LA COPIA“…Uno spettro si aggira per l’Europa, è lo spettro del Ministro, è la sostanza rarefatta del suo essere che può da Lui sdoppiarsi e vagare per tutte le Scuole del continente a carpirne l’essenza e a piegarla ai propri fini, sì da edificare le nuove frontiere dell’Istruzione Pubblica.
Tutti gli Educatori si sono alleati in una santa caccia spietata contro questo spettro…
È ormai tempo che essi espongano apertamente a tutto il mondo il loro modo di vedere, i loro scopi, le loro tendenze e che alla fiaba dello spettro del Ministro contrappongano un MANIFESTO DELL’EDUCATORE…”
Il Ministro è un’entità astratta, immutabile ed eterna.
È nel regno delle Idee, o Forme, da cui deriva la realtà ingannevole, che è soltanto apparenza della Forma Universale di Ministro.
Periodicamente e ad intervalli brevi, causa rimpasti, ribaltoni, elezioni, si concretizza in forme imperfette, in perenne stato di mutazione.
Per lunghi e lunghi anni era stata tale la brevità di questi periodi che, non appena la Forma Imperfetta (o Copia, Illusione), metteva mano a qualche progetto di cambiamento, a qualche riforma, scadeva il termine di realizzazione e tutto rientrava nel Mondo delle Idee, come il Ministro.
Qualcuno era riuscito a portare a termine nuovi programmi, con molta fatica, tra un mandato e l’altro, ma i cambiamenti erano stati apportati ad intervalli molto lunghi tra loro.
I docenti avevano avuto il tempo di assimilarli, adattarli alle loro esigenze e alla loro capacità di trasferire le innovazioni, manipolandole abilmente, alla pratica dell’insegnamento. Erano comunque asserzioni che lasciavano molta libertà di interpretazione e di attuazione per cui, preso atto dei principi innovativi, essi si accorgevano che poi, tutto sommato, potevano svolgere tranquillamente il proprio lavoro secondo coscienza.
Le Circolari informative si perdevano nei meandri della Burocrazia, tra un ufficio e l’altro; i Decreti non facevano in tempo ad essere approvati; tutto funzionava tramite la posta in un susseguirsi a catena di protocolli e spedizioni da un luogo all’altro; il tempo era così lungo che, cambiando Ministro, non si riusciva ad impartire le direttive di chiarimento, che producessero cambiamenti sostanziali.
Il popolo degli Educatori viveva felice, anche se non lo sapeva.
Poi è arrivata la Grande Utopia.
Ci si è messi in mente di far durare i Governi e, soprattutto, di portare Grandi Mutamenti all’interno della società.
Sono riapparsi i Profeti, i Segnati da Dio o dalla Causa e, tramite le televisioni che via via hanno sottratto nel tempo la capacità di ribellarsi all’appiattimento, a dismettere la grigia uniforme del non pensiero, stanno cercando di persuadere la gente su quanto giusto sia privare il popolo di diritti acquisiti negli anni, convincendolo addirittura che sia una scelta di libertà essere continuamente chiamati ad esprimersi su questioni di cui i più non comprendono cosa sia da tenere o da buttare: il popolo diventa autore inconsapevole della propria rovina e si trova a condividere programmi politici che, a poco a poco, tolgono sicurezza in nome della globalizzazione e sottraggono equilibri sociali e ambientali.
E sono arrivati i Navigatori, quelli di Internet, novelli Argonauti che possono diffondere, insieme a ciò che ci può essere di bene, il male di ciò che corrompe o distrugge.
Con internet i messaggi possono arrivare alla velocità del pensiero e anche più, cosa in sé buona; ma il Ministro, con l’aiuto dei Sottosegretari e dei Funzionari Ministeriali che, contrariamente a Lui, sono saldamente ancorati alle poltrone, può far pervenire note informative, circolari esplicative, decreti, con tale celerità e impiego di mezzi da sommergere tutte le segreterie scolastiche del Paese, prima ancora di aver pensato.
Ettari e ettari di foreste sono stati disboscati per fornire la cellulosa necessaria alla produzione della carta.
Non si fa in tempo a ripiantare gli alberi che altri sono nuovamente abbattuti; l’aria sta diventando malsana e la temperatura della Terra aumenta.
La catastrofe ambientale è imminente, quasi a voler fare da contrappunto al Caos della Scuola e al disorientamento degli Educatori.
