I Am Your Father – 40 anni de L’Impero Colpisce Ancora

“La Forza è con te, giovane Skywalker.
Ma tu non sei ancora un Jedi”.
  (Lord Darth Vader)

Di questi tempi che ci circondano da questa situazione di Pandemia causata dal Coronavirus o COVID-19 come lo vogliate chiamare, è molto difficile parlare di Cinema, e in sostanza dell’uscita di nuovi film anche perchè nuovi film non sono mai usciti a causa dei problemi che ben tutti sappiamo e che purtroppo  impediscono agli esercenti cinematografici di continuare a regalare continue emozioni in tutte le sale cinematografiche.

Ciò però non toglie sicuramente che non si possa parlare o almeno scrivere/riscrivere su grandi pellicole immortali del passato che ancora oggi non perdono mai di splendore e che non si accorgono mai del passare del tempo.

Da due mesi a questa parte, per chi ama il Cinema senza dubbio, molti di voi sicuramente avranno visto, rivisto grandi film e grandi capolavori della settima arte del mondo che vi hanno fatto emozionare e  non solo o che vi sono semplicemente piaciuti.

Può essere stancante rivedere gli stessi film a volte, ma di questi tempi e non solo ritorniamo a rivederli con la colina agli occhi come se fosse la prima volta perchè chi ama il Cinema non perde un film.

E quale migliore occassione come questa per poter parlarvi di un film che per me mi ha influenzato tantssimo e ed diventanto uno dei miei film preferiti in assoluto, ambientato:

“Tanto tempo fa… in una galassia lontana lontana” ovvero,

40 anni fa, L’IMPERO COLPISCE ANCORA!

Il film, che arriva nelle sale cinematografiche solo nel 1980 non è un semplice sequel di un film di successo, ma è una pellicola che vive di luce propria e supera in grazia e bellezza il precedente capitolo. George Lucas colpisce ancora! Anche se essenzialmente i primi quindici minuti del film non sono travolgenti come ci aspettiamo, L’Impero Colpisce Ancora, secondo film prodotto e quinto capitolo della saga di Guerre Stellari in ordine cronologico, nonostante le critiche contrastanti di allora, non deluse comunque le aspettative. Il film infatti si presenta come il capitolo più intimista e riflessivo di tutta la trilogia originale e forse di tutta quanta la saga vista dal 1977 fino ad ora.

La parte centrale di una trilogia è anche la parte più difficile nella trilogia perchè nel primo atto i personaggi vengono introdotti, nel secondo atto vivono la parte peggiore in cui vengono calati in un grande abisso da cui poi riemergono nel terzo atto.

Nella tragedia, il secondo atto è sempre tenebroso.

Dopo il successo di Star Wars nel 1977, Lucas può raccontare le avventure di Luke Skywalker (Mark Hamill), la Principessa Leia (Carrie Fisher) e Han Solo (Harrison Ford) senza impedimenti ma soprattutto senza il timore di non poter terminare il film e con un budget molto più sostanzioso. Lo si vede soprattutto dagli effetti speciali e dalle scenografie che risultano essere avanzate e più accurate.

Stavolta il regista si relega a sceneggiatore, (dopo la scomparsa di Leigh Brackett che aveva scritto la prima stesura della sceneggiatura) insieme al grande Lawrence Kasdan (che di lì a poco realizzerà il suo primo film da regista “Brivido Caldo” entrando di diritto nella storia del cinema) e lascia il timone della regia al suo Maestro Jedi (suo insegnante ai tempi dell’università della California) Irvin Kershner, (regista del bellissimo “Occhi di Laura Mars”, che non aveva mai diretto fino al quel momento un film di punta) preferendo occuparsi della produzione. Ciononostante la sua influenza nel film è ben presente. Il cambio di regia serve solo a tenerlo più libero da troppe responsabilità, ma l’universo rimane suo.

Tante le novità all’interno della trama e soprattutto tanti sono i nuovi personaggi. Lucas quindi evita le ripetizioni dei sequel, procedendo col suo racconto e finisce per realizzare un episodio superiore al suo predecessore.

Il personaggio rivelazione del film è nientemeno che il Maestro Yoda, manovrato e interpretato da un grandissimo Frank Oz, (cresciuto professionalmente sotto l’ala di Jim Henson creatore del Muppets Show), un saggio e vecchio mentore che procede l’addestramento di Luke, una piccola creatura verdastra dall’aria del tutto inoffensiva eppure potente, perché potente è il suo alleato: la Forza.

Il personaggio di Yoda fu creato e disegnato da Stuart Freeborn, basandosi su se stesso e da una foto di Albert Einstein: un risultato stupefacente, forse addiritura meglio dell’E.T. di Carlo Rambaldi se vogliamo restare in tema di grandi alieni al cinema.

“Guerra nessuno fa grande” tra le sue prime parole. Come Luke, anche noi abbiamo tanto da apprendere da Yoda che ci da anche lezioni di vita: “No! Provare no! Fare! o non fare. Non c’è provare!”.

