Conferenza programmatica Europa Verde – Verdi

Del “Gruppo 5” della Conferenza Programmatica  fa parte il nostro Direttore per cui, in forza di questa opportunità, non ci esimiamo da una anticipazione importante, anche se difficilmente recepibile. Si va dalla richiesta di un ritorno al profilo istituzionale classico delle Guardie Forestali, ad una ripresa seria dello spirito originario della L. 391, quella che definisce compiti e tutele dei Parchi italiani. Senza dimenticare la deforestazione, il consumo del suolo e la necessità di una armonizzazione tra i livelli gestionali. Qui il testo del Gruppo di Lavoro nella sua formulazione finale. Il risultato è stato ottenuto in pochissimo tempo data la recentissima assemblea programmatica di lancio dei “tavoli di lavoro” del 12 e 13 marzo 2022. Un buon segnale. (n.d.r.)

Conferenza programmatica Europa Verde – Verdi

Bozza documento SINTETICO Gruppi di Lavoro

Gruppo 5 – Biodiversità, Aree Protette, Diritti Animali

    1. Lo stato dell’arte
  1. Il quadro globale dei problemi e delle politiche di conservazione della biodiversità e degli ecosistemi

A livello globale la perdita di specie ed ecosistemi è il secondo più grave fattore di minaccia sul Pianeta, insieme ai cambiamenti climatici, ma il fenomeno non è ancora vissuto diffusamente nelle politiche e nell’opinione pubblica come priorità. La conservazione della biodiversità, sia come difesa degli ecosistemi e dei servizi che essi producono per la comunità umana (servizi ecosistemici), sia per il valore intrinseco, con riflessi sulla scala etica ma anche su quella economica, richiedono una forte accelerazione delle politiche a livello globale, europeo e nazionale. Nell’Agenda 2030 e negli SDGs troviamo diversi obiettivi con riferimento alla Convenzione di Rio sulla Diversità Biologica; mentre su scala Europea la recente Strategia per la Biodiversità, unitamente alla coordinata Strategia Farm to Fork, rappresentano il principale quadro politico-programmatico. Va anche considerato che il sistema economico globale ha un impatto sostanziale sulla diversità e gli ecosistemi nel mondo; questi elementi andranno incorporati sempre di più nelle politiche europee e nazionali.

  1. Lo stato di attuazione del sistema nazionale delle aree protette, della Rete Natura 2000 e della normativa sulla tutela animale

La attuale politica nazionale per la conservazione della natura si sviluppò in particolare a seguito dell’approvazione della Convenzione di Ramsar sulle aree umide (1971), della Convenzione sulla Diversità biologica (1992), della legge quadro n. 394 del 1991, della legge n. 157/92 sulla tutela della fauna omeoterma e la gestione dell’attività venatoria, dell’approvazione della Direttiva Habitat, attraverso la creazione della rete ecologica coerente europea “Natura 2000”, il Testo Unico Forestale e la recente Strategia Forestale Nazionale. In Italia esistono oggi 871 aree protette iscritte nell’EUAP (Elenco Ufficiale delle Aree Protette) e riconosciute anche a livello europeo nel database delle aree protette nazionali, per un totale di oltre 3 milioni di ettari tutelati a terra, circa 2.850mila ettari a mare e 658 chilometri di costa.

Il sistema delle aree della Rete Natura 2000 in pratica è del tutto separato da quello delle aree protette nazionali, ed è attuato attraverso il DPR 357/97 e successive modifiche: esistono 2358 Siti di Importanza Comunitaria (SIC), 2297 dei quali sono stati designati quali Zone Speciali di Conservazione, e 636 Zone di Protezione Speciale (ZPS), 357 delle quali sono siti di tipo C, ovvero ZPS coincidenti con SIC/ZSC.

Le aree protette in questi 30 anni di legge quadro, hanno avuto un importantissimo impatto positivo sui sistemi economici locali basati su una ottica di sostenibilità. Anche se è possibile intervenire con miglioramenti ulteriori della normativa, è sul piano della sua attuazione, come ad esempio nel contrasto al bracconaggio, che si gioca l’efficacia dell’azione di conservazione.

Infine, è stata emanata una normativa per i servizi ecosistemici, servizi che tali aree protette svolgono in modo intrinseco per la Comunità (Decreto legislativo 3 aprile 2018, n. 34), che demanda alle Regioni il compito di promuovere sistemi di pagamento dei servizi ecosistemici ed ambientali (PSE) ma lo stato di attuazione è del tutto inesistente.

