Nella Galleria Vittorio Emanuele, quello che una volta era il bel Salotto dei milanesi, dove s’incontravano musicisti e scrittori, dove si chiacchierava a bassa voce, camminando con passo corto e leggero, la libreria Rizzoli s’è fatta il lifting.
E si sa che il lifting tira via il passato, per fare una faccia da nuovo banco di questo ormai globalizzato mercato.
Una volta la storia passava per i luoghi e ogni città ne aveva, luoghi dove ancora si poteva andare ad annusarla la storia, quella che ci aveva fatti e che ancora ci abitava.
Ricordo Trieste e il caffè dove Magris scriveva, Venezia e l’Harris bar dove si beveva, luoghi d’Anima che sapevano confortarti nei momenti di “paturnie”, come quelli di Holly Golightly che si riilluminava da Tiffany.
Ma anche la storia, mito di questo nostro occidente, non passa più ormai in alcun luogo.
Buttiamo giù tutto per tirar su grattacieli, le vetrine sono tutte degli stilisti e i fruttivendoli son diventati gioiellieri.
Però il lifting della Rizzoli volevo vederlo e così, affrontando la disperazione della nostra Milano, ho attraversato le folle dei turisti ingreggiati e sono entrata da una porta ormai dissacrata.
Sì i libri ci sono, ma al primo piano sono gli oggetti che fanno a padrone e solo se scendi al piano sotto può iniziare a cercare tra sport, cucina, moda, turismo ….anche la Poesia.
Giro e rigiro, leggo in alto sugli scaffali nomi : ma la Poesia? Chi l’ha vista?
Torno a girare fino a che: mi devo inginocchiare !
Eccola qua la Poesia ! Una stanzetta dopo il lungo peregrinare, un piccolo scaffale basso, pochi i titoli, qualche fotografia e in me tanta malinconia.
L’inginocchiarsi è richiesto, abbassare la testa più giù ancora, per leggere i titoli, per vedere se trovi ancora qualche Poeta vivo.
E mi assale un’ironia feroce e feconda, un’arma disarmata dello Spirito.
L’inconscio del chirurgo del lifting alla Rizzoli l’ha fregato !
Senza volerlo è stato ricreato un piccolo spazio sacro dove inginocchiarsi è il rito di chi ancora la vive la Poesia !
di Patrizia Gioia
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