Quella di Lucas è una riflessione sulle paure dell’uomo e sulle sue conseguenze, sulla rabbia e sull’odio che conducono solo a scelte oscure. Emblematica la scena in cui Luke si ritrova in una grotta a combattere contro un Darth Vader immaginario. Come se non bastasse, Lucas accentua anche la parte romantica, sviluppando il rapporto antipatia-seduzione tra Leia e Han Solo.

Azzeccato anche il personaggio di Lando Calrissian (Billy Dee Williams), simpatica “canaglia” vecchia spalla di Han Solo, affabile ma ambiguo, presto in conflitto con la propria coscienza. Ben approfondito anche Darth Vader: se nel precedente episodio era un cattivo assolutistico e completamente spietato, qui non solo si intravede una testa menomata dietro la maschera, ma si incomincia a capire qualcosa del suo passato per niente scontato.

Darth Vader infatti è un angelo caduto, un uomo che un tempo sapeva anche amare. Due rivelazioni shock concludono questo lungometraggio che a distanza di 40 anni, continua a regalare emozioni: una riguarda Vader e Luke, che essenzialmente risulta essere uno dei colpi di scena più belli e stupefacenti di tutti i tempi: “Io sono tuo padre!” – l’altra: “Ti amo” dice Leia in lacrime, “Lo so” risponde sornione Han prima di finire ibernato, lasciandoci col fiato sospeso, battuta tra l’altro proveniente dallo stesso Harrison Ford che genialmente invento’ seduta stante nel giorno del ciak.

Luke riesce a fuggire dalle grinfie di Vader privo però di una mano e con un consistente risentimento verso Obi-Wan Kenobi, ed infine insieme a Leila contempla malinconicamente il Millennium Falcon che si allontana nello spazio con davanti un futuro del tutto incerto.

Questo secondo capitolo della trilogia originale introduce anche il personaggio di Boba Fett (Jeremy Bulloch), cacciatore di taglie con il compito di catturare Han Solo ibernarlo e portarlo dal malvagio Jabba the Hutt; l’attore basò la sua performance sul personaggio dello “straniero senza nome” di Clint Eastwood nella Trilogia del Dollaro del grande Maestro Sergio Leone e una delle grandi fonti di ispirazione per Lucas per l’idea iniziale di Guerre Stellari.

Molti sono i grandi momenti racchiusi ne “L’Impero”,  tutti segnati significamente dalla grande colonna sonora di John Williams, le cui tracce provenienti da “La Marcia Imperiale” di Darth Vader e “il Tema di Yoda”, tracce che insieme a quelle storiche che conosciamo tutti benissimo, fanno venire ancora oggi e per sempre e soprattutto ai fan, la pelle d’oca.

Quando “L’Impero Colpisce Ancora” uscì il 21 maggio 1980 non rispose alle aspettative, come ho detto prima, ma le superò. Nel termine di tre mesi, Lucas recuperò i 33 milioni di dollari che aveva investito, rivoluzionando gli standard di Hollywood, divise gli utili del film tra tutti i suoi dipendenti, distribuendo più di 5 milioni di dollari in dividendi. George Lucas ha segnato la fine del cupo realismo hollywoodiano riportando sullo schermo la fantasia e la meraviglia; il Cinema era di nuovo “Spettacolo”, ma su l’onda del successo, il regista si ritrovò impantanato nelle beghe di hollywood: per non togliere drammaticità alla sequenza iniziale del primo film, Lucas volle che i titoli di testa apparissero alla fine. Era una scelta del tutto inconsueta. Per il primo “Star Wars”, le associazioni degli sceneggiatori e dei registi l’avevano autorizzata, ma quando Lucas fece la stessa cosa per il secondo film, gli inflissero una multa di 250 mila dollari e cercarono anche di ritirare il film dalle sale, poi, l’associazione registi fece causa a Irvin Kershner.

Per proteggere il suo regista, Lucas pagò tutte le multe alle associazioni ma tutto questo lo amareggiò e si sentì perseguitato e così uscì direttamente fuori sia dalla associazione registi che da quella degli sceneggiatori; Ma la storia non finisse lì.

Gli strascichi del film fecerono un’altra vittima: Alan Ladd Jr., all’epoca direttore creativo della 20th Century Fox che fu costretto a dimettersi dagli studios per via di “critiche al contratto tra lui e Lucas sul film”.

Perso il suo alleato di sempre, Lucas andò alla Paramount Pictures insieme al suo caro amico e collega Steven Spielberg per un nuovo film, un nuovo progetto insieme, un film che avrebbe dato ancora grande linfa vitale alla carriera di “Zio Steven”, una grande storia di azione e di avventura: “I Predatori dell’Arca Perduta”, con protagonista un personaggio di nome Indiana Jones.

Ma questa è un’altra storia per un altro anniversario.

Nonostante tutto questo, “L’Impero Colpisce Ancora”, rimane uno splendido episodio come del resto tutta la trilogia originale di Star Wars, le cui atmosfere romantiche, epiche, a tratti fiabesche, dense di sentimenti e di tematiche suggestive ci lasciano incantati per sempre.

Meraviglioso, fulgido.

Il più bello della trilogia originale e forse di tutta la saga.

CHE LA FORZA SIA CON VOI! – e in questi tempi difficili di Forza ne abbiamo proprio bisogno.

Riccardo Coloris

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*