La Copia Imperfetta di Ministro tenta di elevarsi lungo la gerarchia delle Idee, per raggiungere la comprensione Mistica dell’Idea di Scuola. In buona fede ce la mette tutta ma, come re Mida trasformava in oro ciò che toccava, la Copia Imperfetta trasforma tutto in pietra dura… da digerire.
È un continuo ribollire di marea che invade tutti, trascinando via con la risacca buono e meno buono, lasciando un “non si sa”, insieme ad alcune gravi certezze.
La stima per gli Insegnanti è poca: li vorrebbe riesaminare tutti, magari farne pezzi di ricambio.
Non sa che forse il segreto sta nella formazione completa e severa, attraverso un opportuno ciclo di studi e un tirocinio lungo nelle scuole, prima di accedere ad un concorso che è atto finale, e nella formazione periodica durante la carriera secondo aree di insegnamento, fatte sul serio da chi ha metodo e davvero qualcosa da dire. Non lo sperpero di fondi per “corsetti” o “guepière” di aggiornamento, regalati a pioggia agli istituti, sì da rimodellare non la preparazione, ma le rotondità di certe Educatrici.
Si vogliono dare piccoli incentivi economici attraverso inutili prove o altre forme vuote di contenuti, per i quali si sgomitano i soliti che condividono per convenienza, per necessità, per sollevarsi dal fango della quotidianità, cercando una conferma che li faccia sentire migliori.
O semplicemente perché ci credono.
Il sistema è vecchio come il mondo: dai un piccolo potere allo schiavo, e questo diventa il peggior mastino a guardia dei privilegi e del volere di chi comanda.
I risultati già si vedono: i silenzi sono più attoniti, le divergenze sfociano in piccoli rancori latenti, pronti a deflagrare, e le menti critiche che ancora si ribellano e resistono sono più isolate e impotenti: tra poco si piegheranno al Grande Compromesso.
È questa dunque l’Idea di Scuola?
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Anch’io sono entrata in un’Utopia che è la Speranza.
La mia arma è soltanto una penna.
La mia volontà è uno schiaffo, come quello che si dà al neonato, perché pianga, o a chi è svenuto, per svegliarlo.
Se un concetto produce una discussione, è di per sé valido, anche se non è condivisibile: così, la Pedagogia Estrema, vorrei fosse un mezzo per pensare, confrontare, discutere, anche solo dentro se stessi.
“Educatori di tutto il mondo unitevi”.
A torto o a ragione, siete tra coloro che storicamente sono stati, con più frequenza, oggetto di critica, di valutazione spietata e di maltrattamenti.
Già Montaigne, nel saggio Della Pedanteria, si domandava perché i maestri fossero disprezzati dal volgo (il che dimostrerebbe l’ignoranza di quest’ultimo), ma anche dalle persone intelligenti.
Egli concludeva che “…in genere i maestri di scuola possono conservare uno spirito rozzo e volgare , pur conoscendo le idee degli spiriti eletti. Questo pessimo metodo consiste nel gusto dell’erudizione senza preoccuparsi di rafforzare la capacità di giudizio”.
Inoltre: “ … gli uomini più attivi si dedicano agli affari, i più nobili alle carriere onorifiche. Restano, per le lettere, individui di mediocre ingegno e di poca fortuna che, nelle lettere, cercano i mezzi per campare e portano negli studi una mentalità disadattata giacché, come gli zoppi non sono adatti alla ginnastica, così le anime volgari sono indegne dell’alta cultura”.
Non vorrei essere troppo malevola, ma mi coglie il dubbio che, a giudicare dalle scelte che si sono compiute in materia di scuola e Insegnanti, non siano cambiate di molto le idee che le hanno sostenute.
Invece, meritereste il perdono su tutto.
Siete dei benefattori dell’umanità, poiché avete insegnato e insegnate gratuitamente: a conti fatti , siete retribuiti, e malamente, solo per l’opera di assistenza. Il resto è un favore che voi fate alla società… e siccome un grande favore non ha prezzo, non si può monetizzare.
Lo Stato, quindi, rispettoso e consapevole delle regole del “bon ton”, pensa giustamente di testimoniare la propria riconoscenza con un “petit cadeau”.
Se ad un colloquio, ad un corso o ad una prova scritta vi fosse richiesta una definizione d’insegnamento, ricordate:
“L’INSEGNAMENTO È UN’OPZIONE”
che si esercita, a volte, in modo sublime, per alimentare
il piacere esclusivo che deriva da un atto creativo.
(Marina Elettra Maranetto: “Pedagogia Estrema – Il Manifesto dell’Educatore”, Saggio Pedagogico Satirico. 2001)
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