Premessa
Della Montedison – Montefluos – Ausimont – Solvay (ora SyEnsQo) si è già detto e scritto molto. Pro Natura, nella sua rappresentanza territoriale di Alessandria ha già fatto sentire più volte la propria voce in merito anche con esposti e denunce (pure con una rappresentanza come “parte civile” ad uno degli ultimi processi che hanno visto imputata la multinazionale, sempre la stessa ma con nomi e componenti amministrative differenti). Si tratta di una grandissima azienda del settore chimico piazzata quasi al centro di uno dei sobborghi più popolosi della città di Alessandria (Spinetta Marengo) con una produzione multiforme che risale a più di cent’anni fa, dagli antiparassitari e pesticidi più potenti (e con residui inquinanti) a prodotti chimici per l’automotive, per il settore bellico, per l’ “aerospaziale”, anche per elettrodomestici e simili (antiaderenti per pentole e padelle). Un put-pourri incredibile che ha lasciato le sue tracce indelebili in chilometri quadrati di terreni contaminati in cui oggi non si può fare nulla, a meno che vengano attivate serie bonifiche. Oltre, beninteso, al completo abbandono di vecchi e nuovi prodotti in produzione che, come i PFAS / perfluoroalchemici, perpetuano i rischi di cancerogenesi e di ogni tipo possibile di affezione.
Fatta questo premessa passiamo ai fatti.
La lettera via PEC di “esortazione alla chiarezza”
Di incidenti rilevanti è pieno il registro degli indagati depositato in Procura con copie in Prefettura, in diversi Comuni e un po’ ovunque, tutti incidenti che più o meno, negli ultimi quarant’anni hanno riguardato le varie produzioni fatte nell’area dell’attuale Solvay / XiEnsQo. Problematiche pesanti che hanno comportato incidenti mortali e un lungo elenco di operatori a vari livelli interessati da tumori o degenerazioni riconducibili alle lavorazioni specifiche. L’ultimo, in ordine di tempo, è avvenuto a fine agosto e di lì partiamo… Ecco in dettaglio la comunicazione inviata agli organi competenti via “pec”..
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Egregio Sindaco. Egregi assessori in indirizzo.
Interpretando una preoccupazione e, al tempo stesso, una domanda di maggiore informazione riguardo il recente incidente avvenuto nella vicina Solvay/SyEnsQo si fa rispettosa istanza presso codesta Amministrazione per avere la presenza di uno o più amministratori interessati alla questione nella prossima riunione della CONSULTA DELL’AMBIENTE da poco istituita da parte del Comune di Alessandria. Attendendo un vs. cortese e gradito riscontro si porgono i migliori saluti. il presidente di Pro Natura Alessandria “e.r.i.c.a. i 2 fiumi” ETS. Pier L. Cavalchini
si allega una delle molte cronistorie pubblicate in questi giorni in merito alla questione in oggetto.
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SPINETTA MARENGO – ORE 14.30 – Per la Prefettura di Alessandria si tratta di un’emergenza da “Codice Giallo”.
“Alle 11 del giorno 29 agosto presso la Sala di Protezione Civile della Prefettura, si è svolto un incontro relativo all’evento incidentale verificatosi all’interno dello Stabilimento Syensqo (ex Solvay) di Spinetta Marengo, cui hanno partecipato il sindaco del capoluogo, le forze dell’ordine, i Vigili del Fuoco, l’Arpa Piemonte, la Provincia, l’ASL-AL, la Polizia Locale e i responsabili dello stabilimento, al fine di verificare e monitorare la situazione emergenziale in atto”.
Sulla base delle informazioni acquisite, spiegano, “è emerso che alle ore 3.49 si è verificata la fuoriuscita da un contenitore isotank di una miscela intermedia di produzione composta da diclorofluorometano, con tracce di acido fluoridrico e cloroformio”. La comunicazione relativa recita: “La squadra interna allo stabilimento ha prontamente attivato le procedure relative all’abbattimento dei composti – si legge nella nota – secondo quanto previsto dal Piano di emergenza interna dello stabilimento. Sono stati, quindi, avvertiti tutti gli enti preposti, attivando la procedura di allerta “Codice Giallo” prevista dal Piano di emergenza esterna”. Inoltre risulta ch i Vigili del Fuoco siano intervenuti per acquisire i necessari elementi di conoscenza e per seguire le operazioni di messa in sicurezza del sito. Dai primi rilevanti risulta che “L’attività di monitoraggio per la rilevazione di composti acidi e composti organici volatili, anche tramite campionamenti con “canister”, effettuata dal personale dell’Arpa, non ha evidenziato valori dei composti chimici fuoriusciti in concentrazioni significative. Non risultano coinvolti composti PFAS”.
