di moda, teso a condizionare  il lettore / interlocutore in rapporto ad un terzo non presente, nella fattispecie Matteo Salvini. Ma, mettendo da parte per un momento la piccola forzatura, è il contenuto che ci interessa prendere in considerazione. Mauro Cattaneo (di lui si tratta) ha mille ragioni nel ricordare che chi si esprime ancora in questi termini è un incosciente o, peggio, un cosciente falsario. Il “laboratorio cinese” non c’entra nulla, come dovrebbero essere sbugiardati lo specialista virologo israeliano (Abraham Lewin) e il suo capogruppo generale Itzak Ben Isral, che previdero nello scorso aprile, per il COVID19, “una vita breve di massimo 70 giorni, con esaurimento finale” . Allo stesso modo bisognerebbe sempre ricordare chi, come ancora si ostinano a fare i Presidenti di regione Toti e Cirio,  afferma che “i bisogni dell’economia, i liberi movimenti dei cittadini, gli affetti familiari e religiosi” devono venir prima di ogni altra precauzione. Affermazioni gravi che hanno trovato nella compagine di Governo attuale, solitamente, le giuste delimitazioni.  La realtà di questo “virus” si è pian piano svelata a tutti. E’ molto piccolo, sfuggente, estremamente contagioso, si può trovare ovunque, ha tempi lunghi di permanenza (anche di settimane), attacca di preferenza apparato respiratorio e circolatorio ma non disdegna altri organi, tra cui il cervello. Soprattutto, non fa differenza di età. Certo sulle persone che sono un po’ più avanti negli anni o hanno già altre affezioni , trova meno ostacoli ma, l’abbiamo imparato direttamente, non è questo il punto. I numeri in percentuale dei decessi presentano un 2020 con medie del 25, 30 per cento superiori  per affezioni respiratorie (mettendo a confronto quest’anno con la media dei precedenti cinque, dal 2015 al 2019). Un dramma nazionale, anzi europeo e mondiale. Si è verificato (non solo “visto” superficialmente) che vi è uno stretto rapporto tra l’aumento dei contagi, l’indice di trasmissibilità e il “liberi tutti”. Fatto acclarato dai numeri in aumento fra i giovani in età scolare, troppo liberi di muoversi dentro e fuori la scuola, in particolare con assembramenti pericolosi sui mezzi pubblici e dalle stragi avvenute nei “Centri per Anziani”, vera concentrazione di emergenze. Un nemico, forse meglio dire un “avversario”, subdolo, ricorrente, impercettibile, che ti attacca quando meno te l’aspetti e che ti si attacca come una cozza allo scoglio (la “ripetizione” è voluta). Di qui i provvedimenti di oggi 18 dicembre, frutto di centinaia di analisi, verifiche e…mediazioni. La conferenza stampa delle h 22 fa chiarezza sulle decisioni, prese per scongiurare assembramenti durante le feste. Si stabilisce che  tutta l’Italia sia in “zona rossa” – con la chiusura quindi di bar, ristoranti e negozi – nei giorni del 24, 25, 26, 27 e 31 dicembre, come pure l’1, 2, 3, 5 e 6 gennaio 2021, e una zona arancione nelle giornate che vanno dal 28 al 30 dicembre, come pure il 4 gennaio. E’  consentito invitare due persone a casa, senza contare gli under 14. Su questi, e su altri temi come quello sui controlli, il Presidente del Consiglio Conte ha risposto così ai giornalisti accreditati :   “Le misure fino ad oggi introdotte hanno funzionato, ma la situazione rimane difficile, in tutta Europa”. Nelle parole del  premier  c’è molta preoccupazione per un’impennata della curva dei contagi nel periodo natalizio. “È arrivato un verbale”, sempre secondo la comunicazione del Presidente,  “in cui si legge preoccupazione per gli assembramenti, oltre che per una inaspettata stasi nella tendenza alle diminuzioni di contagi”. Quindi  “serve intervenire per rafforzare le misure necessarie per affrontare le feste di Natale”.  Rafforzamento che trova in un rifinanziamento del decreto Ristori (per quasi 700 milioni di euro) una sua concretizzazione e che dovrebbe permettere una ripresa di tutte le attività, soprattutto didattiche di ogni ordine e grado, a partire dal 7 gennaio 2021.  Probabilmente riusciremo ad evitare altre ondate nefaste del virus ma, e qui torniamo alla “voglia di cambiare il mondo” da cui eravamo partiti, non basta. Il dato più preoccupante di tutta questa buriana che ci ha rovinato il 2020, ormai ai titoli di coda, è proprio il fatto che non si sia trattato di un incidente o di un attacco terroristico o, fantasiosamente, della concretizzazione del “gomblotto” ideato dagli amici di Soros, di Bill Gates (BigPharma compresi)….semplicemente si è trattato del terzo o quarto avvertimento che ci riserva la madre Terra, una “correzione in atto” di cui siamo stati involontariamente protagonisti. Per noi, in Italia ha significato – a posteriori – una evidenziazione del fallimento della politica del falso rigore sanitario, delle privatizzazioni ad usum delphini, della debolezza del sistema scolastico e dei servizi (in primis i trasporti), del “Sistema Italia” nel suo insieme. Ma, tutto sommato, queste smagliature sono ancora riparabili. Ciò che invece non viene affrontato è il perché della rivolta in atto, di cui abbiamo una serie di segnali: i virus si modificano e incattiviscono progressivamente, diventano sempre più amici degli antibiotici che dovrebbero eliminarli, interi ecosistemi sono irrimediabilmente danneggiati o distrutti con conseguenze drammatiche per i viventi, animali, piante, a volte gli stessi uomini, che li abitano. I mari stanno continuamente cambiando come composizione (in diminuzione) della popolazione ittica, come qualità chimica delle acque, come temperature. Gli stessi fiumi, grandi e piccoli, sono stati completamente stravolti da innesti di specie alloctone e da ogni tipo di inquinante. E il dramma non ha fine. Anzi…sembra non poter essere fermato come se la “macchina dello sviluppo sempre e comunque” non possa concepire  che una corsa infinita verso una crescita infinita. Che invece “infinita” non è e non può essere. Forse la nuova presidenza americana ci potrà dare una mano nel rallentare la corsa all’autoannientamento, come i continui richiami del Santo Padre, mai come in questo momento “santo” e contemporaneamente “padre”. Ma da dove iniziare? Con chi? Con quali parole? Con l’autorevolezza di chi? L’ONU praticamente non esiste più se non per le parate e le celebrazioni o, peggio, per “bollinare” prodotti particolari o zone del mondo o monumenti specifici. Da qualsiasi parte ci si giri lo stesso refrain… “è ancora troppo poco”. Quel gruppo di uomini e donne, quella manciata di persone con ideali, con voglia di vivere, con semplici parole d’ordine che rendevano spostamenti di migliaia di chilometri per riunioni e assemblee, poco più di passeggiate, si aspettavano altro. E, invece, devono accontentarsi di timidi segnali positivi provenienti dalla Von der Leyen o da Sassoli o, addirittura, da persone che poco hanno a che vedere con la Politica, come certi guru dell’economia e della finanza. “Guru” per loro è un complimento non meritato, perché dello spirito del Kharma e del Sathiagraha non hanno proprio nulla. Ci attende una lunga stagione buia, fatta di speranze salvifiche (vaccini) e di voglia di tornare al passato. Ma il mondo è cambiato e la direzione è solo “ahead”… con pochi che lo sapranno interpretare correttamente.

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