
Ieri, 17 luglio, l’esercito israeliano ha attaccato la chiesa della Sacra Famiglia, unica parrocchia cattolica nella Striscia di Gaza. Due le persone uccise: Saad Issa Kostandi Salameh, il portinaio sessantenne del luogo di culto, e Foumia Issa Latif Ayyad, una donna di 84 anni che si trovava in una tenda all’interno del cortile in cui veniva offerto supporto psicologico. Altre nove persone sono state ferite, fra cui alcune in modo grave. Il parroco argentino Gabriel Romanelli è stato ferito una gamba. L’attacco ha colpito il tetto della chiesa, facendo cadere alcuni pezzi della struttura sul cortile, dove da mesi si rifugiano centinaia di persone che scappano dai continui bombardamenti israeliani.
Sempre ieri, in serata, padre Romanelli, nonostante la ferita, ha presieduto la messa nella chiesa danneggiata. L’altare è stato asperso con l’acqua santa, perché, nonostante la profanazione della guerra, questo è un luogo che dona la vita. Padre Iusuf ha portato la comunione ai bambini dell’oratorio, alle suore di Madre Teresa, agli ammalati che vivono letteralmente dentro la chiesa. Si è pregato per i morti e per chi è gravemente ferito, ma anche per tutti gli altri abitanti di Gaza e per la pace che non si è mai smesso di invocare e di costruire con questa presenza ostinata e coraggiosa

Questo sanguinoso episodio rende ancora più significativa l’iniziativa in corso ad Alessandria di raccolta fondi per i locali di questa chiesa riservati a bambini cristiani e musulmani. L’iniziativa è promossa da ‘L’ulivo e il libro’, associazione di solidarietà con la Palestina fondata da don Walter Fiocchi, a cui si sono aggregati Fiom Cgil, Anpi, Emergency, L’Isola Ritrovata e Casa di Quartiere. Le stanze alla cui ristrutturazione sono destinati i soldi sono proprio nella parte colpita. “Vorrà dire – dice Mara Scagni, presidente de ‘L’Ulivo e il libro’, già sindaco di Alessandria – che quanto raccolto verrà utilizzato per un intervento ancora più impegnativo”.[1] Queste stanze erano già state ristrutturate alcuni anni fa dall’associazione, creando una sala musica e una di giochi per i bambini. C’erano già stati dei danni e si voleva così intervenire, ora bisognerà fare molto di più. “Avevo parlato – dice Mara Scagni – con padre Romanelli per rimetterle a posto e offrire ai bambini la possibilità di stare insieme e cercare, nel possibile, di dimenticare la guerra.

Purtroppo sono molto segnati da quanto stanno vivendo. Romanelli ci ha spiegato che non dormono più, nei loro disegni ci sono sempre carri armati e tra i giochi più praticati c’è addirittura quello di raccogliere le dita dei morti”. Sarebbe l’unico spazio gioco di tutta Gaza.
Questo impegno alessandrino in terra palestinese è nato nel 2015, un anno dopo la morte di don Walter Fiocchi. Il religioso invano aveva sempre chiesto il permesso di andare Gaza. Così le due stanze sono state intitolate alla sua memoria con una lapide all’interno che lo ricorda.
Promossa ad Alessandria una raccolta fondi per la chiesa bombardata
Note
[1] Per raccogliere fondi si sono già svolti due appuntamenti. Il prossimo si terrà fra pochi giorni, il 25 luglio nella Casa di Quartiere di via Verona 116 in due fasi: alle 16,30 con un’offerta minima di 12 euro si può mangiare spaghetti al pesto, burro e parmigiano o pomodoro; alle 21,30, incontro concerto con Claudio Sanfilippo. Per prenotazioni e informazioni ci si può rivolgere ai numeri telefonici 353/4483546, 333/9387696, 338/5700449 e 345/0651697 e all’email xxvaprile@anpialessandria.it
https://www.laportadivetro.com/post/gaza-la-brutalit%C3%A0-israeliana-contro-la-sacra-famiglia
Commenta per primo