Economia
Che fare per rilanciare economia e occupazione?
Guido Manzone
Concittadini di Alessandria, anzichè vivere di sogni illudendoci che i visitatori dell'EXPO di Milano, trasmigrati al gran completo sulle nostre terre ad ammirare il ponte Meier, affollino entusiasti e generosi i ristoranti ed i negozi alessandrini, e avanti così abbandonandoci ad obnubilanti deliri propri dei disperati, non sarebbe meglio scendessimo dalle nuvole per vedere cos'è realmente possibile fare per rilanciare l'economia e l'occupazione della nostra città?
Il vivere di sogni, proprio dell'economia dei decenni passati,drogati di illusioni e di debiti, ci è costato il fallimento della città, e a pagarne il conto sono oggi le classi subalterne sempre più in difficoltà nel trovare occupazione. Nemmeno si può sperare nell'apporto di capitali esterni in questo momento assai difficile per l'intera Nazione. Anche quando ci sono stati non hanno dato alcun vantaggio per l'occupazione locale. Il cosiddetto Terzo valico, finanziato con ben 6 miliardi e 500 milioni di euro, ha dato lavoro unicamente a 60 addetti. Nessuno di essi è alessandrino, ma provengono interamente dalla Sicilia, dalla Calabria e dalla Campania, assunti a totale discrezione dalla società vincitrice dell'appalto. Del resto la stessa cosa si è ripetuta con il ponte Meier benchè interamente finanziato dal Comune. Le sue sezioni in ferro prefabbricate sono prodotte ad Udine dalla ditta che provvede anche al montaggio. Il ruolo degli alessandrini si limita solo a quello dell'ufficiale pagatore.
Alessandria, un tempo seconda città industriale del Piemonte, ha perso nel corso di una lenta emorragia gran parte delle sue industrie trasformandosi in pratica in una città di servizi non molto dissimile da quelle del sud. Se vogliamo rilanciare la sua economia, ed il farlo ci è indispensabile per sopravvivere, occorre partire dal suo territorio. Alessandria, unica in Italia, ha una struttura a città satellite. Ossia è formata da un nucleo centrale circondato da 17 sobborghi. Il nucleo centrale con circa 26 000 abitanti concentra in sè la totalità dei servizi maggiori e gran parte delle strutture di tempo libero. Conseguenza è una pendolarità assai elevata e quindi l'uso dell'auto privata più alto di qualsiasi altra città italiana. Ne è la prova inconfutabile il più alto consumo procapite di benzina dell'intera penisola. Anzichè razionalizzare e favorire in ogni modo questi naturali movimenti, che altro non sono che il sangue vitale della nostra economia, si è cercato in tutti i modi di combatterli alzando in modo abnorme il costo dei posteggi,c he in Alessandria sono più cari di quelli di Milano-Famagosta, nonchè taglieggiando il traffico con multifici di ogni genere. Il chè ha avuto il risultato di favorire le grandi strutture commerciali come l'outlet di Serravalle, ed altri similari in cui il posteggio è gratuito per scelta voluta.
Ad Alessandria anche il piccolo commercio sta languendo e la città è un cimitero di cartelli "vendesi-affittasi"sulle vetrine vuote. Anche se l'Associazione commercianti ha sempre brillato per la sua miopia con politiche suicide per la categoria non avendo saputo vedere più in là della superficie dei propri negozi, non possiamo lasciare morire ulteriormente il piccolo commercio che, non dimentichiamolo, dà occupazione a numerosissimi addetti in gran parte donne. Noi proponiamo che Alessandria faccia propria la filosofia che ha reso ricchi e prosperi i grandi centri commerciali, ampliandone a dismisura il raggio di attrazione giocando sul fatto che il loro utente si muove in automobile. Proponiamo pertanto che Alessandria, nel suo centro storico, abolisca il pagamento dei posteggi esattamente come fanno i centri commerciali privati, eliminando nel contempo i multifici autentici veleni della nostra economia .
Certo, il rilancio del commercio minuto non sarà una panacea universale, ma contribuirebbe a rinvigorire le entrate fiscali mentre l'accrescersi dell'occupazione ricadrebbe favorevolmente sull'intera economia cittadina. Non si potrebbe provare questa esperienza almeno per qualche mese e poi tirare le somme e verificare se è valida o meno? Certo, il vero rilancio della città sarà però possibile con l'aumento dell'industrializzazione, ma perchè ciò avvenga, sempre che avvenga, vista la condizione in cui si trova oggi il Piemonte, ci vorranno anni mentre l'incremento del commercio minuto è possibile farlo subito con i mezzi di manovra propri del comune e della ex provincia.
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