Bello questo articolo della dott.ssa Battaglia, presidente dell’Istituto Italiano di Bioetica. Centra due questioni fondamentali, riaprendo al contempo riflessioni interrotte dal tempo, dal Covid19 e, soprattutto, da una nostrana abitudine ad evitare grane. Andiamo per ordine. Il riferimento alla Costituzione, ed in particolare all’art. 9, non solo è opportuno ma ridà centralità ad una Carta (la nostra Costituzione) troppo spesso rimasta, appunto, sulla carta. Chiede in modo chiaro attenzione al mantenimento delle biodiversità e alla tutela degli ecosistemi di ogni tipo, da quelli più isolati e selvaggi a quelli urbani. Richiede, soprattutto, investimenti a favore di chi umano non è, ma deve avere per lo meno gli stessi diritti a vivere sulla Terra di noi”esseri superiori”. L’Italia non ha una programmazione specifica e incisiva sui “percorsi ecologici facilitati” con rinaturazioni e costruzioni ad hoc che permettano agli animali di riprendersi gli spazi che sono solo loro. Così come ha previsto pochi interventi, facilitati dall’esperienza di “zero movimenti” tipica di un periodo specifico delle “limitazioni Covid19”, finalizzati a rendere continuativi e più facili i percorsi di riappropriazione messi in atto da migliaia di specie animali non più stressate da troppa presenza umana.
La prima volta che mi capitò di vedere un sovrappasso con alberi su di una strada a grande percorrenza, fu nelle vicinanze di Maastricht a fine anni Ottanta del secolo scorso. Non un ponticello pieno di auto o camion che transitavano di fronte a me ma un incredibile “boschetto sospeso” con alberi, cespugli, spesso humus e, lo seppi dopo, animali tranquilli che lo attraversavano. Un dato di fatto per chi sa come stanno le cose ripsetto al consumo e all’utilizzo del suolo, un intervento incomprensibile per chi è abituato a ragionare con le priorità del “boom economico degli anni Sessanta”. Già nel 2010 questi interventi naturalistici erano ben 1021 in tutto il territorio di competenza dell’Unione Europea con forti recuperi di posizione anche da parte di Spagna e Polonia. L’Italia, di censiti ufficialmente, ne ha 11 (dati Istat 2017) con realizzazioni che, in media sono costate il doppio di pari interventi nella Germania riunificata. Un appello ed un richiamo ad una attenzione, quella per gli animali, apparentemente presente nella nostra bella Italia ma, in realtà, solo vetrina. Siamo il secondo Paese in Europa per Laboratori specializzati con uso di animali vivi per vivisezione e prove prodotti, siamo addirittura il primo per produzioni (in termini percentuali relative) di carne ovina, suina, bovina, avicola, fatta crescere in cattività. Il 52 per cento degli impianti di produzione intensiva italiani sono sotto verifica UE e ben il dieci per cento complessivo, negli ultimi vent’anni, è stato soggetto ad una multa legata al trattamento degli animali in crescita (questa volta i dati sono della UE (1). Ma i riferimenti all’arretratezza, soprattutto culturale oltre che dei procedimenti, della nostra cara Italia non si fermano qui. La dott.ssa Battaglia fa capire che gli interventi dovrebbero interessare anche le modalità di trasporto, di macellazione, di confezionamento e stoccaggio (oltre che di crescita degli animali “da rendita”) senza dimenticare la pratica della caccia, ammissibile solo e soltanto in funzione di riequilibratore e selecontrollore. Cioè per aiutare la fauna autoctona a ritrovare i suoi equilibri, aprendo pagine nuove (e, si spera, positive) in chiave ecocompatibile e non più predatoria. I numeri, d’altra parte, sono spaventosi. La biodiversità per diverse classi di animali si è assottigliata ben oltre il 50 per cento rispetto ai tempi di Linneo. Alcune specie di mammiferi, molte specie di pesci e molluschi in particolare, sono scomparse. Sono moltissime le classi di insetti che hanno visto decimate le loro presenze benefiche a partire dall’inizio del secolo scorso. Mancanze grave nelle varie catene alimentari che vanno, ricordiamocelo, a riverberarsi sulla nostra stessa qualità della vita. Un impegno per tutti che condividiamo con Luisella battaglia, rinnovando l’attenzione – sul tema specifico – dell’associazione CittaFutura. Qui dui seguito la parte centrale del suo articolo, già pibblicato sul Secolo XIX.
