C’era una volta a… Hollywood

“C’era una volta a… Hollywood”
di Quentin Tarantino

1969: è l’anno di Easy Rider e de Il Mucchio Selvaggio, è l’anno di Woodstock e dello sbarco sulla Luna, un anno di Pace, Amore, Tragedie e Guerra.

È anche l’anno del nuovo atteso film di Quentin Tarantino.

Con C’era una volta a… Hollywood, (finalmente nelle sale cinematografiche italiane), Tarantino torna alla ribalta cinematografica, torna anche al Festival di Cannes a 25 anni di distanza dalla Palma d’Oro di Pulp Fiction, per un film che fonde insieme Cinema e la passione di Quentin Tarantino per il Cinema (soprattutto per il genere Western).

Leonardo DiCaprio e Brad Pitt, protagonisti del film, sono per la prima volta una “Strana Coppia” che funziona (quando sono insieme) in ogni momento della pellicola.

Margot Robbie, invece, eccede in una meravigliosa interpretazione di Sharon Tate (la famosa attrice assassinata dai seguaci di Charles Manson nell’agosto del ’69) che ci fa sognare di vivere in un’epoca che non abbiamo mai vissuto (almeno in parte).

Montaggio, scenografia, fotografia e recitazione ovviamente, fanno di “C’era una volta a… Hollywood” una vera e propria esplorazione nel mondo del cinema di Quentin Tarantino caratterizzata come sempre da una colonna sonora che fin dal suo primo film (Le Iene, 1992) è da sempre la colonna portante nel cinema del caro Quentin e anche da una Hollywood fine anni ’60 molto stuzzichevole.

Con tutta onestà “C’era una volta a… Hollywood” si può definire come ‘l’Effetto Notte’ di Quentin Tarantino appartenente al ‘nuovo Tarantino’ (quello di “The Hateful Eight”) che procede con calma, che si prende tutto il tempo del mondo senza nessuna fretta; è il film più personale, più intimo, più diretto, più confidenziale, più individuale nella carriera del grande regista; una vera e propria colina agli occhi per i cinefili di tutto il mondo, una lettera d’amore alla settima arte del mondo, in attesa di scoprire quale sarà il gran finale con il suo decimo e ultimo film.

Riccardo Coloris

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