Nel corso della riunione è arrivata la comunicazione dell’avvenuta cessazione della fuoriuscita delle sostanze dal contenitore e il totale abbattimento delle sostanze fuoriuscite, con contestuale chiusura dello stato di emergenza. Il comunicato procede con la seguente dichiarazione. “Allo stato attuale la situazione continua, comunque, a essere attentamente seguita – conclude la Prefettura – anche con il supporto dei nuclei NBCR dei Vigili del Fuoco di Alessandria e Torino, in attesa del completamento delle ordinarie attività di accertamento delle cause dell’incidente”. Ad ulteriore informazione si riporta anche la comunicazione di provenienza aziendale….
ORE 14 – Syensqo ha comunicato che l’emergenza di questa mattina presso lo stabilimento di Spinetta si è conclusa alle ore 11:38. “È in corso – precisano – il travaso in un altro tank del contenuto, costituito da gas freon con impurezze di acido fluoridrico e cloroformio. Si ribadisce che non ci sono stati impatti su cose o persone”.
ORE 12 – I lavoratori sono rientrati. Ora bisognerà capire cosa sia accaduto questa mattina, tra le 5 e le 6 nell’area dove si è verificata la perdita. E sapere cosa abbia registrato la centralina di via Genova.”
Abbiamo ripreso uno dei comunicati diramati dalla azienda stessa e fatto un collage di pezzi di giornalisti che da subitosi sono allertati. Abbiamo confezionato il tutto (come Pro Natura Alessandria “e.r.i.c.a. i 2 fiumi” sperando in una pronta risposta ma….fino a questo momento…nulla.
Proviamo a capire come stanno le cose…
In mancanza di una “pronta risposta” partecipiamo a termini di legge ad una delle audizioni riguardanti la specifica emergenza (liquidata come “incidente non rilevante immediatamente rientrato”) e, grazie alla convocazione della Commissione Consiliare competente dell’11 settembre u.s. (Ambiente e Territorio) ci vengono chiarite le idee. Non arrivano grandi risposte, sia chiaro, più che altro motivazioni di ritardi, complicazioni nei procedimenti, problemi di vario genere riferibilii soprattutto alla sfera giuridica.
A parlare in modo schietto e diretto è il dott. Alessandro Zaccone, responsabile amministrativo dei procedimenti inerenti Solvay ecc.
Si presenta: “Sono un dirigente che non da molto si interessa di questi argomenti”. Poi passa ad elencare quanto di competenza dell’Ente Comune di Alessandria: “Attualmente due procedimenti da parte del Comune di Alessandria. Il primo interessa sei milioni di metri quadrati all’esterno dell’area del polo chimico. Si tratta della Procedura n. 1 partita nel 2020, secondo quanto prescritto dal Codice dell’Ambiente. Procedura che riguardava esclusivamente la “Solvay”. Ricordo che sono presenti altri due soggetti giuridici all’interno del polo, uno è Arkema e il terzo è il Consorzio che si interessa degli scarichi e reflui”. Parte di lì il dott. Zaccone. presumibilmente perché ritiene (con diverse ragioni) che la problematica sia di una certa complessità. Infatti continua…“Si tratta pertanto di una situazione particolarmente pesante dal punto di vista gestionale giuridico perché ci sono più soggetti in ballo”. Aggiungendo che “E’ da tenere presente inoltre che il tavolo tecnico di competenza, quando si riunisce, si trova in una aula simile a quest’aula consiliare alla presenza di più avvocati che tecnici.Una commissione molto attenta sotto tutti i profili, sia dal punto di vista tecnico che – e ancor più dettagliatamente – giuridico”.
