Il futuro del centro-sinistra
PD verso il Congresso, parte seconda: Verso sinistra? Anche no.
Michele Filiippo Fontefrancesco
PD verso il Congresso, parte seconda: Verso sinistra?
Anche no.
Tappeti rossi, palestra, macchine
di grande cilindrata, Martini su lungo mare... immagini di quest'estate di una
politica che anche a casa nostra è sempre più figlia ed espressione di una società
dell'immagine. Dato che con questo mese si riapre la stagione congressuale
coinvolgendo circoli e federazioni del PD nell'elezione dei quadri locali e
credendo che fare l'ennesimo punto della situazione sia tanto noioso a
scriverlo quanto a leggerlo, mi permetto un grido: “il Re è nudo!”
In Italia a causa della
caratteristica storia politica è mancato sin dal dopoguerra un forte partito di
centrodestra liberale. Il vuoto è stato colmato parzialmente prima dalla DC.
Dagli anni Ottanta i temi forti del neoliberismo di oltremanica e oltreoceano
si sono insinuati, ma non in casa popolare. Il diritto al benessere è diventato
verbo del mondo socialista di Craxi e da lì è confluito quindici anni più tardi
nel DNA di Forza Italia. Il verbo del libero mercato, della ritirata dello Stato
dalle politiche economiche, è invece stato parte del ragionamento che ha visto
i veri suoi protagonisti negli esponenti di spicco dell'Ulivo. In particolare,
il PdS (poi DS) è stato la forza politiche che organicamente dagli anni Novanta
ha portato avanti un'agenda vicina ai temi neoliberali, seguendo (involontariamente?)
il modello della Terza Via proposto da Blair in UK. Laddove le coalizioni di a
guida Berlusconi hanno parlato di liberalismo, di pratica la nostra destra è
stata da un punto di vista economico ben poco interessata a portare avanti
nella pratica tali temi, vuoi per motivi di bottega, vuoi per l'alleanza
organica con la Lega, da sempre partito protezionista. Nel Paese dei paradossi,
quindi, la sinistra ha fatto la destra e la destra ha fatto... i fatti suoi.
Mettiamo in fila alcuni dati:
taglio ai sindacati, riduzione dei diritti del lavoro, rafforzamento del potere
delle aziende, tagli e rigori alla spesa pubblica, tagli all'articolazione
dello Stato... Il PD è un partito che non solo sotto la guida di Renzi ha
portato avanti politiche proprie di un partito liberale. Considerando
l'importante lavoro fatto nel campo dei diritti alla persona, con fermezza e
serenità possiamo concludere che il PD è un buon esempio di partito
liberal-democratico. Si badi bene, non un partito di matrice popolare. Il PD
non ha molto da spartire con l'Unione per il movimento popolare francese o i
Cristiano democratici tedeschi, ma parla la lingua dei Libdem britannici, di
"En Marche" francese e di altre realtà affini. Piccolo problema:
sembra che il PD non lo sappia e ancora meno lo riescano a capire i suoi
attivisti e i suoi elettori che continuano a parlare e teorizzare il futuro
della sinistra, dei movimenti popolari, del primo maggio. Da qui la debolezza
del PD, la sua interna schizofrenia.
Volendo, però, cercare ancora
quali sono le idee che descrivono storicamente un partito di sinistra possiamo
identificarne alcuni: il primato del tema dei diritti sociali, della laicità
dello Stato, del lavoro sul capitale, del paesaggio sull'iniziativa privata,
del pubblico sul privato. Se questa è la bussola, nella competizione di chi è
più a sinistra di chi, rischiamo di scoprire che Lega e Cinque stelle sono più
a sinistra del PD. In compenso, possiamo scoprire che il PD sia prossimo ad
altre forze politiche su cui si distanzia per le persone, non le pratiche o le
idee.
Ora, questo è un problema? No,
nel senso che in sé per sé non aggiunge e non toglie nulla ad un partito,
all'analisi dell'impatto sociale del suo operato, della stima che può esserci
verso i suoi dirigenti e rappresentanti. Può, però, essere un elemento
fondamentale per il militante ed il votante PD. Esperimento: se Forza Italia
fosse guidata da persone diverse da Berlusconi e Brunetta, un po’ più grigie e
compassate, uomini e donne con cui negli ultimi vent’anni la conversazione non
fosse segnata da trivialità ed epiteti vari, troveremmo sacrilega un’alleanza
PD – Forza Italia? Dunque, è un problema di persone… Ci sono due tipi di partiti
politici: quelli che si riconoscono nelle idee ed in cui eventualmente cambiano
le persone quando quelle idee non piacciono più; oppure ci sono quelli che si
riconoscono nelle persone e eventualmente cambiano le idee quando queste non
piacciono più. Diciamo che la nostra storia patria ha visto nell'ultimo
ventennio per lo più partiti del secondo genere, PD incluso. In questo gioco,
il militante ed il votante è stato preso in mezzo trasformandosi per lo più in
un tifoso accanito e non in un attore razionale.
