Giornalisti di ieri e di oggi

Per chi ha buona memoria, è giusto e doveroso ricordare i nomi di alcuni giornalisti che hanno veramente segnato un’epoca.

Non sto parlando di posizioni politiche precostituite, ma del valore professionale di alcuni giornalisti che ho seguito con attenzione per alcuni decenni.

Non posso fare a meno di ricordare Italo Pietra, che ha seguito gli avvenimenti politici nel secondo dopoguerra, mentre mi sono sempre piaciuti gli interventi, a volte puntuti, ma sempre precisi ed intelligenti, di Giorgio Bocca, di cui sentiremo sempre la mancanza.

Un altro personaggio radio televisivo molto presente, molto coinvolgente e molto divulgativo è stato indubbiamente Sergio Zavoli, di cui spero i telespettatori si ricordino con affetto.

Come poi dimenticare Indro Montanelli, che dopo gli inizi di carriera, apparentemente filo fascista, ha saputo fare autocritica e rientrare autorevolmente nella vita di una Repubblica democratica, pur conservando sempre un atteggiamento critico e non banale…

Cosa abbiamo oggi?

Una pletora di giornalisti nati nel giardinetto ben coltivato da Silvio Berlusconi, tutti pronti ad ossequiare il capo e a fargli scudo nelle vicissitudini della sua vita movimentata.

Comunque, a mio avviso, un esercito di mercenari.

Potrò sbagliare, ma fogli quali “Il Giornale”, “Libero”, “La verità” sono quasi delle fotocopie nei titoli e nelle notizie.

Anche se il capo è morto da poco, tutti questi fogli difendono una Destra che si pensa ad immagine e somiglianza del caro estinto.

I giornali di Sinistra, come “l’Avanti” e “l’Unità”, non esistono praticamente più, e riscuote invece un certo successo “Il Fatto Quotidiano”, diretto con mano di ferro e guanto di velluto da un Marco Travaglio che, dopo i brillanti inizi, è diventato una sorta di Buddhino che, a braccia incrociate, sputa sentenze su tutto e tutti, come fosse una Sibilla Cumana, ma è talmente coinvolto nei suoi monologhi da non accorgersi che il dialogo, per lui, è impossibile.

Un giornalismo di cinquant’anni dopo che in definitiva risulta debole e moscio, come debole e moscia è la politica di cui si occupa, capace solo di esprimere dei personaggi circensi, che sanno soltanto lanciare slogan ai quattro venti, senza nessuna esigenza di ricerca della verità.

Viator

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