Negli ultimi anni, poi, sono stati fatti passi avanti anche nella normativa sui diritti degli animali, come nel caso dei maltrattamenti, degli allevamenti, e in altri settori, ma molto rimane da fare. Di recente è stata introdotta nell’articolo 9 della nostra Costituzione la tutela degli animali, della biodiversità e degli ecosistemi.

    1. Analisi
  1. La Strategia Europea sulla Biodiversità come quadro politico di riferimento

Europa Verde ritiene che nel quadro attuale, il principale obiettivo da perseguire con costanza e intenso impegno è l’attuazione della Strategia UE sulla Biodiversità 2030, in particolare l’obiettivo UE di raggiungere entro il 2030 il 30% del territorio comunitario interessato da aree protette, delle quali il 10% di aree a stretta protezione. È fondamentale un coordinamento della politica delle aree protette con le altre politiche nazionali, particolare attenzione va data all’attuazione del PNRR ed agli impatti sulle aree appartenenti a quelle individuate per gli obiettivi sopra indicati, per le localizzazioni di impianti infrastrutturali; in tal senso andranno richieste le analisi DNHS richiamate dal Regolamento 2021/241.

  1. Le ipotesi di riforma della legge quadro sulle aree protette, e il costante dibattito politico sulle norme sulla tutela della fauna

Nei prossimi anni, visto il quadro generale sopra delineato sul piano comunitario, sarà necessario operare per rafforzare invece gli obiettivi di conservazione e la cultura ambientalista, soprattutto condividendo maggiormente nella società la coscienza dell’impatto sui sistemi globali di scelte localistiche che possono portare a gravi conseguenze.

  1. Armonizzazione normativa dei sistemi di gestione e tutela del complesso delle aree protette, anche con quello della Rete Natura 2000

La separazione tra le aree protette nazionali e la Rete Natura 2000 è uno dei principali punti da affrontare, così anche come la scarsa attuazione della Rete Natura 2000

  1. Il dibattito sui diritti animali anche in rapporto alla sostenibilità ambientale

Negli ultimi anni è sempre crescente l’attenzione dell’opinione pubblica sui diritti animali e sui rapporti tra qualità della vita degli animali e qualità della vita umana, non solo sul piano etico ma anche su quello delle scelte sostenibili da un punto di vista ambientale. Parlando di cambiamenti climatici, grazie a recenti ricerche si sta dando sempre più importanza al binomio allevamenti intensivi – inquinamento, e attenzione all’aumento del consumo di carne

Un altro grande problema rappresentato dagli allevamenti intensivi è l’inquinamento che producono. Altro motivo per cui gli allevamenti intensivi sono molto criticati è per il grosso sfruttamento del suolo volto a far pascolare gli animali, si pensi ad esempio alla deforestazione che sta segnando l’America Latina e in particolare l’Amazzonia.

Un tema importante è il miglioramento e la piena attuazione, in particolare sul contrasto al bracconaggio, della legge sulla tutela della fauna selvatica omeoterma.

Alcuni temi centrali da affrontare sono: a) Allevamento intensivo; b)Trasporto degli animali; c) Allevamento in gabbia; d) Tutela degli animali impiegati a fini scientifici.

    1. Buone pratiche
  • Promuovere l’importanza del concetto della biodiversità nel quadro del contesto agroalimentare.
  • Promuovere una cultura più rispettosa degli animali, del mondo vegetale e della salute umana mediante una dieta equilibrata che apporti un minor consumo di carne e che provenga da allevamenti più sostenibili e rispettosi del benessere degli animali.
  • Divulgare i consumi di cibi locali, che richiedono un numero inferiore di trattamenti chimici di sintesi e il cui trasporto incide, chiaramente, molto poco sull’inquinamento atmosferico e sulle emissioni climalteranti, attraverso progetti di sensibilizzazione nelle scuole e nelle mense pubbliche sull’importanza di una alimentazione sana, della stagionalità, della filiera corta (attenzione all’aumento sconsiderato di alcune produzioni, come per esempio di soia), e promuovere, attraverso gli Enti locali, l’inserimento nei POF dei suindicati progetti.
  • Implementare i controlli che garantiscano l’uso di alimenti locali, la stagionalità, la filiera corta, perseguendo pratiche scorrette che spesso sfociano in vere e proprie truffe. Istituire quindi un marchio di biodiversità garantita.
    1. Proposte

Europa Verde si impegna, in tutte le sedi legislative in cui è presente con suoi rappresentanti, a:

