Se ne è andato con il suo Gnao nero

“Uno che ha una libreria così” – diceva un personaggio di Kundera ne: l’insostenibile leggerezza dell’essere -” non può farmi del male“.

Parole di un libro – edito da Adelphi – che, nei nostri dannati anni da bere, segnò ironicamente le nostre notti e le nostre vite,  in compagnia del Cacao Meravigliao, delle odi al Materasso e al Tiggì; parole che ho scelto per disegnare oggi il saluto a Roberto Calasso, epigono di un’editoria in via d’estinzione. Creatore della libreria pastello più conturbante e snob.

Le sue quarta di copertina  sono diventate uno dei preziosi libri della Piccola Libreria Adelphi , la stessa Collana che ha accolto Hermann Hesse e il suo Siddhartha, un  compagno di via per chi vuole farsela la sua via.

E chi meglio di un animale guida per accompagnarci? Calasso non si separò mai dal suo.

“Chi era lo Gnao nero, che tenevo sempre con me? – scrive Calasso – Un piccolo gatto nero di pezza, in origine provvisto di una camicia con bottoni e pantaloni. E’ tuttora accanto al mio letto. La camicia è scomparsa, rimangono i pantaloni di raso grigio, ormai  apezzi. Il torso è nudo. Gli occhi, due perline, minacciano di staccarsi. Non ho mai avuto dubbi che fosse il mio animale guida”.

La sua Opera.. un “pleroma”.. un’epopea gnostica..  romanzi che coagulavano Ninfe e Robert Walser.. lui che  ha reso essoterico l’esoterico .. lui che parlava con gli Dei olimpici.. nei suoi viaggi scombussolanti e vertiginosi.. un’energia creativa inarrestabile..bello come Antinoo, inaccessibile e infine leggendario .

Questi e molti altri i ricordi dei tanti che hanno scritto oggi di lui, un editore – Calasso –  che ha detto, come ogni vero editore,  più no che sì.

“Istrione, involuto, che aveva la virtù di non farsi capire”,  ma non credo che, come prosegue chi ha scritto queste parole, che Calasso” avesse il desiderio di non farsi capire”. Certamente sapeva che ci vuole tempo e passione e fatica, per arrivare in quelle profondità  da dove lui ogni volta risaliva, dopo essersi calato e nutrito delle tante voci dei morti e dei vivi.

Calato? Calasso!  Scrivendo questi pensieri si sono trovate vicine queste due parole e le prendo seriamente giocando con loro.  C’è sempre del visibile nell’invisibile, ecco perchè lo Gnao non poteva essere che nero!

  Buon cammino a Roberto e al suo Gnao!

Patrizia Gioia, 31 luglio 2021

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