“Bruno Soro: l’economista utile”

“Il 12 giugno si è svolta a Novi Ligure, presso la Biblioteca Civica, la presentazione del Libro: “Bruno Soro: l’economista utile” a cura di Graziella Gaballo e Mario Lovelli. Di seguito potete leggere l’introduzione di Mario Lovelli all’incontro del 12 giugno e la prefazione al libro di Graziella Gaballo”.

Novi Ligure,12 giugno 2025: Introduzione di Mario Lovelli alla presentazione del libro “Bruno Soro: l’economista utile”

È veramente motivo di soddisfazione ritrovarci e ritrovarvi qui in tanti a poco più di un anno dall’ultimo intervento di Bruno in questa sede per presentare il suo “Politica economia e società-Divagazioni e scritti vari 2019-2023“. Una sede, quella della biblioteca civica di Novi, che ha un significato particolare non solo perché Bruno l’ha frequentata abitualmente negli ultimi anni anche per le sue lezioni all’Università della Terza Età oltre che per i dibattiti culturali novesi, ma anche perché, all’inizio degli anni ‘90, quando lui era assessore alla cultura e pubblica istruzione, si fece la scelta di questo edificio come sede definitiva della biblioteca che tale sarebbe diventata nel 1999 rappresentando un centro di promozione culturale fondamentale per la città. Il fatto poi che a meno di un anno dalla sua prematura scomparsa sia possibile presentare questo volume fortemente voluto dalla Casa editrice Epoké, una realtà editoriale locale che ha conquistato un suo spazio anche a livello nazionale, è la testimonianza del segno che Bruno ha lasciato nella comunità novese che, insieme a quella alessandrina dove ha vissuto poi negli ultimi decenni, gli è debitrice per il contributo che ci ha lasciato in termini di impegno culturale e sociale, oltre che politico per un periodo significativo.

Abbiamo del resto avuto nell’autunno scorso,nella sede universitaria di via Balbi a Genova,la possibilità di constatare come la sua figura nell’ambiente accademico genovese, ma non solo, abbia lasciato una traccia importante e ne sono testimonianza i contributi che trovate in questo volume per i quali ringraziamo gli autori, alcuni dei quali presenti, altri assenti giustificati ( a cominciare da Pier Maria Ferrando, Lorenzo Rampa e Franco Contorbia che fanno parte del gruppo di testa di quei ‘giovani speranzosi’ novesi degli anni ‘60 di cui lui ha tanto scritto e che hanno conquistato ruoli di rilievo in campo accademico in giro per l’Italia da Genova a Pavia ad Ancona).

L’economista “utile” che troverete descritto e raccontato in questo volume è perciò il frutto di un lavoro a più mani portato avanti da ciascuno partendo da un suo punto di vista , l’amico di una vita piuttosto che il professore, il collega di università ma ancor più il condivisore di interessi culturali e sociali di ampio spettro, impegnato sul campo,direi, come è stato per il periodo nell’amministrazione comunale a Novi e, forse ancor più, dopo la disastrosa alluvione di Alessandria, per sostenere progetti e iniziative che evitassero per il futuro simili eventi (giustamente Renzo Penna ci ricorda che avrebbe meritato di esserci, quando il Presidente Mattarella è stato ad Alessandria il novembre scorso a ricordare l’anniversario di quel tragico evento).

La qualità che, per me, risalta come più “utile”, oltre a quella per la quale abbiamo scelto il titolo ( e che magari è già stato utilizzato per altri suoi colleghi illustri), è proprio il modo appassionato e disinteressato con cui il “professore” si è approcciato a vari temi fino a essere parte attiva di progetti che altri, nei loro campi, portavano avanti e che lui era impegnato a sostenere o a seguire per favorirne il miglior esito ( penso al compianto Roberto Nani a cui a Novi è stato intitolato il CPIA, al Triangolo Nero, associazione di volontariato culturale di Alessandria, alla passione per l’arte a fianco di altri novesi come Aldo Coscia e Alberto Boschi e di Gianni Baretta cui dobbiamo la copertina del libro.

Penso che questo volume possa perciò risultare ‘utile’ per ricordare doverosamente una figura che per tanti di noi ha rappresentato un punto di riferimento importante. Per quanto mi riguarda lo capirete leggendo le pagine che gli ho dedicato ma soprattutto, leggendo poi i contributi di altri (uno su tutti Mauro Ratto che oggi è con noi arrivato direttamente da Londra). Mi sono reso conto come il suo approccio costruttivo ma molto “assertivo”, mi sia servito per approfondire conoscenze e metodi di lavoro e per seguire indirizzi precisi e concreti fin dai tempi dell’Università. Aggiungerei che se per chi si appresta a ricoprire incarichi pubblici l’articolo 54 della Costituzione col richiamo ai doveri di “disciplina e onore” rappresenta una strada maestra, Bruno lo ha testimoniato sia da amministratore, sia forse ancor più da semplice cittadino “attivista” al servizio della Polis.

Auspico che le due comunità cui egli è appartenuto sappiano collaborare al meglio sui problemi che le accomunano.

