Cerca di ascoltare anche chi tace.
Paul Celan, è un poeta rumeno ebreo di lingua tedesca che nasce a Cernauti il 23 novembre 1920 e muore suicida a Parigi il 20 aprile 1970. Nel 1941 viene internato, riesce a scampare allo sterminio nazista, mentre entrambi i suoi genitori moriranno in un campo di concentramento. Nel 1947 fugge dalla Romania, ha un soggiorno piuttosto lungo a Vienna e nel 1948 sì trasferì definitivamente a Parigi, dove assume l’incarico di lettore presso l’Ecole Normale Supèrieure, traducendo le opere di Rimbaud, Mandel’stam e Shakespeare. Nonostante Parigi fosse per il profugo ebreo più ospitale di Bucarest e Vienna, anche a Parigi Celan è costretto a tentare di sopravvivere.
Che ne possiamo sapere del corpo e del cuore di chi ha vissuto simili esperienze? E’ davvero possibile riprendere il cammino della vita con tali ferite? Ricercare un nuovo inizio, un nuovo orientamento che possa non travolgere l’infinita fragilità di quel che siamo, fragilità che troppo spesso l’essere umano colpisce a morte nel “fratello “ ?
La Poesia di Celan non è poesia facile ( lo è mai la Poesia ? ); il suo scrivere palesa, come improvvisi raggi nel buio, che l’antica sofferenza non poteva (lo potrà mai?) essere espressa. E anche in questo breve epistolario con Diet, appare la sua insicurezza, il suo desiderio di dire quel che ancora non può.
Sono lettere dove le scuse, le richieste di perdono, le giustificazioni – per cose e situazioni ai più invisibili-
si rincorrono come gambette di bimbo che ancora non sanno essere stabili; Celan è solo, tremendamente solo con il suo dolore, ma cerca, disperatamente cerca, le parole per dirlo, perchè solo un dolore riconosciuto potrà fare meno male. E ci ricorda che “quel meno male “ è la cifra della Poesia:
Egli pronuncia quel nome anzitutto.
A lui vien tranciata la testa come ai tulipani
Celan incontra Diet sulla terrazza di un albergo parigino; dalle ginocchia di Diet cade il piccolo libro che la giovane aveva appena comperato, Paul lo raccoglie e, curioso, inizia a chiederle del libro, del perchè l’abbia acquistato; inizia qui un’amicizia tra un uomo giovane e una donna giovane intrisi di dolore, lei, combattente nella resistenza e imprigionata, aveva perduto da poco il marito, sotto i suoi occhi torturato e poi fucilato.
Anche lei doveva ridare un nuovo senso alla sua vita.
Sono mai a caso gli incontri ? Spesso credo davvero che l’inconscio scelga per noi, non sempre la via più facile, ma quella che ci serve, quella che potrà aiutare la Vita stessa a trovare una direzione più giusta in tempi dove tutto appare perduto.
Da subito inizia il carteggio tra Paul e Diet, Celan scrive male l’indirizzo che Diet gli dà per ritrovarsi il giorno dopo, così lui lascia al suo albergo – nella speranza che lei possa andare – una lettera, che lei troverà infatti. Sono lettere improntate all’amicizia, a volte persino ad una possibile relazione amorosa, ma sono soprattutto tentativi di un uomo di delucidare sé stesso, per gli altri, per sé.
In questo le lettere differiscono di poco dalla poesia, dal linguaggio di un singolo “divenuto forma”- sono parole di Celan- che definisce la poesia “una lettera in bottiglia “, un parlare teso a un incontro incerto con l’Altro ancora sconosciuto, un parlare che è al tempo stesso un soliloquio.
“Ti rendi conto che il tempo di cui credevo d’essermi liberato è più maligno di quel che pensassi? Rieccolo qua, e non da solo, è tornato con i suoi individui, con tutto il canagliume del quale si pone a servizio. No, non è qui “di nuovo” era gà qui, quando i miei pensieri scivolavano all’imperfetto: il tempo par exellence – avrai notato che non a caso ha il nome che ha questo tempo, la cui perfezione rimane di necessità estranea.
Molti orologi si devono ancora rompere….Tutto è troppo pesante, perchè tutto è troppo leggero. “
12 lettere inframmezzate da poesie è questo prezioso carteggio:
“Sono uno sbalestrato, Diet, e tu devi, non puoi farne a meno – te ne prego – essere indulgente.
In fondo sono anche uno che, se svolta all’angolo di una strada, spera di trovare un piccolo arcobaleno, non più grande di un anello. Da regalare naturalmente. Ti piacerebbe averlo, un arcobaleno trovato?
Devi cercare di ascoltare anche chi tace, Diet: egli vorrebbe avere voce, farsi sentire, solo che ancora non riesce”…………..”.Ti piacerebbe averlo, un arcobaleno trovato?”.
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