Associazione Città Futura - Logo
Scuola e Università
Sulla scuola in-Cidi anche tu
Maria Luisa Jori

     In un discorso diffuso dai media all’inizio dello scorso settembre il presidente del Consiglio  ha lanciato agli italiani la promessa di cambiare la scuola in un anno. Per attuare questo ambizioso programma è stato contestualmente  messo in rete, a disposizione di tutti e tutte, un documento di centotrentasei pagine ( La buona scuola)  sulle linee fondamentali del progetto, invitando tutti  coloro che hanno proposte da avanzare in merito a rispondere   alla  consultazione on line entro metà novembre prossimo (quindi tempo due mesi).   Verranno raccolte  così opinioni e giudizi individuali. 

  Invece la risposta che intende fornire a questa richiesta una associazione professionale degli insegnanti, trasversale e nazionale, come il Cidi(Centro Iniziativa democratica degli insegnanti) è e vuole essere di tipo collettivo, cioè elaborata  come sintesi dei  contributi non solo dei docenti stessi dell’associazione, ma anche  di chiunque altro   impegnato nella e/o per la scuola, cioè   interessato   al  buon funzionamento di questa   istituzione,  fondamentale  per lo sviluppo democratico del Paese,  ma anche  con ricadute su quello economico. Il Cidi   di Torino, infatti, benché, e proprio perché, critico  nel metodo,  e almeno in parte nel merito, del   progetto governativo, si sente  chiamato a  non  opporvisi con un   nichilistico rifiuto, ma a rispondere, cogliendo così l’occasione   per   rendere pubblica    la sua  competente concezione alternativa.   

    Martedì quattordici ottobre, in occasione della consueta ”apertura dell’anno scolastico” del Cidi di Torino è stata  distribuita ai presenti in assemblea una prima sintetica traccia  delle proposte avanzate dai componenti della segreteria   piemontese dell’associazione.  Domenico Chiesa, coordinatore  di questa iniziativa, ne ha  esposto i contenuti   ponendo  domande  al professore Massimo Baldacci, che ne ha confermato le argomentazioni  formalizzandole  nel  linguaggio  delle scienze pedagogiche. Inoltre il pubblico è stato informato  sul calendario dei prossimi incontri    al   Cidi di Torino  per approfondire in discussioni collettive   i seguenti argomenti  fondamentali:

 Sul fare scuola, 30 ottobre

 Su insegnanti e dirigenti 12 novembre

 Su autonomia scolastica e valutazione, 25 novembre

 Su scuola e lavoro, 10 dicembre

Gli incontri saranno aperti a chiunque sia interessato a collaborare  nella costruzione di un adeguato progetto per migliorare la funzione della scuola. Ma sarà possibile offrire contributi anche attraverso la comunicazione on line.

     Insieme a Massimo Baldacci si è prioritariamente osservato come sia impossibile perseguire un vero, efficace   cambiamento  della scuola nel  tempo  ristretto dei dodici mesi prospettati  dal  presidente del Consiglio.  Infatti non è con una riforma studiata e calata dall’alto  sulla testa degli insegnanti   che si riesce  a determinare, come per  il tocco di una bacchetta magica, un improvviso  miglioramento  dell’istruzione   per tutti e tutte. Si deve  invece partire da quanto c’è già di “buona scuola”, valorizzando, legittimandole, le esperienze pedagogiche e didattiche  che hanno  prodotto gli  effetti    più positivi ed estendibili.    Sappiamo che proprio su questo metodo   si erano  basate  le precedenti leggi di riforma della scuola dell’infanzia e di quella primaria,  che ne hanno davvero migliorato e aggiornato   la  funzionalità.  Oggi più che mai  il cambiamento della scuola  non va   pensato come un prodotto di  estemporanea invenzione,  anche se  teoricamente  coerente    (come ai tempi di Gentile), bensì  va  identificato e promosso come un processo anche in parte latentemente già in atto , del quale e per il quale sono da recuperare le migliori linee di tendenza    per poterle    estendere    con   una legge. Questa inoltre dovrà essere caratterizzata comunque dall’apertura alle continue trasformazioni    convalidate da collegialità e  ricerca. 

    Ma quale scuola vorrebbe veder costruire e assicurare a tutti il Cidi?   La segreteria dell’associazione ha   sintetizzato  così la sua risposta a questa ipotetica domanda:   

            La scuola dell’emancipazione dalla generazione che ci precede e dalla collocazione sociale da cui si parte.

            La scuola del rigore per il riscatto delle singole persone in un progetto di riscatto sociale.

            La scuola in cui il “merito” richiami l’assunzione di responsabilità e non l’acquisizione di privilegi o premi.

            La scuola non come ostacolo da superare, bensì come strumento per superare gli ostacoli (passare da bambini a adolescenti, costruirsi una identità e un’autonomia di adulti, essere in grado di partecipare alla vita sociale).

