L’uomo che credeva di essere De Gaulle

L’attuale Presidente della Repubblica Francese, Emmanuel Macron, crede di essere più importante di quello che è in realtà.

Quando si parla della Francia, siamo abituati a considerare i Presidenti della Repubblica come degli eredi, in sedicesimo, di Napoleone.

Sinceramente essi lo pensano.

Solo che bisogna avere il senso della misura, o, come direbbe Clint Eastwood, dei propri limiti.

Il generale Charles De Gaulle è una figura statuaria del ventesimo secolo, non solo per la sua quinquennale resistenza militare, politica e morale al nazismo, ma è anche una sorta di padre della Patria, che ha condotto la Francia degli anni ‘60 a risultati memorabili ed oggi ricordati con nostalgia.

Ciononostante, una volta terminato il suo ciclo politico, prese sotto braccio la sua stimata moglie e si ritirò dignitosamente a scrivere le sue memorie.

Un altro importante Presidente francese, Francois Mitterrand, ha guidato il suo paese per due settennati e, anche se non sempre al massimo livello, ha saputo dare alla presidenza un prestigio inattaccabile.

Da alcuni anni ci troviamo di fronte a questo signore, M. Macron, che ha senz’altro titoli e titoli di studio molto importanti, molto elitari, ma non ha lo charme di questi suoi predecessori, è fuor di dubbio.

Dopo essersi barcamenato fra liberali e neogollisti, il suo partito “En marche” per alcuni anni si trova adesso ad affrontare due opposizioni troppo forti, e precisamente la destra rampante della Le Pen ed il fronte unitario delle sinistre condotto da un bellicoso e megafonico Melanchon; nelle recenti elezioni politiche l’estrema destra ha vinto al primo turno, poi il Fronte Popolare ha avuto il sopravvento nel ballottaggio.

In mezzo il povero Macron con i suoi pochi rappresentanti.

Credendo di poter evitare il risultato delle votazioni, Macron ha nominato un neogollista sicuramente molto elegante ma poco efficace, schiacciato fra le vocianti destra e sinistra, una povera vittima.

Mentre i due opposti schieramenti hanno ormai oltre il settanta per cento delle preferenze, Macron ancora continua a giocherellare con dei nomi presi a caso dal bussolotto del secolo scorso.

Macron, o forse sarebbe meglio dire Micron, gioca il suo pokerino a doppia coppia mentre intorno a lui le grandi potenze decidono i destini del mondo senza di lui, e tutti si ritrovano davanti alla Cattedrale di Notre Dame ricostruita soltanto perché, essa sì, rappresenta il genio umano.

Micron assiste impotente al crollo di quella Europa che aveva pensato di poter controllare con l’alleato tedesco, tutte le nazioni europee, lui per primo, si trovano sotto l’attacco di questo reflusso politico di destra, che sembra riportare la storia indietro di settanta anni.

Che fare?

Speriamo che dalla Francia parta una nuova rivoluzione, o meglio una nuova evoluzione in grado di riportare l’Europa verso lidi più tranquilli e meno tempestosi.

Come questo può accadere, ancora non lo sappiamo.

Viator

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