  • ridiscutere la soppressione della Forestale, istituendo un nuovo Servizio Ambientale e Forestale (SAF), inteso come un moderno Corpo tecnico dello Stato, ad ordinamento civile, preposto alla tutela dell’ambiente, alla conservazione delle foreste, alla lotta agli incendi boschivi, alla protezione della fauna, alla difesa del suolo, al controllo, presidio e monitoraggio del territorio rurale (agro-forestale, montano, collinare e costiero) e alla prevenzione dei rischi naturali, con funzioni di polizia per il contrasto dei reati ambientali, pubblico soccorso e protezione civile.
  • implementare la rete nazionale dei Boschi Vetusti e degli Alberi monumentali d’Italia, garantire la genetica autoctona dei semi forestali in uso da parte dei vivai forestali, nonché assicurare l’attuazione della Strategia Forestale Nazionale;

ed a presentare:

  • la proposta di norma inerenti i pagamenti per i servizi ecosistemici;
  • l’attuazione integrale delle norme di gestione dei Siti della Rete Natura 2000;
  • la proposta di norma per la consapevolezza della rilevanza della biodiversità;
  • la proposta di norma per il contrasto alla desertificazione, fenomeno collegato alla riduzione di habitat e perdita di biodiversità, per attuare politiche di diversificazione dei sistemi agro-silvo-pastorali e di tutela e recupero del suolo produttivo, secondo i criteri dell’agroecologia’;
  • la proposta di norma per far si che gli animali domestici e quelli selvatici non siano più considerati oggetti ma esseri senzienti;
  • la proposta di norma per istituire il marchio di ‘Cultore della biodiversità’ in campo agro-forestale ed eno-ganostronomico.

Attuazione in Italia della Strategia Europea per la Biodiversità

  • Attuazione in Italia, nel rigoroso rispetto dei tempi della Strategia comunitaria, degli obiettivi del 30% di aree protette, delle quali il 10% di aree a stretta protezione.
  • Coordinamento della politica delle aree protette con le altre politiche nazionali, in particolare, occorre porre attenzione nell’attuazione del PNRR agli impatti sulle aree appartenenti a quelle individuate per gli obiettivi sopra indicati, e localizzazioni di impianti infrastrutturali in genere nelle aree appartenenti al 30% e al 10%.
  • Individuazione delle aree da sottoporre a ripristino della Natura.
  • Riforestazione concentrata soprattutto in ambito urbano.
  • Politica forestale nazionale indirizzata in senso naturalistico e non solo ‘produttivistico’.
  • Rafforzamento delle strutture amministrative e tecniche centrali (MITE e MIPAAF), delle Regioni competenti in materia di biodiversità e degli enti di gestione delle aree naturali protette.
  • Sviluppo ed attuazione di un piano nazionale degli impatti del “Sistema Italia” sulla biodiversità globale.
  • Politiche di diversificazione dei sistemi agro-silvo-pastorali e di tutela e recupero del suolo produttivo, secondo i criteri dell’agroecologia’.
  • Gestire al meglio aree naturali, agricole ed urbane al fine di integrare le aree protette nel territorio e dare una maggiore integrità e continuità agli habitat.

Rafforzamento della rete nazionale delle aree protette

  • Miglioramento delle capacità gestionali di parchi e riserve nazionali e regionali, anche come territori chiave per l’applicazione delle politiche internazionali di contrasto ai cambiamenti climatici (adattamento e mitigazione) e di conservazione della diversità biologica.
  • Inserire nel novero delle aree protette i terreni collegati alle banche del germoplasma ed alcune aree urbane di particolare interesse ambientale.
  • Piena integrazione della rete nazionale delle aree protette e della Rete Natura 2000, anche con gli opportuni aggiornamenti normativi.
  • Definizione di linee di intervento (PNRR e altro) per il rafforzamento delle capacità gestionali degli enti di gestione e per la fruizione sostenibile delle aree protette.
  • Azioni finanziarie e fiscali per la aree naturali protette, riprendendo lo spirito della 394/91, ed in particolar modo dell’art. 7, applicando il PSEA o PES (Payment for Ecosystem Services), in modo da attrarre ed incentivare privati cittadini ad attività all’interno delle stesse, ed evitarne lo spopolamento.

Rapporto tra normativa paesistica, normativa ambientale e normativa agricola e rurale: proposte verso una riforma

  • Costituzione di una commissione di studio (sul modello della “Commissione Franceschini” degli anni ’60) per la revisione della normativa paesaggistica e di quella ambientale connessa alla tutela del territorio (aree protette), al fine di raggiungere obiettivi di efficienza della conservazione delle strutture e delle procedure.
  • Sviluppo di politiche di “ruralità ecologica” in accordo con il mondo agricolo, sviluppando il ruolo multifunzionale delle imprese agricole, attraverso anche proposte di modifica della PAC e dei PSR in senso più ecologico, creando un Piano di indirizzo che punti alla indicazione e valorizzazione delle nostre specie e razze autoctone, alla resilienza, alla implementazione di modelli produttivi complessi, invertendo la tendenza, ormai in corso da decenni, di riduzione di superficie produttiva e di biodiversità agricola e naturale.