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(2) Forse per gli animali si apre l’accesso ai principi fondamentali della Costituzione, secondo una lettura evolutiva dell’art.9 che integri la tutela del paesaggio con la frase: “La Repubblica tutela l’ambiente e l’ecosistema, protegge le biodiversità e gli animali, promuove lo sviluppo sostenibile, anche nell’interesse delle future generazioni”. Un passo storico, come è stato a ragione definito, dal momento che viene ripreso un dibattito iniziato nel 2004 con la presentazione di una serie di proposte di legge che riprendevano una lotta iniziata col primo estensore di una “Carta dei diritti degli animali”, il ministro dell’Ambiente Valerio Zanone, nel lontano 1986. Nello stesso anno si era tenuto a Genova il primo Convegno Nazionale sui ‘diritti degli animali‘, organizzato dal Centro di Bioetica, a testimonianza della nuova attenzione della nostra società nei confronti della questione animale. «Che cosa dire del nuovo atteggiamento verso gli animali? – si chiedeva in quegli stessi anni Norberto Bobbio, un filosofo politico certo non sospettabile di sentimentalismo o di inclinazioni disneyane». Dibattiti sempre più frequenti ed estesi sulla liceità della caccia, i limiti della vivisezione, la protezione di specie animali diventate sempre più rare, che cosa rappresentano se non avvisaglie di una possibile estensione del principio di eguaglianza al di là addirittura dei confini del genere umano, un’estensione fondata sulla
consapevolezza che gli animali sono uguali a noi uomini, per lo meno nella capacità di soffrire? Riconoscere la difesa degli animali come esseri senzienti, sarà opera del Trattato di Lisbona nel 2007 e, tuttavia, la maggior considerazione morale per gli animali non sempre è andata di pari passo con un miglioramento delle loro condizioni di
vita: da qui la necessità di un’interpretazione in senso evolutivo delle leggi vigenti, a partire dalla Costituzione, inserendo una modifica che è peraltro già in vigore in altre realtà europee. La formulazione proposta, grazie ad un’altra dicitura inserita nel testo
– “la legge dello Stato disciplina i modi e le forme di tutela degli animali” – sembra soddisfare anche la Lega che, presentando ben 246.000 emendamenti, aveva cercato di contrastare l’iter legislativo.
Per il Carroccio ora dovrebbe esserci la garanzia che la generica tutela degli animali non vada ad intaccare attività, come la caccia e gli allevamenti, già regolamentate da specifiche leggi dello stato. In effetti, se la formulazione è estremamente vaga, può assumere, tuttavia, un più preciso significato nella misura in cui prefigura la necessità di individuare specifici codici di doveri nelle diverse modalità di rapporti che ci legano agli animali, convenzionalmente indicati, secondo una classica tripartizione, come familiari, da reddito, selvatici. Ogni specie – se ne dovrebbe desumere – ha caratteri biologici, modalità ed esigenze di vita propri che noi umani, in quanto agenti morali, dovremmo considerare meritevoli di attenzione e tutela, anche a livello legislativo, pervenendo ad una mediazione tra interessi umani e animali, attraverso, ad esempio, un uso accorto del principio di proporzionalità. Possiamo anche cogliere, nella formulazione, un approccio insieme umanistico e ecologico che prende in considerazione l’intero rapporto uomo/biosfera e ci dovrebbe far comprendere come l’intera nostra storia sia segnata dal rapporto con l’ambiente e con gli altri viventi.Piccoli passi, si dirà, e in effetti il percorso per arrivare alla modifica dell’articolo 9 della Carta è ancora lungo. Ma ancora più lungo è il viaggio degli animali. Come conciliare i nostri standard di giustizia con i trattamenti ad essi inflitti? C’è ancora molta strada da fare. Ce lo ricorda in un suo celebre testo, Nuove frontiere della giustizia, la filosofa Martha Nussbaum, “riguardo agli animali il viaggio verso la giustizia è appena iniziato”. (… )
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.1. https://ec.europa.eu/info/law/law-making-process/applying-eu-law/infringement-procedure_it
.2. Luisella Battaglia. “GLI ANIMALI E LA CARTA”. L’autrice, fra gli altri incarichi, è presidente dell’Istituto italiano di Bioetica. Ripreso da: “Il secolo XIX – sabato 22 5 2021 pag.13”. Segnalato da Luigi Fasce.
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