Per far capire in quale ginepraio si trovi l’Ente Comune ricorda che : “E’ da tener presente che Solvay impugna (quindi ricorre) tutti i provvedimenti che l’Ente Provincia o l’Ente Comune emettono rispetto a queste problematiche”. Aggiungiamo noi…hanno studi giuridici di livello nazionale e oltre a disposizione, mezzi praticamente illimitati e la possibilità di spostare i procedimenti con facilità, data la presenza di studi giuridici collegati un po’ in tutta Italia. Ma Antonello Zaccone cerca di tener fede agli impegni presi e procede nella comunicazione…
“Rispetto alla seconda procedura, che risale più indietro nel tempo, riguardante le modalità di bonifica interna allo Stabilimento, venne sostanzialmente rivoluzionata nel 2008 con l’ipotesi della “barriera” che ormai tutti conosciamo” (1).
“Si tratta di una procedura molto diversa in quanto da condurre all’interno “a stabilimento aperto”. Principale obiettivo la neutralizzazione del cromo esavalente. Uno degli inquinanti più classici (nel senso di uno continuativo, persistente e documentato)”. Le molteplici occasioni di “fabbrica aperta” ci hanno permesso di conoscere direttamente modalità e teecniche di intervento per giungere ad una bonifica accettabile. Invece per la bonifica esterna, vi sono fasi ben definite dalla normativa, in sintesi riassumibili in un censimento delle giacenze “di ogni tipo” di prodotto scartato, intenzionalmente o meno, e “messo da parte”, con una successiva fase sul “che fare”. Molto chiaro e preciso anche su questo, il dott. Zaccone, peccato che si tratti più che altro di un ruolino di impegni a cui ottemperare e che è solo nella fase iniziale. Infatti una volta definito, accettato e validato il censimento… “…si avrà una definizione di cosa deve fare il responsabile dell’inquinamento, una volta conosciuti gli elementi inquinanti e a quali rischi ci si potrà esporre”. C’è però una complessità ulteriore per motivi che definisce in dettaglio: “La prima complessità è la delimitazione precisa di ciò che va a interessare la matrice terra e ciò che va ad interessare la matrice aria. In modo particolare il monitoraggio dell’aria lo possiamo considerare una matrice sentinella. Pertanto a quest’ultimo occorre prestare una particolare attenzione. Anche l’identificazione precisa dei soggetti effettivamente all’origine degli inquinamenti è importante. Siamo infatti di fronte a matrici diverse . Un altro elemento di complessità è costituito dal fatto che non esistono in normativa, rispetto ad alcuni nuovi elementi inquinanti, precisi termini di riferimento riguardo a soglie accettabili e limiti. “
Siamo infatti, lo ricordiamo, sia in presenza di componenti inquinanti storiche, abbastanza ben inquadrate e definite, sia di nuovi potenziali elementi inquinanti (i famosi PFAS) all’interno dei quali… (riprendiamo di nuovo direttamente il dott. Zaccone) “… c’è il PFOA elemento ormai riconosciuto dal mondo accademico come fortemente inquinante e cancerogeno. “.
A questo va aggiunto che: “Recenti analisi operate dall’Ente Provincia hanno preoccupato molto, anche perché ingenerano dubbi sulla capacità complessiva di tenuta degli impianti”.
Un procedimento che riguarda sia la provincia che il Comune di Alessandria anche perché sono comparse tracce di C6o4, riconducibili alla produzione recente Solvay, un tipo di inquinante che è appannaggio solo di questa azienda. Impossibili altre ipotesi. Anche a fronte di queste rilevanze, comunque: “Le produzioni sono riprese, sulla base di una autorizzazione dell’Ente Provincia basata sui risultati di una perizia molto complessa e articolata presentata dalla stessa Solvay” e, sempre secondo il dott. Zaccone “Solo alla fine di appfondimenti e accertamenti chiari ARPA ha ritenuto di poter dare il via libera” alle produzioni anche in previsione della prossima definitiva dismissione sotto tutte le forme dei famigerati PFAS. Probabilmente avremo a breve ulteriori evoluzioni societarie con storni di produzione all’estero e variazioni, anche sostanziali, nelle linee produttive attuali. Proprio in vista di questa “evoluzione” spesso Pro Natur a Alessandria anticipa i tempi e trasforma un anonimo Syensqo in un più comprensibile “Xi Ens Qo” anticipandone la prossima sinizzazione.
