I PFAS-sostanze tossiche e cancerogene- sono presenti nelle acque potabili di Comuni alessandrini.

Si legge nel sito web di Solvay Specialty Polymers -ora Syensqo – “…realizza nello stabilimento di Spinetta Marengo materie plastiche, gomme e lubrificanti fluorurati indispensabili in tecnologie d’avanguardia che rispondono alle particolari esigenze di diversi settori industriali nelle principali aree mercato internazionali quali aerospaziale, elettronica, automotive, telefonia, energie alternative, estrazioni petrolifere…[1]

Per produrre queste materie fa uso dei PFAS, sostanze perfluoroalchiliche di varie formulazioni, indistruttibili e persistenti nel corpo umano ma tutte quante tossiche ed alcune sicuramente cancerogene. È accertato che causano: malattie della tiroide, aumento colesterolo, danni al fegato, cancro del rene, cancro testicolare nel feto ritardo dello sviluppo della ghiandola mammaria, riduzione della risposta ai vaccini, minor peso alla nascita [2].

L’impiego dei manufatti contenenti PFAS è diffuso capillarmente e universalmente: tali sostanze sono presenti negli esseri umani e nelle matrici ambientali. La loro nocività-come per ogni sostanza tossica- dipende dalla quantità che gli esseri umani introducono nel proprio corpo tramite le funzioni vitali (respirazione, alimentazione, contatto cutaneo). Fondamentale quindi stabilirne adeguati limiti con l’obiettivo finale di vietarne completamente la produzione e impedire che siano sostituiti con sostanze altrettanto nocive. Le istituzioni UE hanno emesso una direttiva in merito che riguarda l’acqua potabile, direttiva recepita dal governo italiano[3]. Sono stati identificati 24 tipi di PFAS fra i quali figura il cC6O4 attualmente prodotto a Spinetta Marengo. La somma delle quantità di tali PFAS, detta “Somma di PFAS” non deve superare i 100 ng/l. Alcune importanti osservazioni in merito al Decreto Legislativo:

  • Le autorità ambientali devono adottare la normativa “con ogni tempestività” e non oltre il 12 gennaio 2026. Potrà però essere applicata prima di tale data e resa più restrittiva a discrezione degli enti regionali. [4]
  • Nella “Somma di PFAS” non figura inspiegabilmente ADV, un PFAS che in varie formulazioni è da più di 30 anni utilizzato nello stabilimento di a Spinetta Marengo. Si tratta di sostanza “a catena lunga” assai simile al cancerogeno PFOA la cui produzione è vietata dal 2015.
  • Più recenti studi condotti da centri di ricerca sia europei che USA hanno mostrato che il limite di 100 ng/l è eccessivo ed hanno indotto la Commissione Europea a valutare un disegno di legge che proponga con decorrenza 2026 la drastica riduzione del limite del 95% (limite proposto 4,4 ng/l).[5]
  • Negli Stati Uniti l’E.P.A. (l’ente per la protezione dell’ambiente) raccomanda agli Stati di adottare un limite di 4 ng/l [6]

Questi dati e informazioni relativi ai limiti di PFAS in vigore e prospettati per il breve termine ci permettono di valutare correttamente i risultati delle recenti analisi condotte sulle acque potabili dei comuni di pertinenza di ASL Alessandria.[7]

Una rilevante critica delle analisi condotte da ASL riguarda i “limiti di quantificazione” (LQ) dei PFAS ricercati. In termini comprensibili: LQ è il valore più basso che la strumentazione adottata riesce a rilevare. Orbene per i PFAS attualmente prodotti a Spinetta Marengo è stato adottato LQ = 40 ng/l, valore troppo elevato nel momento che i limiti in vigore dal 2026 sono 100 ng/l e quelli proposti sia in UE che in USA negli anni a seguire sono di 4 ng/l (Si noti che valori di LQ= 0,5 ng/l sono tecnicamente adottabili). Coniando un aforisma “alla Bersani” potremmo dire che impiegare LQ elevati- quali quelli adottati da ASL e SOLVAY- è come voler ricercare i microbi con la lente d’ingrandimento e non con il microscopio.

Per quanto riguarda i pozzi dell’acquedotto di Spinetta i valori rilevati sono inferiori al LQ adottato. Si rammenti infatti che fin dalla metà del secolo scorso era noto l’inquinamento, l’avvelenamento delle acque della prima falda causato dal Polo Chimico. I pozzi degli acquedotti furono costruiti con l’avvertenza di pescare a monte della Fabbrica, nelle falde più profonda e comunque all’esterno della direzione di avanzamento delle falde acquifere. Ma avvalendosi delle considerazioni fatte in merito ai LQ si può solamente affermare che ADV e cC6O4 sono inferiori a 40 ng/l e non si può escludere che la Somma dei 24 PFAS-pur singolarmente inferiori ai 40 ng/l superino di gran lunga i 100 ng/l.

A riprova di quanto asserito il pozzo dell’acquedotto di Montecastello, che pesca nella falda superficiale, nei pressi del fiume Bormida a valle dello scarico dell’impianto di depurazione del Polo Chimico e nella direzione di avanzamento della falda che proviene dalla Fabbrica ha valori assai elevati dei PFAS prodotti da Solvay, come si può desumere dalla tabella riportata. Per tale motivo il Sindaco ne ha decretato la chiusura.

