In margine alla lettera del Presidente Mattarella

Il messaggio (*) del presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della presentazione del “Programma di Studi del Duecentesimo Anniversario dell’Avvio della Revolution Piemonteisa”  , presenta spunti importanti degni della massima attenzione. Si percepisce, da quelle poche righe non formali, che la celebrazione dell’inizio dei Moti di Marzo 1821 presenta una maturazione sociale ed una sensibilità al “principio di eguaglianza” tutt’altro che scontato. Insieme a molti altri concetti già di per sé elevati e, al giorno d’oggi, addirittura siderali. Cominciamo con l’ “eguaglianza” che in modo fin troppo evidente ricorda una delle parole d’ordine della Rivoluzione del 1789: l ‘ “Egalité”. A coronamento di un secolo, il XVIII, che ha fatto del superamento della tirannia, della critica all’utilizzo della tortura e della schiavitù, dell’analisi del concetto di potere e anche della voglia di partecipare alle decisioni, acquisizioni non più negoziabili. Non a caso la “condivisa aspirazione al passaggio da regimi assoluti a regimi basati su di una Costituzione” viene ripresa in modo esplicito nella lettera in oggetto. Così come il fatto che gli stessi movimenti popolari e borghesi di allora hanno animato tutto il Continente europeo, facendo capire che l’epoca delle monarchie assolute (o solo parzialmente corrette) era definitivamente tramontata. “Semi”, così vengono definiti dal Presidente Mattarella, che attecchiranno e si moltiplicheranno  fino all’ottenimento dei diritti basilari per tutti i cittadini. Un sussulto di Illuminismo della miglior specie che non poteva essere messo tra parentesi e tanto meno ridotto a macchietta dall’imperialismo napoleonico. Un desiderio di libertà a tutto tondo, di espressione, di religione, di spostamento,  di sperimentazioni culturali che porterà al felice trentennio immediatamente precedente la Prima Guerra Mondiale. Poi qualcosa si ruppe e si ritornò indietro, in un percorso ad ostacoli che si risolse solo grazie agli “ideali di libertà che hanno animato le vicende storiche e riunito uomini di diverse fedi per combattere prima l’assolutismo monarchico, poi nel secolo successivo il regime dittatoriale” . Momenti diversi caratterizzati dall’annientamento della libertà di giudizio, dal dilagare del pensiero unico, con la conseguente creazione di quei “mostri” che il grande Goia ben delineò come risultato del  sonno della ragione. Una lettera che è un invito allo studio, all’approfondimento, al dettaglio chiarificatore e, al tempo stesso, complimento per la città di Alessandria che, con queste parole, si è trovata, all’attenzione dei media nazionali. Senza dimenticare la significativa risposta di tutto il mondo delle Istituzioni, della Cultura e della Scienza. Ora sta agli alessandrini meritarsi questa corsia preferenziale, onorando con iniziative  partecipate il “duecentenario” cogliendo l’occasione per rivalutare  un patrimonio storico rilevante, a cominciare dal bene “Cittadella”.

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Ecco il tsto completo della lettera.

.intestazione: “Il Presidente della repubblica”

.sotto intestazione: “Messaggio”

.destinatario: “Dott. Luciano Mariano. Presidente.

Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria. Piazza della Libertà 28. 15121 Alessandria

(*) Il 1821 ha rappresentato in molti Paesi d’Europa l’emergere di un forte sentimento di affermazione dei principi di libertà ed eguaglianza.

La condivisa aspirazione al passaggio da regimi assoluti a regimi basati su di una Costituzione che definisce reciprocamente diritti e doveri di cittadini e di reggitori dello Stato trovò espressione in moti di popolo che animarono tutto il continente.

L’Italia non fu estranea a quelli che divennero semi  sulla strada del Risorgimento.

Alessandria fu luogo dell’inizio: il programma di studi promosso, in occasione del duecentesimo anniversario dell’avvio della “revolution piemontaise”, dalla Fondazione Cassa di Risparmio in collaborazione con l’Università del Piemonte Orientale e molteplici istituzioni civili e culturali, coincide proprio con il 10 marzo, giorno in cui per la prima volta il tricolore venne issato sulla Cittadella.

Esiste un forte intreccio di valori tra Risorgimento e Repubblica generata dalla Resistenza. Ideali di libertà che hanno animato le vicende storiche e riunito uomini di diverse fedi per combattere prima l’assolutismo monarchico, poi nel secolo successivo il regime dittatoriale.

Mentre il vento delle Costituzioni liberali cominciava a soffiare nel nostro continente, abbozzando per la prima volta il profilo di un’Europa dei popoli, Alessandria fu, in Italia, il segno di una consapevolezza sempre più radicata, capace di congiungere richiesta dello Statuto e sogno dell’unità del Paese.

Il sogno risorgimentale si è potuto avverare a quarant’anni di distanza da quesgli avvenimenti, passando attraverso lo Statuto concesso da Carlo Alberto di Savoia, e al prezzo di grandi sacrifici e del coraggio di uomini che seppero affrontare anche il martirio.

La comune causa per la Costituzione seppe riunire, ieri come oggi, le speranze dei popoli europei, sulla via del progresso.

Agli organizzatori, ai relatori e a tutta la città, rivolgo l’augurio più intenso e, insieme, l’apprezzamento per avere sclto di onorare una ricorrenza così significativa.

Sergio Mattarella

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