non c’è niente da fare
mi fanno più compagnia i morti
dei vivi
sopratutto quei morti
uccisi
quei morti uccisi dall’incomprensione
dei vivi
mi fanno compagnia
quando la disperazione
diventa oceano cupo
quando nessuna utopia
pare possibile
mi fanno compagnia
quando ogni persona che mi è accanto
vive con un cellulare
bandisce lo sguardo e l’ascolto
mi fanno compagnia
la notte
nelle lunghe ore dove la vita
calata col sole
si fa solitudine e terrore
arrivano
dalle loro tombe
s’alzano col mare
e mi fecondano
m’inseminano di quei semi
che ancora sono traditi
e me li consegnano
come un dono da non dimenticare
sono i morti
che mi hanno sempre salvata
dalla morte
sono quel drappello d’isolati
che mi precede ogni giorno
che mi indica la via
che mi raccoglie
quando il mio pianto
si fa disperato
sono i morti i miei compagni
di vita
volete conoscerli?
ecco Baruk scomunicato
e il Nolano bruciato
ecco Pier Paolo con i suoi occhi di cane
buono
Celestino che non ha retto il papato
e Mozart dal troppo amore
scordato
Etty e Simon
corpo e cuore dove lo Spirito s’è inoltrato
insanguinato da ogni filo spinato
seppelliti in fosse comuni
esiliati fuori le mura
scomunicati
dall’ignoranza che ci accomune
troppo lunga è la scia
questa è solo una preghiera
alla dimenticanza che impera
patrizia gioia, 13 giugno 2018 città
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