            La scuola con lo stesso significato per tutti i ragazzi tra i 3 e i 16 anni (unica fino a 14 e unitaria tra i 14 e i 16 anni) in cui lo scopo che motiva all’apprendimento sia di natura intrinseca  al curricolo e commensurato ai bisogni formativi e di vita propri dell’età e non dosati sul futuro lavorativo.

            La scuola a cui si va per imparare, per sviluppare attraverso la cultura le proprie capacità e non per essere selezionati sulla base di prestazioni.

    Tutto questo, ma soprattutto l’ultima affermazione implica una profonda critica alla valutazione numerica. Se in qualche modo  è utile e necessaria al docente per misurare gli esiti  del suo  insegnamento,  non è però costruttiva la  relativa ricaduta sull’apprendimento degli allievi. Il voto infatti ha un effetto contrario alla promozione del desiderio autentico di imparare, quello  che dovrebbe essere il    principale scopo educativo e istruttivo. Infatti   specialmente oggi, in tempi di  continue, rapide trasformazioni sociali, culturali e tecnologiche, non è utile  una formazione   basata esclusivamente  sulle conoscenze.    Una    motivata ed efficiente capacità di apprendere, con  la conseguente  flessibile disposizione al cambiamento, è richiesta anche dall’attuale mondo del lavoro.   Il rapporto scuola-lavoro, da attuarsi adeguatamente  nel tempo della scuola dell’obbligo (3-16 anni) e  in tutto quello dell’obbligo formativo,  deve infatti consistere in una sperimentazione sul campo delle  competenze e delle   capacità di  assunzione di responsabilità da parte degli allievi: deve  integrare insomma  la   formazione    come cittadini, non     preparare direttamente  i futuri produttori ( secondo quanto propone invece Confindustria con le sue cento proposte   per la “buona scuola”).

   Ma  attraverso quale motore  la scuola   esplica la sua principale funzione, cioè la produzione di apprendimento da parte di tutti i suoi e le sue utenti?  Vorrà dire qualche cosa anche soltanto  il fatto che   genitori e studenti parlano bene o male della scuola secondo le qualità degli e delle insegnanti che hanno incontrato.  Per non parlare poi di come  gli esiti delle valutazioni internazionali  sulla preparazione degli allievi  implichino sempre un giudizio sulle  qualità dei docenti.    Quindi bisogna migliorarne e aggiornarne  le competenze, attraverso una adeguata formazione iniziale e in servizio.  

   Mentre il  reclutamento dovrà avvenire attraverso un concorso che misura le competenze disciplinari,  culturali, istituzionali  e didattiche di ciascun candidato o candidata,   la formazione dovrà essere condotta secondo due  modalità fondamentali: il confronto collettivo, per  esercitare la collaborazione  tra colleghi e colleghe, e la ricerca-azione. Si tratta qui di un capitolo che ,dopo l’esperienza delle  Siss, da recuperare criticamente e selettivamente come finora non è stato fatto, dovrebbe essere approfondito anche per apportare alcune integrazioni e correzioni agli attuali Tfa(Tirocinio formativo attivo presso le università). Il tirocinio, se condotto con una buona supervisione che  induca a riflettere, può diventare  una esperienza di ricerca didattica da proseguire poi con le stesse modalità anche negli aggiornamenti  in itinere.  La formazione in servizio dovrà essere organizzata all’interno di ogni istituto o reti di scuole    in modo da  integrare e rendere omogenee  le competenze degli insegnanti precari che, secondo le promesse, verranno  assunti direttamente dalle graduatorie permanenti.

  Una riflessione conclusiva(per ora):  è vero che  le risorse economiche per  “cambiare davvero la scuola”, secondo lo slogan del Cidi,  sono scarse, ma possono essere sufficienti se si riescono a  utilizzare adeguatamente le risorse umane che non mancano nelle scuole.

 16 ottobre 2014   

16/10/2014 21:22:03
comments powered by Disqus
18.10.2017
Renzo Penna
Non so da quale fonte il magnifico rettore Cesare Emanuel abbia ricavato l’informazione che per l’autonomia dell’Università del Piemonte Orientale sia stata decisivo l’incontro di un gruppo di parlamentari di Alessandria, Vercelli e Novara, i quali “strinsero un patto in un’osteria romana”. Avendo seguito...
 
08.04.2017
Dario Fornaro
Affermazione forte, concetto scultoreo. Non si fa tuttavia questione di condividere o meno il drammatico assunto, anche se qualche sospetto in positivo resta in campo. Non è questo il punto – qui almeno – bensì l’opportunità o l’urgenza di interrogarsi sulla scomparsa dalla scena polemica, sempre ricca...
10.03.2017
Elvio Bombonato
Approvo totalmente quanto afferma Salvator Ragonesi (Città futura) sul valore di Croce quale storico, teorico di storiografia (la storia è sempre contemporanea: fulminante indiscutibile definizione), l’erudito, definito da Contini “atleta della cultura” ricercatore instancabile di testi ignoti (penso...
 
