“L’ombra che uccide”. Romanzo Psicologico analitico

Il nuovo libro di Franco Livorsi, edizioni Moretti e Vitali

Le tre parole – inseparabili – sottostanti al titolo di questo nuovo libro di Franco Livorsi: “L’ombra che uccide. Romanzo Psicologico Analitico”, non ho dubbi bloccheranno molti possibili lettori, così come un gatto si blocca davanti ai fari di un’automobile in arrivo.
Nulla di nuovo per la parola “romanzo”, ma non appena ci si avvicina a “psicologico” e ancor più ad “analitico”, lettori poco o per niente avvezzi a tali termini, gireranno subito l’angolo, senza però nemmeno chiedersi – cosa che si dovrebbe sempre fare davanti alle nostre fughe – che cosa potrebbero perdersi o, ancor meglio, che cosa queste due parole possono offrire, non solo al romanzo, ma anche alle nostre vite.
L’autore è uno storico del pensiero politico e della psicologia junghiana e dunque un temerario di crocivi, un tessitore di trame e orditi che nascondono nodi e svelano punti inconsueti, ma soprattutto un essere umano che non si nasconde dietro un dito, ammettendo spavaldamente come la sua tessera narcisistica – e la nostra – si possa sposare bene con le tante tessere di cui siamo fatti, basta che tentiamo di tenere in equilibrio le luci e le ombre che ci disegnano.
L’ironia è la filigrana delle pagine di questo romanzo e si sa che l’ironia è virtù dello spirito, che non pretende certo d’essere santo.
Sono pagine scorrevolissime, pur se intensamente profonde, la lanterna che il nostro Filemone tiene tra le mani ci scolla dalla nostra troppo spesso pigra quotidianità, spingendoci in quegli anfratti che hanno necessità di una bella mano di onestà verso noi stessi.
Le trame della vita sono qui messe bene in evidenza, “nulla succede mai a caso”, scriveva un altro adepto di Jung, tale Miguel Serrano che fu ingoiato da quella che in analisi si chiama “inflazione”: una parte che prende il tutto. E qui fermiamoci e interroghiamoci bene anche noi, chè quotidianamente crediamo che la realtà che vediamo sia tutta la realtà !
E’ di analisi che Livorsi ci racconta, di un cammino analitico – fatto di parole, ricordi, silenzi, sogni, e…-  dove psicologo e “cliente” ( così Jung preferiva chiamare i pazienti ) se la ridono e se la cantano, ognuno mettendo sul campo tutte le mine necessarie a far sì che il gioco sia davvero tale: duro e serio.
Naturalmente c’è una trama e ci sono personaggi ( divertente la trovata del carabiniere ! ), c’è erotismo, c’è voglia di vendetta, ci sono i grandi rapporti conflittuali tra genitori e figli, tra nordisti e sudisti, ci sono i grandi tradimenti e i grandi amori mancati, oltre alla messa in atto di quella dimensione criminale, latente in ogni disagio esistenziale, pulsioni in lotta dove bene e male, conscio e inconscio, angeli e diavoli la sanno ben più lunga di noi!
Dunque possibili lettori che conoscete poco o nulla delle vostre bestie interiori, tirate fuori il vostro coraggio ed entrate in questo romanzo come da bambini si entra nel Circo, con un po’ di timore e curiosità così che lo stupore davanti ai tanti protagonisti della grande pista rotonda sia portatore di novità.
E tra i molti personaggi anche il vostro troverà qualcosa che ancora non sapevate di avere o che credevate d’avere perduto .

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*