L’indicibile tenerezza di Eugenio Borgna

Sono sicura che la signora Morte gli ha tenuto delicatamente la mano sino all’incontro con il Mistero .

Lui che” l’indicibile tenerezza” la sapeva raccontare perchè viva dentro ogni sua parola, ogni suo gesto.

Se ne è andato con passo leggero Eugenio Borgna, celebre psichiatra di fama internazionale, delicata Persona che ha messo davvero in pratica il dialogo, la vera cura umana, ma ancor più necessario tra chi chiamiamo malato di mente e chi la mente la cura.

Il suo ultimo libro “L’ora che non ha più sorelle” era uscito a novembre, un saggio sul suicidio femminile.

Non l’avevo ancora iniziato, ma mi era sembrato d’una puntualità sconvolgente, oggi dove il femminile sta facendo pesanti conti, non solo con un maschile sordo e cieco, ma anche e soprattutto con un confuso sè stesso.

In Borgna maschile e femminile erano in una profonda armonia, l’ascolto attento e delicato, la parola sapiente e calda, lo sguardo che sa aiutarti a scendere negli abissi o a salire sulle alte vette, dove tu possa trovare le parti doloranti, ferite, incapaci ancora di conoscersi.

Ho avuto da lui quell’attenzione che le persone famose dovrebbero dare a chi le cerca, dovrebbero, cosa assai rara, ma lui no, non mancava mai alla chiamata, sempre pronto a dire parole che riscaldano il cuore, parole che sanno toccare dove fa male.

Sapere che c’era era per me gioia, glielo scrissi con quell’impeto che a volte dovrei zittire, ma che lui invece comprendeva completamente, abituato ai molti estremismi dell’anima, riconosceva le gradazioni dei bisogni.

E sarò certamente più sola oggi che non c’è più, ma da lui ho imparato la gioia e il dolore della vita, la fragilità della tristezza e della timidezza, la speranza, la perdita e l’inquietudine, il mistero dell’amore.

L’impeto di bellezza che la vita ci offre deve essere onorato, accolto, armonizzato e ora, con lui, cammineremo nuovamente insieme a tutti quei “pellegrini d’Oriente ” che nei suoi libri riportava ai cuori di noi lettori:  Simon Weil, Etty Hillesum, Rilke, Nietzsche, Minkowski, Paul Celan:

Anche noi vogliamo essere,/dove il tempo dice la parola di soglia,/ il millennio giovane si alza dalla neve,/’occhio errante/si calma nella propria sorpresa/ e capanna e stella/ stanno nel blu da vicini di casa,/come se la strada fosse già percorsa.  ( Conseguito Silenzio- Paul Celan )

di Patrizia Gioia

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