I veri migranti

Ho fatto un sogno: una zattera solcava il Mediterraneo portando a bordo due naufraghi, un Gran Turco milanese ed una Piccola Anguria romana, che volevano indirizzare la loro rotta verso Nord.
In una parola, volevano attraversare, come in un sogno, le Alpi: ma ciò non era possibile.
Come in un aforisma kafkiano, le Alpi erano irraggiungibili e la zattera veniva sospinta indietro, verso il centro del Mediterraneo, verso le coste africane.
Quale potrebbe essere il significato del sogno?
E’ difficile dare un’interpretazione freudiana o junghiana, ma forse il significato è più facile di quel che si pensi.
Questi naufraghi, provenienti dalle comode poltrone romane, cercano istintivamente di rivolgersi verso il Nord, verso l’Europa, l’Alma Mater, ma non possono riuscirci, e non perché l’Europa li voglia respingere, ma perché essi stessi sono incapaci di arrivarci, di abbracciarla come essa meriterebbe.
E allora giù invettive, accuse, lamentazioni di ogni tipo, per nascondere quella che è l’amara verità, cioè essi stessi, i migranti italici, non sono in grado di raggiungere le amate/odiate sponde.
E ciò per alcune precise ragioni: la prima è la retorica, cioè quella caratteristica tipica degli Italiani che fa confondere le parole con i fatti, per cui un cumulo di parole potrebbe equivalere ad una realtà, ed è la vecchia retorica del nazionalismo, che tanti danni ha portato nel secolo scorso e che è, ormai risaputo, l’autostrada verso il Fascismo; la seconda ragione è l’ignoranza, un’immensa, colossale non conoscenza del mondo esterno, di quello che succede fuori dalle coste italiane e che fa confondere la piccola Italia, la piccolissima Roma con la globalità del mondo; la terza ragione è il mito del consenso, per cui sembra che il numero di adepti sia vincente su qualunque altra considerazione, ma non è così, perché ce lo dimostra il consenso al fascismo nel periodo successivo alla creazione dell’impero nel 1935-36, intorno alla figura del duce e, inoltre, il consenso al nazismo dopo l’Anschluss con l’Austria nel 1938 intorno ad Hitler, ed infine dopo la Grande Guerra Patriottica intorno a Stalin, eppure, in pochissimi anni, i tre dittatori diventarono quasi l’emblema del Male, quindi il consenso non è e non ha un valore assoluto, anzi; infine, la quarta ragione è il non ascoltare la voce degli altri, cioè la voce degli Europei a cui ci si vorrebbe congiungere, e non parlo delle cancellerie di Parigi o Berlino, ma di quei paesi/regioni vicini quali la Baviera, la Svizzera, l’Austria, che si aspettano dall’Italia, sempre, un salto di qualità, e invece si confrontano con la solita Italietta, a base di mandolini e tarantelle.
Il mio sogno si è trasformato in realtà: i barconi dei diseredati che partono dall’Africa sono solo una piccola scusa, ma terribile, mentre i veri migranti, quali il Gran Turco milanese e la Piccola Anguria romana, combattono una loro battaglia, futile, sputando slogan retorici e triti in una sputacchiera che è l’Italia.
Lasciamo che la zattera del sogno porti i due naufraghi verso le coste del Nord Africa, che essi aborrono, e si ritrovino sulle coste della Libia, con i loro accoliti.
Il Colonnello Haftar potrebbe accoglierli da par suo.
Rari nantes in gurgite vasto.

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