Comunque….torniamo alla questione base, quella della procedura riguardante la “bonifica esterna” . Questa parte, come è noto, è iniziata nel 2020 con la direzione Solvay che per un certo periodo ha contestato questo tipo di analisi per poi iniziare e favorire i processi di bonifica interna. Ci viene di nuovo in aiuto il dott. Zaccone in questo e, con dovizia di particolari , ci spiega che: “Nella prima fase si è provveduto all’analisi degli inquinanti, lasciando ad una seconda fase gli interventi specifici. Anche qui ci sono questioni giuridiche molto complesse che determinano la necessità di procedere con estrema cautela. E , per parte Comunale, si tratta di un lavoro da parte nostra praticamente quotidiano. Per dare un’idea…l’Azienda trasmette comunicazioni in “certificata speciale” praticamente tutti i giorni, per cui si ha veramente un continuum di contatti. Il confronto si svolge soprattutto su ciò che può essere reso pubblico e ciò che deve essere criptato, sulle manleve autorizzative societarie, ecc.”
Di fatto, secondo il dott. Zaccone (confortato da più assicurazioni e documentazioni provenienti dalla fabbrica stessa) la fase di caratterizzazione è oggi sostanzialmente conclusa e si sta discutendo su come muoversi in questa prossima nuova fase. A fronte di un contesto amministrativo complesso, come si è già dimostrato, si è arrivati ad una identificazione di responsabili nelle direzioni di stabilimento Edison prima e Solvay poi. La “Edison” infatti, fino a inizio Duemila, aveva ancora competenze e responsabilità di rito. Lo conferma anche Antonello Zaccone quando ci dice che : “per la matrice Terra, cioè le tracce di inquinamento rimaste a terra, si è identificata soprattutto la Edison come responsabile. Mentre invece per quel che riguarda la matrice Acqua si è verificata una compartecipazione delle due aziende citate alla formazione di stratificazioni di inquinamenti. Ovviamente con l’eccezione del C6o4 e dell’ADV solo ed esclusivamente di produzione Solvay”.
E qui il racconto si fa più concitato e partecipe…”Ad un certo punto, addirittura, Edison voleva andare avanti per conto suo e Solvay idem anche perchè è molto difficile far andare d’accordo i tecnici di laboratorio dell’ARPA con i tecnici della Sovay e di Edison”.
Si conferma di fatto quello che da più parti veniva segnalato: “ La sola calibrazione degli strumenti di analisi è durata mesi, con visite ai laboratori, nuovi acquisti coordinati ecc.. Tralascio tutta la corrispondenza, veramente abbondante, che noi abbiamo presentato tramite regolari lettere per conoscere in modo preciso come ci si deve attenere in casi simili”.
Ribadisce infine che non ci sono state risposte significative dalle Istituzioni interpellate, anche se questa cautela va interpretata come necessità in mancanza di riferimenti giuridici e soglie di rischio chiare.
I sei milioni di metri quadrati a cui si accennava in apertura sono quelli su cui si sono concentrati gli occhi degli investigatori sia collegati strettamente all’azienda sia “super partes”. In gran parte si tratta di terreni privati di cui, pare, ci sia la disponibilità dei proprietari a renderne possibili analisi o rilevamenti di sorta, ben consci dei tempi e delle complessità in gioco. Un appunto particolare va fatto al dott. Zaccone quando riferiva di una netta superiorità di garanzia rispetto alla giusta analisi del potere inquinante, cancerogeno o altro degli elementi presi in considerazione. Il funzionario della Direzione Generale del Comune parla di un rapporto di dieci volte più preciso e affidabile a vantaggio dei tecnici collegati alla Solvay/XinEnsQo…dato su cui esprimiamo qualche dubbio e su cui vorremmo indagare ulteriormente.
L’ultima parte della comunicazione riguarda l’emergenza di fine agosto già citata e anche la frase…”“incidente non rilevante immediatamente rientrato” meriterebbe qualche approfondimento in più ma, per questo, attendiamo fiduciosi (?) la risposta alla PEC sopra riportata in forma integrale.
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Pier L. Cavalchini
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