LOCALITA’ DATA

PRELIEVO

PFOA cC6O4 ADV N2 Sommatoria

di PFAS

LIMITE sommatoria di PFAS (Dlg 18/2023) LIMITE UE proposto per 2026
Alzano Scrivia Agosto 2020 180 190 100 4,4
Dicembre 2022 190 190
Castelnuovo Scrivia Luglio 2020 110 670
Febbraio 2023 70 70
Guazzora Aprile 2023 90 130
Isola Sant’Antonio Dicembre 2022 50 50
Montecastello Giugno 2020 250 670 940
Gennaio

2022

100 230 120 500
Spinetta Marengo Giugno 2023 <10 < 40 <40 ?
Piovera Aprile 2023 130 130
Tortona Dicembre 2022 30

TABELLA 1 Dati in ng/l tratti dal monitoraggio ASL citato nella nota 7 a piè di pagina)

ISTOGRAMMA 2: Concentrazioni di PFAS misurate nella falda acquifera superficiale all’interno ed all’esterno dello stabilimento

I dati di tabella mostrano il superamento dei limiti vigenti per il PFOA e dei limiti che entreranno in vigore nel 2026 per la sommatoria di PFAS nei Comuni di Piovera, Guazzora ed Alzano Scrivia (da 140 a 190 ng/l). Da notare che nella relazione ASL che riporta i dati del monitoraggio eseguito nelle reti idriche dei comuni alessandrini non figurano inspiegabilmente i dati relativi all’ acqua potabile distribuita nel capoluogo, quella cioè che utilizzano l’80% degli abitanti del Comune di Alessandria [8].

L’indagine condotta, basata su dati ufficiali resi pubblici da ARPA e ASL acquisiti dal sito web del Comune di Alessandria, dell’ARPA Piemonte e tramite procedura di “accesso agli atti”, è da intendersi come stimolo alle pubbliche amministrazioni, ai comuni interessati dalla presenza di PFAS nelle acque potabili, affinché richiedano studi ed indagini approfondite dagli enti tecnici pubblici regionali e nazionali. Non devono accettare che ARPA, ASL forniscano semplicemente un elenco di dati asettici. Devono pretendere considerazioni relative alle quantità di sostanze misurate confrontandole con quelle rilevate in zone non interessate da inquinamenti rilevanti e pretendere un parere sulla pericolosità di dette sostanze.

Concludo elencando le più importanti azioni che l’analisi condotta induce ad eseguire e gli interrogativi che pone:

La valutazione dell’estensione delle falde acquifere inquinate dal Polo Chimico dalle quali potrebbero attingere, i pozzi utilizzati da aziende agricole e da privati. L’istogramma 2 riporta, a titolo di esempio, le concentrazioni massime di PFAS rilevate nell’area esterna adiacente allo stabilimento.

L’individuazione dell’origine degli inquinamenti da PFAS dei Comuni della Valle Scrivia

Le motivazioni della mancata chiusura dei pozzi dei Comuni di Piovera, Alzano Scrivia, Castelnuovo Scrivia e Guazzora che superano i limiti attualmente vigenti per PFOA. Chiusura viceversa encomiabilmente imposta dal Sindaco di Montecastello.

Le cause della presenza del composto cC6O4 in luoghi assai distanti da Spinetta Marengo dove ha sede l’unico sito di produzione di tale PFAS

Il Survey condotto e reso pubblico da Greenpeace Italia mostra l’estensione della presenza dei PFAS nelle acque potabili di gran parte del Piemonte e suggerisce correttamente che oltre agli interventi di bonifica ed alla riduzione immediata dei limiti di accettabilità sia vietato di produrre queste tossiche e cancerogene sostanze.” Chiedi al Governo italiano la messa al bando dei PFAS” è lo slogan della raccolta firme lanciata da Greenpeace alla quale hanno aderito i comitati Stop Solvay, Anemos, ed associazioni ambientaliste alessandrine partecipando alle iniziative ed alle pubbliche assemblee in corso in Piemonte.

Alessandria 8 maggio 2024

Claudio Lombardi

  1. Solvay | A Pioneering Chemical Company
  2. Agenzia europea dell’ambiente. Programma di tossicologia nazionale US (2016)
  3. Direttiva UE 2020 n° 2184 recepita con DLgl n°18/2023 in vigore dal 21 marzo 2023.
  4. DECRETO LEGISLATIVO 23 febbraio 2023, n. 18 – Normattiva; art.24 comma1 “Le autorità ambientali e sanitarie e i gestori idro-potabili adottano con ogni tempestività, e comunque non oltre il 12 gennaio 2026, le misure necessarie a garantire che le acque destinate al consumo umano soddisfino i valori di parametro di cui all’allegato I, Parte B, per quanto riguarda: bisfenolo-A, clorato, acidi aloacetici, microcistina-LR, PFAS-totale, somma di PFAS e uranio”
  5. Informazioni fornite dalle parlamentari europee Sabrina Pignedoli (5s), Maria Angela Danzi (5s) nell’incontro on line del 21 ottobre 2023.
  6. The Devil they Knew: Chemical Documents Analysis of Industry Influence on PFAS ScienceNadia Gaber,1 Lisa Bero,2 and Tracey J. Woodruff Published online 2023 Jun 1. doi: 10.5334/aogh.4013
  7. <b>IN EVIDENZA:</b><br>Monitoraggio della presenza di PFAS in alcune reti idriche del territorio della Provincia di Alessandria dal 2019-2023 – ASL AL
  8. <b>IN EVIDENZA:</b><br>Monitoraggio della presenza di PFAS in alcune reti idriche del territorio della Provincia di Alessandria dal 2019-2023 – ASL AL)

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*