A giudicare dallo sferragliare notturno che si sente echeggiare, sempre a ora tarda, lungo la circonvallazione dove abito io, si dovrebbe concludere che Amag Ambiente è particolarmente attiva nello sgombero dei cassonetti strada e nel ritiro di quelli porta a porta. Alessandria sembra poi città attiva anche nella cura del verde, che nella mia zona è particolarmente florido, ma questa è questione che pone problemi di rapporti fra privati e Comune, non attinenti a questo lavoro. Dunque, limitiamoci qui a cercare una risposta alla domanda del titolo. Col sistema dei cassonetti e del porta a porta, Alessandria è pulita o no?
Dipende.
Le aree interessate al porta a porta hanno dato numerosi grattacapi perché la presenza dei rifiuti esterni e il loro abbandono incontrollato hanno creato vari problemi ai residenti: rifiuti sparsi per incuria o vandalismo, presenza di ratti e piccioni, sporcizia diffusa, fetori soprattutto nei mesi caldi dell’anno.
Di qui, le prime decisioni utili che hanno portato al ricollocamento dei cassonetti all’interno dei cortili di piazzetta Santa Lucia. In seguito, analoghi interventi tra via Ghilini, via Milazzo, via Gramsci, via Legnano ecc…
Ma non di solo centro storico vive il capoluogo. L’attenzione verso il cuore della città è sicuramente giustificabile sotto molti punti di vista, però tante altre parti avrebbero bisogno di maggior considerazione. Come la zona industriale D3, ad esempio, fulcro importante di economia e sviluppo locale. Alla D3 dovrebbero esserci più ordine, più pulizia e più verde. Invece, chi entra nell’area industriale si trova uno spettacolo di cassonetti stracolmi, spazzatura ovunque ed erbacce che straripano dai marciapiedi.
Non certo un bel biglietto da visita per chi arriva da fuori.
D’altronde, con i metodi attuali si può anche fare molta strada, notturna e diurna, ma i sistemi usati non sembrano aver ragione. Anzi, non solo Alessandria non migliora, ma addirittura peggiora, passando dal 48% di raccolta differenziata al 44% del 2016. E Lega Ambiente stima che soltanto il 20° dei cittadini differenzi con criterio.
Qualcuno vorrebbe tornare al cosiddetto “metodo educativo”, già provato in passato, riempiendo di avvisi le porte, attaccando manifesti ai muri, mandando letterine a casa e facendo lezioni nelle scuole. Giusto. Sarebbero tutti interventi utili, soprattutto considerando che negli ultimi anni campagne del genere se ne sono viste raramente. Però, sappiamo già che servono a poco, come le trappole per topi che la gente mette in giro sul modello del “fai da te”.
E allora, che facciamo?
Beh, da quando ho visto i topi attraversare la circonvallazione con disinvoltura, sono diventato fautore di metodi un po’ più duri, come il chip e, a seguire, una bella multa (non so se in questo caso si dice contravvenzione).
Mi risulta che a Valenza sia in uso. Vogliamo provarci anche qui da noi?
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