I “grillini” e la sindrome del treno

Giulio Andreotti, uomo politico, di lungo corso, per sette volte Presidente del Consiglio, nelle sue massime, sosteneva che nei manicomi italiani c’è sempre qualcuno che si propone di far arrivare i treni in orario.

La legge Basaglia ha soppresso i manicomi rimandando i pazienti in parte tra le loro famiglie, oppure nei reparti di psichiatria degli ospedali.

I manicomi sono spariti ma la sindrome dei treni si è radicata soprattutto tra gli elettori grillini, i quali, questa volta anziché gli orari dei treni hanno preso di mira l’Alta Velocità. In particolare, gli abitanti del Belice, ai confini con la Francia, i quali da alcuni anni hanno scatenato una guerriglia contro i cantieri che vanno scavando le gallerie sotto le Alpi per consentire ai treni dell’Alta velocità di collegare l’Italia alla Francia e più in generale l’ovest dell’Europa con i paesi dell’est. La motivazione ufficiale è che l’alta velocità non serve. Tutto il mondo ormai si avvale delle nuove tecnologie per ridurre i tempi di percorrenza. Per non parlare poi dei tunnel sottomarini, i quali da anni collegano non solo la Francia con l’Inghilterra passando sotto la Manica, ma sono operativi in tutto il mondo, in particolare in Asia.

No. Ai grillini non sta bene che sotto le Alpi ci siano gallerie percorse da treni ad Alta velocità e si oppongono con ferocia distruggendo notte tempo le reti a protezione dei cantieri ed i mezzi meccanici utilizzati per l’escavazione, con costi aggiuntivi da parte dello Stato il quale è costretto ad impiegare centinaia di poliziotti per proteggere gli impianti delle imprese appaltanti dei lavori di perforazione.

Noi gente di pianura, siamo sempre stati affascinati dai treni, dai loro fumaioli e dai loro fischi, dall’enormità del mezzo che sfrecciava nella piana e poi scompariva in direzioni misteriose. Forse questa fascinazione ha origine dal fatto che durante l’infanzia, mentre alle bambine la Befana portava le bambole a noi maschietti regalava un trenino di latta. A Grillo uomo di mare, forse regalava una barchetta.

E’ un’altra trovata del M5Stelle che fa il paio con il veto ad utilizzare i fondi europei del Mes a favore de sistema Sanitario.

Per fortuna gli elettori italiani con il loro voto vanno ridimensionando il peso politico ed elettorale di questo movimento che ogni giorno da prova di rigidità ideologica e, di conseguenza, di incapacità nel mediare con le reali istanze che salgono dal Paese.

                                              Alfio Brina

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