Mi sarebbe piaciuto ascoltare il suo pensiero sui problemi amministrativi degli ultimi tempi.

Così come sul contesto internazionale tema che ha trattato nel suo ultimo articolo su Panorama di Novi il 26 aprile 2024 con un accorato richiamo all’originario spirito federalista dei padri fondatori dell’Unione europea.

Non sarebbe certo mancata una citazione delle leggi fondamentali della stupidità umana di Carlo M. Cipolla.

Ma qui mi fermo per non rischiare di essere frainteso in un momento in cui soprattutto a livello internazionale i protagonisti delle leggi di Cipolla risultano essere in larga maggioranza e in perniciosa compagnia.

Presentazione libro Bruno Soro

Graziella Gaballo

Questo libro e vuol essere un omaggio a Bruno Soro. Innanzi tutto, a Bruno come persona, e infatti la prima delle 6 sezioni in cui è diviso e che è anche la più ricca di contributi, è dedicata all’amico. Tenace negli affetti, parecchi ricordano come fosse soprattutto lui a mantenere i legami, a fare da collante nel gruppo degli amici. E ne ricordano anche la generosità, la spinta a condividere le sue scoperte e i suoi amori, che si trattasse di un libro, un cibo o i paesaggi della val d’Aosta. O ancora i suoi vari interessi, tra cui quello per l’arte.

Poi c’è Bruno economista. Seguace della scuola di Cambridge e in particolare di Keynes e di Kaldor, Bruno rivendicava l’eredità di questi economisti come alternativa viva e attuale al pensiero neoliberista. Gran parte degli economisti da lui amati e citati appartengono infatti a quella categoria dell’economista dissenziente cui aveva dedicato una sua brillante raccolta di saggi divulgativi e, se non fosse già stato appunto il titolo di uno dei suoi volumi, anche questo si sarebbe potuto intitolare proprio così: l’economista dissenziente. Il dissenso era infatti per lui libertà di pensiero, noncuranza delle mode prevalenti, propensione a non ridurre problemi complessi a modelli semplificati.

Bruno docente universitario: lo ricordano in questa veste sia colleghi sia allievi, con interessanti testimonianze e riflessioni sul suo modo di essere docente e di essere maestro – che, come sappiamo, non è la stessa cosa. E sottolineano come non ci fosse in lui strumentalità nelle relazioni accademiche, né eccessivi condizionamenti da ansia da fascia A; le sue ricerche erano motivate da un sincero interesse e vera curiosità. E la sua attività didattica, che viene ricordata come proficua ed efficace, era caratterizzata da una giusta miscela di competenza e di empatia.

Bruno intellettuale impegnato. Raccolgo sotto questa categoria sia la sezione Amministratore politico sia quella Alessandrino: Bruno ha infatti concretizzato il suo impegno sociale e politico sia come amministratore pubblico nella sua Novi, dove negli anni Ottanta del secolo scorso è stato sia consigliere comunale per due mandati sia assessore alla cultura e all’urbanistica, sia come organizzatore di “Orti sicuro”, un’associazione di volontariato per imparare insieme a gestire le alluvioni e il cambiamento climatico, che ha contribuito a fondare dopo l’alluvione del 1994 che aveva colpito in particolare il quartiere Orti in cui risiedeva, in quell’Alessandria che l’ha adottato, riaffermando l’idea che l’economista non può essere neutrale: un buon economista, amava ricordare, deve aver sempre presente che la scienza economica si occupa anche di valori etici e deve produrre idee utili per promuovere la soluzione dei problemi, perché è proprio è di fronte a questi che si gioca oggi la funzione civile dell’economia e degli economisti. E solo così si può quindi essere, appunto, un economista utile.

Bruno divulgatore, capace di parlare alla società e non solo all’accademia: disponibile a mettere a disposizione le sue competenze e le sue riflessioni con chiarezza e precisione negli articoli che scriveva per Panorama di Novi e per Città futura on line (e che poi raccoglieva nei suoi libri) o nelle sue lezioni, all’università della terza età di Genova o all’Unitre, qui a Novi, senza mai cedere alla tentazione della semplificazione, e con la consapevolezza dell’importanza di fornire strumenti per formare cittadini consapevoli, che sapessero guardare il mondo con uno sguardo critico sul mondo.

Bruno che era curioso di tutto e che aveva molti interessi, che affrontava tutti i grandi temi dell’attualità, dall’avanzare dei populismi alle radici economiche delle disuguaglianze, dal ruolo dell’Unione Europea nella quotidianità dei cittadini e nei grandi equilibri globali, al legame tra cambiamenti climatici e flussi migratori così come quelli legati al territorio. Direi che questo libro – che raccoglie testimonianze, ricordi, riflessioni – grazie all’incrociarsi di diversi punti di vista, riesce davvero a restituircene un ritratto a tutto tondo, che dà conto delle sue diverse sfaccettature. Ma l’ambizione sarebbe quella di non limitarci a un ricordo, ma di riprendere – a partire anche da questa pubblicazione – il filo del suo pensiero critico e raccoglierne il testimone.

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