Conservazione delle specie animali e vegetali

  • Attuazione dei piani nazionali di conservazione e gestione delle specie maggiormente minacciate, e sviluppo di nuovi piani, dotandoli di sufficienti risorse finanziarie che permettano l’effettiva tutela delle specie interessate;
  • Sviluppo di politiche di contrasto al bracconaggio;
  • Definizione di una strategia nazionale per il contrasto all’introduzione, per la potenziale possibile eradicazione e/o gestione delle specie alloctone invasive, in accordo con i documenti internazionali in materia, privilegiando gli approcci ecologici; sia a livello ambientale naturale che agricolo.
  • Definizione di specifici criteri nazionali per evitare la diffusione delle specie alloctone a con l’individuazione dei potenziali hot spot e opportune politiche di sensibilizzazione sia a ridosso degli hot spot che a livello nazionale più diffuso.

Servizi ecosistemici ed allevamento animale

  • Trasformazione dei sistemi agro-zootecnici inizino verso la via della sostenibilità attraverso una giusta quantificazione dei Servizi Ecosistemici.
  • Percorrere canali sostenibili di produzione del cibo.
  • Sostegno alla zootecnia estensiva, per favorire la riduzione interna netta delle emissioni di gas a effetto serra;
  • Taglio delle sovvenzioni pubbliche alla zootecnia intensiva e sostenere misure che premino la riconversione verso l’estensivizzazione.

Diritti animali

  • Rafforzare la normativa in materia di diritti animali;
  • Inserire in tutte le politiche di gestione faunistica un approccio che garantisca la tutela dei diritti animali, nell’attenzione per le esigenze ecologiche;
  • Sviluppare iniziative per la crescita della consapevolezza pubblica dei diritti animali e per la conoscenza delle modalità di mantenimento degli animali in cattività in tutte le loro forme, con campagne sugli allevamenti animali e sulle loro conseguenze sui diritti animali e sui sistemi ecologici.
  • Adottare   politiche e strumenti a supporto della transizione verso allevamenti senza gabbie e rispettosi del benessere animale;
  • Abolire il sostentamento economico dell’industria degli allevamenti intensivi e promuovere invece le produzioni alimentari più sostenibili.
  • Campagne per la diminuzione della produzione e del consumo di carne e di altri prodotti di origine animale.
  • Incentivare sistemi di allevamento estensivo e allevamenti con metodi alternativi che avrebbero la prerogativa di garantire maggiore benessere degli animali, tutela del consumatore e sostenibilità ambientale.
  • Approvare un disciplinare di etichettatura volontaria secondo il metodo di allevamento per bovini, suini e conigli anche utilizzando la regolamentazione del sistema di qualità nazionale zootecnica a livello nazionale ai sensi del Regolamento (CE) n. 1974/2006.
  • Approvare una legge che obblighi all’installazione delle telecamere nei macelli, migliorando le condizioni in cui gli animali vengono macellati, eliminando le inutili sofferenze a cui sono troppo spesso sottoposti e tutelando allo stesso tempo i diritti e la privacy dei lavoratori, e nei laboratori di sperimentazione animale.
  • Garantire la sicurezza, la salute umana ma soprattutto il benessere degli animali destinati al macello.
  • Ridurre i tempi di trasporto, migliorare le condizioni sanitarie e incrementare la sorveglianza sulle violazioni delle norme Ue sul trasporto degli animali.
  • Disincentivare l’esportazione di animali vivi in favore di un sistema più efficiente ed etico, che favorisca il trasporto di sperma per allevamento o di carcasse e carne già macellate.
  • Approvare una legge che vieti l’uso preventivo degli antibiotici negli allevamenti, e del controllo dei farmaci veterinari.
  • Sostenere gli agricoltori e aiutarli ad adottare pratiche agricole più sostenibili, per evitare una perdita di competitività e una conseguente delocalizzazione della produzione dell’UE verso paesi terzi con obiettivi meno ambiziosi in termini di benessere degli animali.
  • Sostituzione del modello animale con metodi incruenti basati sulla biologia umana, i cosiddetti NAMs human-based, quali gli organs on chip e gli organoidi.
  • Promuovere la conoscenza dei NAMs human-based nella formazione universitaria; rendere obbligatoria, e non solo opzionale, la scelta dei metodi sostitutivi già validati dall’ Ente europeo ECVAM in ambito tossicologico.
  • Promuovere una convenzione a livello nazionale per discutere dei diritti degli animali,

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