Tagliolo Monferrato

Wind Tre ufficializza Super Rete 4.5G. Ad Alessandria si può già provare -  MondoMobileWeb.it | News | Telefonia | Offerte

Da Alessandria a Tagliolo Monferrato

Distanza 40Km

popolazione 1600 circa

Tagliolo Monferrato - Wikipedia

Breve storia di Tagliolo

Il Comune trae il proprio toponimo da Taliolus, Talliolus o Taiolus ad indicare forse una zona di intenso disboscamento.

In epoca longobarda vi operarono i monaci di San Colombano del vicino monastero di Belforte Monferrato, all’epoca noto col nome di Uxecium. Concesso nel 976 in feudo agli Aleramici dall’imperatore Ottone I, fu possedimento di vari feudatari: Malaspina, Cattaneo della Volta, gli Spinola, i Doria, i Del Bosco.

Durante il periodo medioevale ospitò il monastero femminile di Santa Maria di Bano, i cui resti sono ancora oggi visibili sul monte Colma, presso l’omonima località. Fu conquistato “armata manu” dal condottiero militare della Repubblica di Genova Egidio di Negro, durante l’espansione genovese nell’Oltregiogo. Entrato nell’orbita del ducato di Milano, fu dato in feudo alla Il Comune trae il proprio toponimo da Taliolus, Talliolus o Taiolus ad indicare forse una zona di intenso disboscamento. In epoca longobarda vi operarono i monaci di San Colombano del vicino monastero di Belforte Monferrato, all’epoca noto col nome di Uxecium. Concesso nel 976 in feudo agli Aleramici dall’imperatore Ottone I, fu possedimento di vari feudatari: Malaspina, Cattaneo della Volta, gli Spinola, i Doria, i Del Bosco. Durante il periodo medioevale ospitò il monastero femminile di Santa Maria di Bano, i cui resti sono ancora oggi visibili sul monte Colma, presso l’omonima località. Fu conquistato “armata manu” dal condottiero militare della Repubblica di Genova Egidio di Negro, durante l’espansione genovese nell’Oltregiogo. Entrato nell’orbita del ducato di Milano, fu dato in feudo alla famiglia Gentile. Nel 1750 a seguito del matrimonio di Teresa Gentile con Costantino Pinelli, il feudo di Tagliolo passò alla famiglia Pinelli Gentile, ancora attuale proprietaria del castello. famiglia Gentile.

Tagliolo Monferrato: la guida completa

Il castello e i suoi accessi interni ed esterni

Turismo a Tagliolo Monferrato nel 2022 - recensioni e consigli - Tripadvisor

Ed ecco la chiesa intitolata a san Vito martire (Mazara del Vallo, III secolo – Lucania, 15 giugno 303), fu un giovane cristiano che subì il martirio nel 303 durante la grande persecuzione voluta dall’imperatore Diocleziano. È venerato come santo da tutte le chiese che ammettono il culto dei santi, annoverato tra i santi ausiliatori e il suo culto si estende in tutta l’Europa sin dai primi secoli dopo il suo martirio. La sua memoria liturgica ricorre

Non si hanno dati storicamente accertati sulla sua origine. Tuttavia la tradizione lo vuole nato in Sicilia da padre pagano. Secondo una passio del VII secolo il fanciullo siciliano Vito[3], rimasto orfano di madre, fu affidato alle cure della nutrice Crescenzia e dal pedagogo Modesto, che lo fecero convertire alla fede cristiana. Dopo aver operato già molti miracoli, Vito sarebbe stato fatto arrestare insieme ai due tutori dal preside Valeriano su istigazione del proprio padre. Avrebbe subito torture e sarebbe stato gettato in carcere senza che però avesse rinnegato la propria fede. I tre sarebbero stati liberati miracolosamente da un angelo e si sarebbero recati in barca in Lucania per continuare il loro apostolato. La leggenda vuole che, durante il viaggio, i tre fossero nutriti da un’aquila che portava loro cibo e acqua finché sbarcarono alla foce del Sele sulle coste del Cilento.

illesi, furono quindi gettati in pasto ai leoni ma le bestie divennero mansuete. Furono infine torturati nella carne, ma vennero liberati da degli angeli che li riportarono presso il fiume Sele, dove morirono per le sofferenze il 15 giugno dell’anno 303.

Le salme dei tre martiri Vito, Modesto e Crescenzia sarebbero state in seguito sepolte dalla pia matrona Fiorenza in un luogo chiamato Marianus. Difatti, San Vito è protagonista anche nella storia di Polignano a Mare, nella provincia di Bari. Si dice che dopo il martirio, una pia matrona, di nome Fiorenza, in balia di una tempesta nel Sele, chiese aiuto a Dio che le inviò in soccorso San Vito. La principessa per ringraziare il santo decise di dare degna sepoltura a lui e ai suoi compagni in un “locus marianus” come richiesto da San Vito stesso. Fiorenza diede ordine ai suoi uomini di fare ricerche su questo misterioso luogo, senza alcun risultato. La principessa ormai rassegnata decise di seppellire i tre corpi lì dove li aveva trovati. Dopo tempo suo fratello si ammalò e addolorata chiese di nuovo aiuto a Dio; apparsole in sogno San Vito, le disse che avrebbe guarito suo fratello se lei avesse seppellito lui, Modesto e Crescenzia nel “locus marianus”.

Giancarlo Patrucco Clemente Accornero

Testi e immagini qui riportati vengono dal libero web.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*