Forse sarà sfuggito ai più ma, fra le novità che ci sta preparando la nuova amministrazione Trump c’è quella di una imposizione delle tariffe riguardanti il commercio del gas. Qualcuno (Picketty) (1) aveva accennato alla guerra in corso tra Russia e Ucraina come di una “guerra del gas”. Niente di nuovo, fino ad ora. L’avevamo capito tutti.
Ciò che non era chiaro era piuttosto come si sarebbe posizionato l’uomo dal caschetto color carota a fronte delle nuove situazioni internazionali.
Bene. Qualcosa si capisce tramite l’ iniziativa dell’europarlamentare Dario Tamburrano (the Left), che ha inviato con altri una lettera alla presidente Ursula von der Leyen, per chiederle proposte legislative in grado di 𝐜𝐨𝐫𝐫𝐞𝐠𝐠𝐞𝐫𝐞 la situazione. In particolare viene richiesta una revisione del tetto al prezzo del gas, ora lasciato – di fatto – agli operatori e un disaccoppiamento del prezzo del gas da quello dell’elettricità. (2)
All’origine del rialzo del prezzo del gas – l’ennesimo dopo l’inizio della guerra e della crisi energetica – c’è la decisione dell’Ucraina di sospendere dal primo gennaio scorso il passaggio sul suo territorio del residuo gas russo diretto via gasdotto verso l’Unione Europea, Italia compresa. Contemporaneamente, anche a causa di temperature un po’ più rigide che negli anni scorsi, le riserve di gas negli Stati UE sono diminuite.
Il timore di scarsità, presente o futura, ha innescato la corsa al rialzo del prezzo del gas al 𝐓𝐓𝐅, la principale borsa europea. Più che la domanda e l’offerta del gas, ha giocato la speculazione finanziaria. Un articolo del Corriere della Sera (3) spiega come le scommesse dei fondi speculativi sul rialzo del prezzo si sono comportate come profezie autoavverantesi.
Un altro elemento completa il disastro: il prezzo dell’energia elettrica attualmente è di fatto guidato dal prezzo del gas. Nell’UE, infatti, il prezzo all’ingrosso di tutta l’energia elettrica è dato dal prezzo della frazione di energia elettrica prodotta dalla fonte più costosa , ma necessaria per soddisfare la domanda. Ora quella fonte è appunto il gas. Genera solo il 19% dell’energia elettrica dell’UE, ma l’energia elettrica costa nella maggior parte dei casi come se fosse quasi tutta prodotta dal gas. Anche quando viene prodotta da fonti rinnovabili . Una tempesta perfetta.
Il risultato è la crescente povertà energetica. Nel 2023 (i dati più recenti) 𝐢𝐥 𝟏𝟎,𝟔% dei cittadini UE ha dovuto abbassare il riscaldamento e ridurre il consumo di energia al di sotto della soglia di comfort a causa delle bollette troppo alte. Facile pensare che in seguito il numero sia ancora aumentato. Ormai è un’emergenza gravissima.
Di qui le richieste esposte nella lettera indirizzata – oltre che alla presidente von der Leyen – alla vicepresidente Ribera (Transizione pulita) e al commissario al Clima Jørgensen.
Si tratta appunto di separare il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica e di istituire un tetto efficace al prezzo del gas. Ancora per qualche giorno è teoricamente in vigore un tetto di 180 euro al MWh. Un tetto talmente alto che è entrato in funzione solo molto di rado. In questo momento, infatti, nonostante le bollette insopportabili, il gas costa “solo” 48 euro circa al mWh.
L’UE ha istituito il tetto di 180 euro nel 2022, in seguito allo scoppio della guerra che ha portato con sé la crisi energetica. Tale limite scadrà il 31 gennaio. La lettera sollecita la Commissione europea a proporne molto rapidamente un altro in grado di proteggere l’economia ed i cittadini dalla speculazione.
Abbiamo già visto come il gas di altra provenienza (specie dagli Stati Uniti) comporti problemi nell’estrazione (le famose “shale gas”), nel trattamento, nel trasporto e nella successiva rigassificazione, comportai un aumento secco del cento per cento all’origine, rispetto a quello russo/ucraino e del 60 per cento su quello medioorientale o nord africano, con conseguenti enormi disagi e lievitazione dei costi. La motivazione, come sappiamo, è “geo-politica” ed attiene alla riorganizzazione politico-economica del pianeta. Di fatto una nuova guerra fredda tutta economica ed energetica fra ciò che resta della “compagine occidentale con gli Stati Uniti riottosi condottieri ed una nuova frontiera puntata ad est con Cina, India e Russia, con altri, a dettare le regole.
In mezzo il povero consumatore, specie europeo, che si trova di fronte bollette assurde e che cerca in tutti i modi vie di uscita intelligenti. E non è con l’arroccamento e l’autarchia che si risolvono queste emergenze ma rovesciando i termini della questione.
Come se ne esce?
Beh, l’alto magistero del papa Francesco Bergoglio potrebbe aiutare a trovare soluzioni possibili e condivise. Di questo se ne parla a lungo nelle sue più recenti encicliche e soprattutto, nella mai abbastanza citata “Laudato sì”. 1. Considerare il pianeta Terra, data la sua relativa inconsistenza su scala cosmica universale , davvero “l’unica che abbiamo”; gestione comune delle risorse, ripensamento alla funzionalità/costruzione/funzione degli oggetti in vista di un loro azzeramento come “rifiuto zero” a fine uso; considerazione globale dei diritti e dei doveri di cittadine e cittadini di tutto il mondo a prescindere da lingue, nazioni, religioni, razze ecc. 3. Tendenziale riequilibrio degli ecosistemi ragionando prima di tutto sul benessere futuro di chi li abita da sempre e non in funzione turistica antropocentrica. 4. Un graduale superamento di sbarramenti, confini e ostacoli al libro transito e al libero pensiero dei cittadini. La mondializzazione è una realtà incontrovertibile e bisogna ragionare in una ottica di forti trasformazione ma in forma positiva.
Tutto qui. Sembrano grandi obiettivi, invece si tratta solo di buona volontà e comprensione degli equilibri in campo.
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- https://www.radiofrance.fr/franceinter/podcasts/le-monde-d-apres/le-monde-d-apres-de-jean-marc-four-du-lundi-14-fevrier-2022-873496
- https://www.dariotamburrano.it/wp-content/uploads/2025/01/Lettera-tetto-prezzo-gas-IT.pdf
- https://www.corriere.it/economia/consumi/25_gennaio_07/gas-prezzi-speculazione-b9816d48-b8a7-47ed-aa0a-a2138a73bxlk.shtml
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