Volgendo alle conclusioni, il
congresso dovrebbe essere il momento per discutere di queste semplici
tematiche; il momento per i militanti anche per fare i conti circa un andamento
storico, una tendenza di un partito; un contesto in cui devono essere fatte
proposte anche alternative; eventualmente, il periodo in cui gruppi più o meno
grandi possono esprimere chiaramente il loro diniego ed abbandono, o il loro
entusiasmo ed adesione verso un progetto politico. È convinzione sempre più
diffusa nel nostro elettorato e nei nostri militanti, questo congresso non sarà
tutto ciò: dove va tutto bene sarà un momento di discussione sulla contingenza
del locale, dove va male sarà una contrapposizione di pacchetti di tessere e
tesserati…. “che barba, che noia…” Se le cose stanno così, un ultimo grido a
chi si fregia con il titolo di “dirigente di partito”: stupiamoli, impostiamo
ragionamenti alti, altri, che facciano chiarezza su cosa vogliamo per la nostra
società. In fondo, un congresso non dovrebbe essere una discussione,
un’apologica del lider maximo. Non
riduciamoci a tifoseria. Son convinto che possiamo fare di più, molto di più.
03/09/2017 20:59:07
17.03.2018
Danilo Bruno
Ieri (il riferimento è al 14 marzo u.s.), a stare alle cronache di stampa, il
ministro allo sviluppo economico e neo-PD Calenda,che era presente a Bari
con Prodi a presentare il libro di Giovannini sull’utopia sostenibile, avrebbe
pronunciato, tra le altre cose, una importante affermazione: “ Serve un...
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14.03.2018
Mauro Fornaro
Qualche riflessione, più
di carattere psicologico che non politologico, sul crollo del PD da parte di un
“vecchio” simpatizzante. Classe dirigente e molti militanti del PD sembrano al
momento essersi arroccati sulla difensiva, sia a seguito degli attacchi
insistenti e insolenti della Lega e del M5S nel...
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13.03.2018
Mauro Calise (*)
Inutile, per il momento, affacciarsi sul crogiuolo
della crisi in corso. Troppe incognite ancora da sciogliere. E, soprattutto,
troppe spavaldissime mosse tattiche che dovranno cedere il passo a più miti consigli
– e consiglieri – strategici. Ma, quale che sarà la soluzione che alla fine
prevarrà,...
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12.03.2018
Egidio Zacheo
C'è smarrimento nel Partito Democratico e
a sinistra. La loro sconfitta è stata bruciante . Ma mentre quella del PD da
molti - diciamolo- era stata prevista da tempo, anche se non nelle proporzioni
verificatesi, una sorpresa generale ha destato quella di " Liberi e
Uguali". Vi è stata una polarizzazione...
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12.03.2018
Goffredo Bettini
"Articolo
proposto dal Cives Pier Luigi Cavalchini"
Abbiamo subito una sconfitta storica. Infatti, se ragioniamo
su un arco temporale ampio, balza agli occhi il rovesciamento di una anomalia
italiana. Negli anni '70 l'anomalia
consisteva nella forza elettorale di una sinistra comunista e socialista...
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10.03.2018
Franco Livorsi
Nel
mio articolo del 28 febbraio ultimo scorso, “L’Italia congelata” - scritto pochi giorni prima delle elezioni
politiche - motivando il mio voto a favore del PD - di cui ero e sono
totalmente convinto - esprimevo tutta la mia preoccupazione per la tenuta della
democrazia liberale e rappresentativa...
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09.03.2018
Filippo Boatti
La disfatta, questa volta finale, della sinistra era
purtroppo prevedibile e inevitabile, inevitabile perché la sinistra non ha
saputo né voluto reagire alla gabbia che le impedisce di sussistere. Certo si
può chiamare in causa una “questione morale” interna alla sinistra. E’ un fatto
vero, il mancato...
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08.03.2018
Alfio Brina
I
vari politologi fanno risalire al comportamento un po’ guascone di Matteo
Renzi, le cause della sconfitta elettorale di questo 4 marzo 2018. Un uomo solo
al comando attorniato da fedelissimi, sicuramente toscani e possibilmente
fiorentini, Poi il modo irriverente, per non dire sguaiato con cui è...
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07.03.2018
Carlo Clericetti (*)
Il seguente articolo comparso sul blog di "repubblica.it" curato da Carlo Clericetti è segnalato (e proposto alla lettura) dal civis Filippo Boatti....Due indagini del dopo-elezioni confermano quello che
chiunque abbia osservato con un po’ di attenzione quello che accade aveva già
capito, e che conferma...
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07.03.2018
Giuseppe Rinaldi
1. Dopo tanto impegno e
tanti sacrifici, il risultato tanto sperato finalmente è arrivato. Finalmente abbiamo perso.[1] E non poteva che
essere così. Siccome siamo stati particolarmente in gamba, abbiamo perso anche
in maniera pesantissima, inequivocabile, con cifre oltre ogni previsione. Da
capogiro....
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Segnali
Alessandro
Gassman e Marco Giallini sul grande schermo
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Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato
Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
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Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene
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I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018
Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di
attività,...
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Alessandro Ottaviani
Scienza
Ediesse 2012
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New York, 10 settembre...
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Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il
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online economiaepolitica
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SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI
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