05.03.2017
Dario Fornaro
Da un buon mese la “lettera al governo” di 600 tra docenti e accademici vari, preoccupati , per non dire angosciati, dello stato in cui versa mediamente la padronanza della lingua italiana presso i vari ordini e gradi della scuola nazionale, tiene banco sulla stampa. Non trattandosi, almeno in prima...
19.02.2017
Elvio Bombonato
Mi riallaccio al saggio di Patrizia Nosengo, docente di storia e filosofia al liceo scientifico Galilei, allieva di Norberto Bobbio a Torino, “La scuola giù per terra: perché gli universitari italiani non sanno scrivere correttamente”. Prima osservazione: è verissimo, ma chi: gli studenti o i docenti?...
 
09.02.2017
Patrizia Nosengo
Risale a pochi giorni fa la lettera aperta che seicento tra docenti universitari, accademici della Crusca e intellettuali hanno inviato al Governo e al Parlamento, per richiedere “interventi urgenti”, capaci di rimediare alle gravissime lacune in grammatica, sintassi e lessico riscontrabili in modo...
22.09.2016
Elvio Bombonato
Prendo spunto dall'ineccepibile considerazione di Carlo Emanuele Morando "Maturità, valanghe di 100 e lode nelle scuole del Sud: vi pare normale?", pubblicato sul Corriere Alessandrino del 22/9/16. Premetto che le regioni meridionali hanno prodotto eccellenti studiosi, ricercatori e docenti universitari...
 
07.09.2016
Salvatore Ragonesi
.... Nella ricorrenza dei 125 anni dalla pubblicazione della prima edizione ufficiale di “Myricae” ( luglio 1891).Sono trascorsi cinque lustri dall’anno di grazia 1991, quando a Massa e altrove si è voluta ricordare solennemente la ricorrenza dei cento anni dalla pubblicazione della prima edizione ufficiale...
24.07.2016
Elvio Bombonato
Condivido pienamente le allarmate preoccupazioni espresse dai Sindacati scuola di Alessandria nel loro Comunicato unanime del 22/7/2016, in cui illustrano i pericoli insiti nella chiamata diretta dei docenti da parte dei presidi, sia per l’incontrollabile discrezionalità, sia per la valanga di ricorsi...
 
22.07.2016
Maria Luisa Jori
Stiamo assistendo purtroppo alla nascita di una dittatura, secondo schemi visti nel secolo scorso, proprio in un Paese che fino a ieri chiedeva di essere accolto nella democratica Unione europea. Emerge infatti in modo rilevante come Erdogan per assicurarsi un potere assoluto, indiscusso e permanente...
Segnali
Alessandro Gassman e Marco Giallini sul grande schermo ...
Al Teatro Sociale tornano i tanto attesi appuntamenti del Sabato Pomeriggio in Famiglia quest'anno una...
Segnaliamo un articolo comparso sulla rivista economiaepolitica.it in cui si sostiene la tesi che le...
Segnaliamo un interessantissimo articolo di Rosa Canelli e Riccardo Realfonzo sulla crescente disuguaglianza...
Il Forum dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio annuncia che il Gruppo di Lavoro Tecnico-Scientifico...
Segnaliamo un interessantissimo articolo del prof. Felice Roberto Pizzuti docente di Politica Economica...
I MARCHESI DEL MONFERRATO NEL 2018 Si è appena concluso un anno particolarmente intenso di attività,...
Stephen Jay Gould Alessandro Ottaviani Scienza Ediesse 2012 Pag. 216 euro 12​ New York, 10 settembre...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/lavoro-e-diritti/diritti/scuola-sanita-e-servizi-pubblici/servizio-sanitario-nazionale-a-prezzo-regionale-il-paradosso-del-ticket/...
Segnaliamo, come contributo alla discussione, un interessante articolo comparso sul sito “Le Scienze.it” Link:...
Il Circolo Culturale “I Marchesi del Monferrato” presenta il suo nuovo progetto per il 2018: le celebrazioni...
Segnaliamo un interessante articolo comparso sulla rivista online economiaepolitica http://www.economiaepolitica.it/politiche-economiche/europa-e-mondo/la-ripresa-e-lo-spettro-dellausterita-competitiva/...
DA OGGI IN RETE 2500 SCHEDE SU LUOGHI, MONUMENTI E PERSONAGGI A conclusione di un intenso lavoro, avviato...
Segnaliamo il libro di Agostino Spataro, collaboratore di Cittàfutura su un argomento sempre di estrema...
Memoria Pietro Ingrao Politica Ediesse 2017 Pag. 225 euro 15 Ha vissuto cent’anni Pietro Ingrao...
News dai media nazionali:
Ultime Notizie
facebook
"Citta` Futura on-line" è la testata giornalistica dell`associazione Citta` Futura registrata 
in data 20 gennaio 2012 con atto n°1 presso il Registro della Stampa del Tribunale di Alessandria.
Redazione Mobile:  +39.3351020361 (SMS e MMS)  - Email: cittafutura.al@gmail.com 

Oltre le informazioni. Opinione ed approfondimento.