Perchè non dobbiamo abbattere San Siro.

Si può abbattere perchè non è culturalmente necessario, si può eliminare perchè non è economicamente produttivo, si può buttare a mare perchè non serve a niente e a nessuno.

Così, con poche indifferenti parole,  siamo capaci di distruggere il nostro passato e di conseguenza il nostro presente e futuro.

Mai sentito dire: questa cosa dobbiamo tenerla perchè è necessaria alla nostra storia sentimentale?

E uso questa parola nella sua valenza straordinaria e ordinaria, nella sua valenza “sacramentale “.

C’è un piccolo libro di Leonardo Boff dove la relazione “sacramentale” con le cose , con gli oggetti quotidiani assume quella valenza di sacralità che abbiamo completamente perduto, la vera relazione umana che ci fa partecipanti al banchetto della Vita.

Oggi buttiamo via tutto, nessuna “affezione”, tutto è sostituibile, abbiamo raggelato anche la parola “riciclabile”: un grande tritacarne che accoglie indistintamente ogni avanzo di qualcosa di inutile per costruire qualcosa che nulla ha in sè di quel che era stato.   E’ la novità che ci dà stimolo, una continua novità per non fermarci e ascoltare.

Così oggi stiamo discutendo, formando commissioni, per decidere se buttare giù o non buttare giù lo stadio di San Siro.

Tutti che parlano, ma non ho sentito nessuno che si indigna, nessuno che porta in quelle infinite discussioni il cuore che dentro quello Stadio continua a pulsare.  Un cuore grande, fatto di tutti noi, anche di me, che non ci sono mai entrata a San Siro, ma che sta soffrendo per quella brutta sorte a cui è quasi condannato.

Ma non le sentita le urla dei tifosi? Non le vedete le bandiere, non li sentite i canti ritmati, non li vedete i goals, le calze raggomitolate sui garretti calcianti,  i fischi dell’arbitro, i segnalinea e le maglie sudate?

Lì dentro sono nati amori, si sono rotti  matrimoni e compagnie. Ci sono state iniziazioni , momenti in cui genitori e figli e nonni hanno avuto la stessa età e combattuto nessuna guerra . Lì dentro la pioggia batteva meno pungente e le righe delle maglie erano dritte e non avevano bisogno di sponsor .  Ci sono stati tiri di testa esaltanti, calci di rigore folgoranti, strepitose cadute e strepitosi rialzi, su quell’erba non cresceva nulla perchè ci passava Attila poco prima del fischio di inizio e ci donava un campo dove il passo era quello ovattato di un formidabile gatto.

San Siro e le sue luci, la ricordate la canzone di Vecchioni ? Le ricordate le lucciole di Pasolini? Che sia Roma o Milano San Siro è mondiale!

Ci siamo dentro tutti e anche le stelle stanno a guardare le carneficine che continuiamo a praticare .

Non demoliamo San Siro, la ruspa sarebbe come un aereo che uccide un’altra volta il grande Torino .

A San Siro vivi e morti arrivano insieme, è come una grande Basilicia, è una partita religiosamente laica quella che ogni domenica qui si gioca.

Patrizia Gioia, 22 maggio 2020

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