1994 -2024: 30 anni dall’alluvione (con un commento di Claudio Lombardi)

La Provincia e il Comune di Alessandria organizzano una serie di iniziative per ricordare trentennale dell’alluvione  del 1994.

“Città Futura”, da sempre sensibile all’argomento, con piacere registra e amplifica l’organizzazione di decine di iniziative, nessuna delle quali solo “celebrativa”, tutte tese a spiegare al meglio cosa successe nel novembre del 1994. Esattamente il 6 novembre di quell’anno con prodromi nei tre giorni precedenti. Iniziative attente a riprendere le motivazioni per cui morirono subito quindici persone e almeno una ventina per i postumi di traumi o problemi cardiaci legati allo stress di quei giorni. Soprattutto con un occhio a come sono state spese le ingenti somme a disposizione (calcolate, per la sola asta del Tanaro nel 2005, in più di 400 milioni di euro) e come ne verranno spese altre…(quasi cento milioni appena promessi), ci si augura…. nel modo migliore possibile. 

L’Ing. Luigi Dalpaos, perito del Tribunale all’indomani dell’evento alluvionale, non ebbe difficoltà ad enucleare le mancanze che contribuirono al disastro e a tracciare una via di recupero possibile. In quel “percorso complesso” vi erano anche circa cento milioni di metri cubi di acqua da sottrarre all’uscita finale dell’asta di Tanaro corrispondente proprio alla città di Alessandria. Con ricette semplici, classiche ma…da applicare, non solo da “progettare”. Ben nove aree di laminazione controllata tra l’alto cuneese e la città di Alessandria, innumerevoli “pettini” e sistemi di regimazione controllata, se del caso anche interventi sui fianchi e sul fondo, sempre però di concerto con le Autorità tecniche preposte. Soprattutto una diversa gestione dei fianchi collinari e montani con piantumazioni adatte, sistemazioni del sottobosco e liberazione/eliminazione di migliaia di metri quadri cementificati da capannoni o altro, molto spesso ruderi inutili. Ricette semplici e concrete che riprende qui sotto in un suo primo nuovo intervento l’ing. Claudio Lombardi, colui che contribuì, con pochi altri, a far conoscere l’esatta dimensione del disastro e a richiedere a D’Alpaos (e altri “qualificati”) informazioni e dettagli importanti.

Buona partecipazione e buona “copertura” delle varie proposte, quindi….A cui ne aggiungiamo una a Torino (saremo presenti come giornale), organizzata dall’Ente Regione, dall’AIPO, dall’Autorità di Bacino, dalle Università di Scienze Geologiche e dal Politecnico, dal titolo:

Uno sguardo al passato, uno al presente uno al futuro. A 30 anni dall’alluvione”

4 novembre 2024, tutto il giorno a partire dalle ore 9.

Auditorium Città metropolitana. Corso Inghilterra n 7. Torino. 

Qui è possibile consultare il programma completo.

Pubblichiamo anche  una dichiarazione dell’ing. Lombardi relativa alle politiche di prevenzione e di ricostruzione.

Alessandria, 23 ottobre 2024 (ing. Claudio Lombardi. Su gentile concessione della Consulta Comunale Ambiente Alessandria)

Trent’anni sono trascorsi dalla tragica alluvione di ALESSANDRIA.

Come ogni anno fra pochi giorni noi alessandrini commemoreremo la tragica alluvione del 1994 e ricorderemo i nostri 14 concittadini trascinati via dalla violenza delle acque del Tanaro. Anno particolare il 2024: sono passati 30 anni dal tragico evento.

Desidero commemorarlo  ricordando come il nostro Paese avesse subito in precedenza tragiche alluvioni: le alluvioni dei primi giorni del novembre ‘66 a Firenze, Venezia, Trento per citare le località più note. Il paese seppe reagire e il Governo assunse la decisione di studiare a fondo le cause del fenomeno e creò una commissione ad hoc formata dai più competenti esperti e scienziati: la commissione presieduta dal prof DE MARCHI che in tempi estremamente contenuti rese pubblici i risultati del  lavoro.

Ricevuto l’incarico il 23 novembre ’66, il 23 luglio ’67 completò il lavoro rendendo disponibili gli atti rilevanti. Il lavoro fu poi completato e pubblicato nel 1969. Lo studio oltre a dare indicazioni di carattere generale su come prevenire il dissesto idrogeologico analizza tutti i bacini idrici italiani e ne propone puntualmente interventi di messa in sicurezza indicandone anche tempistiche di intervento e  costo.

A distanza di 30 anni dal tragico evento che colpì Alessandria desidero con sdegno denunciare il mancato utilizzo delle indicazioni della relazione DE MARCHI da parte delle autorità pubbliche sia in fase di prevenzione che di ricostruzione.

Le decisioni politiche promosse dalle lobby economico finanziarie prevalsero sulle considerazioni tecniche, in particolare sulle indicazioni della relazione del prof DAL PAOS dell’università di PADOVA, relazione basata sulle procedure e indicazioni della DE MARCHI.

I due concetti base della DE MARCHI :

–          La difesa dei centri abitati deve essere affidata alle aree golenali, da ripristinare o da costruire ex novo. La salvaguardia idraulica dei centri abitati non deve essere affidata alla creazione di difese arginali sempre più alte ma ad aree golenali e casse d’espansione

–          Porre fine al consumo del suolo e la cementificazione che rende quindi incapace di assorbire l’acqua. Molto spesso le pubbliche amministrazioni permettono di costruire in zone insicure salvo poi difendere gli insediamenti (spesso anche abusivi) con opere arginali (vedi RIONE ORTI E ALESSANDRIA “2000 nel nostro Comune)

i concetti base DE MARCHI furono disattesi negli interventi di ricostruzione del dopo alluvione. Furono abbattuti incolpevoli manufatti, quali i ponti “del Sanatorio” ed il CITTADELLA e ricostruiti con grande dispendio di pubbliche risorse. Ritornerò con altro scritto sulle vicende del PONTE CITTADELLA.

Claudio Lombardi

https://www.cittafutura.al.it/sito/wp-content/uploads/2024/10/programma-trentennale-alluvione.pdf

 

 

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