Blutec, Grimaldi (SI-LeU): Serve al più presto un incontro con il commissario giudiziario. I lavoratori non possono pagare per i comportamenti illeciti dell’azienda
Oggi in aula l’Assessora Pentenero ha risposto all’interrogazione urgente del Capogruppo di LeU Marco Grimaldi sulla grave situazione degli stabilimenti piemontesi Blutec.
Come noto, in data 12 marzo, con un’operazione congiunta dei finanzieri di Palermo e di Torino, gli stabilimenti di Rivoli e Borgaretto della società dell’automotive Blutec – che nel 2015 ha rilevato lo stabilimento FIAT di Termini Imerese – sono stati messi sotto sequestro dalla Guardia di Finanza. L’ambito è quello dell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari e all’interdizione per 12 mesi dall’attività di impresa del Presidente del consiglio di amministrazione e dell’Amministratore delegato.
L’accusa è di malversazione ai danni dello Stato e le indagini della Guardia di Finanza si concentrano sui fondi trasferiti da Invitalia e Blutec per il rilancio dello stabilimento di Termini Imerese. Gli indagati sono accusati cioè di aver distratto gli ingenti finanziamenti pubblici, erogati da Invitalia (per conto del ministero dello Sviluppo economico), per sostenere il programma di sviluppo finalizzato alla riconversione e riqualificazione del polo industriale di Termini Imerese.
Nel 2015 la Blutec spa ha infatti sottoscritto un accordo di programma con i ministeri dello Sviluppo economico, del Lavoro e delle Politiche Sociali, con la Regione Siciliana e il Comune di Termini, per un importo complessivo di circa 95 milioni di euro, chiedendo agevolazioni pubbliche per oltre 71 milioni di euro (67 milioni per finanziamento agevolato e 4 milioni a fondo perduto). Tuttavia, una volta incassati i fondi, nulla di quanto promesso è stato fatto. Le quote sociali e le disponibilità finanziarie, immobiliari e mobiliari della società piemontese a Rivoli, Asti e Borgaretto, riconducibili agli indagati, ammontano a oltre 16 milioni di euro, parte dei 21 milioni di euro ricevuti da Invitalia per il rilancio dello stabilimento ex Fiat in Sicilia.
Come spiegato dall’Assessora Pentenero in aula, la Regione aveva sentito Amministratore delegato e Presidente della società meno di 20 giorni fa per fare il punto e organizzare un incontro con i sindacati per il 21 di marzo. L’arresto dei dirigenti e la nomina del commissario giudiziario hanno stravolto questa linea di indirizzo e fatto saltare la convocazione.
“Bisogna intervenire con urgenza per tutelare i 300 lavoratori degli stabilimenti, affinché non perdano il lavoro” – dichiara Grimaldi. – “La Regione deve partecipare al tavolo con le parti convocato dal Mise ed è urgente un incontro con il commissario giudiziario. I lavoratori non possono pagare per i comportamenti illeciti di un’azienda che ha agito con assoluta irresponsabilità”.
Fca, comunicazioni di Chiamparino in aula. Grimaldi (SI-LeU): Solo piano industriale che rappresenti un cambiamento radicale salverà il Piemonte dalla marginalità nel contesto europeo
“Piena occupazione e riduzione dell’orario a parità di salario nel settore dell’automotive, diffusione dell’auto elettrica, e in città trasporto pubblico capillare e sharing. È questo il futuro? Come diceva uno slogan FIAT, ‘le cose che creiamo ci dicono cosa diventeremo’”. – Così ha esordito questa mattina in aula il Capogruppo di LeU Marco Grimaldi, nel suo intervento a seguito delle comunicazioni del Presidente Chiamparino sul futuro di Fca in Piemonte”.
“In questi anni” – ha proseguito Grimaldi – “non ci siamo accontentati degli annunci sulla piena e buona occupazione. Fino al 2006 si producevano più di 200.000 auto a Torino, quest’anno meno di 30.000. Sono scomparsi in pochi anni 15 mila posti di lavoro. Sono stati annunciati 27 nuovi modelli, ma ne sono stati realizzati solo 12 nel nostro capoluogo.
Inoltre abbiamo, in solitudine, segnalato le ingenti entrate fiscali (IRAP in primis) perse in Piemonte in questi anni (dal 2011 ormai FIAT-FCA, tra i maggiori contribuenti fino al 2010, non versa più un euro di IRAP, tra profit shifting, valore di produzione negativo e crediti d’imposta per investimenti)”.
“Nel Piano industriale FCA 2014/2018, furono annunciati ventisette nuovi modelli fra FIAT, Alfa Romeo, Jeep e Maserati. Tuttavia a oggi ne sono stati realizzati solo 12. Nel frattempo, c’è stata e c’è ancora la cassa integrazione per tutti e, quando gli ammortizzatori finiscono, arriva lo Stato a fare la sua parte. I redditi degli operai italiani sono sempre più bassi, mentre gli azionisti vantano utili da capogiro”.
“Due settimane fa, Manley ha confermato il piano di investimenti (rivisto) in Italia annunciato l’autunno scorso: 5 miliardi di euro per l’elettrico, che dunque dovrebbero andare a Mirafiori per la 500 full electric e a Pomigliano d’Arco per il Suv compatto Alfa Romeo Tonale. Sul fronte della produzione negli stabilimenti italiani, invece, si è parlato delle vetture ibride nello stabilimento Fca di Melfi. Fca sostiene di stare sviluppando la propria piattaforma per le auto elettriche, dicendosi in grado di raggiungere gli obiettivi dell’Ue sulle emissioni per il 2025. I veicoli elettrici dal 2% del mercato europeo dovrebbero arrivare al 30% al 2024-2025, secondo le previsioni”.
“Di fronte a questi annunci, chi come me ha creduto in Philla – l’auto elettrica prototipata con un milione di euro della Regione 10 anni fa – non può che dire: ‘era ora’. A meno che questa sfida non sia l’ennesima ‘fake truth’. Per esempio, senza maggiori investimenti per diminuire il gap con le più grandi case automobilistiche, la sola 500 elettrica non basterà a tornare alla piena occupazione a Mirafiori. La realtà è che mancano diverse migliaia di macchine e modelli per saturare Mirafiori e Grugliasco”.
“Se ‘le cose che creiamo ci dicono cosa diventeremo’ – ha concluso – “Io voglio immaginare un domani diverso e credo che questo territorio meriti un futuro che non sappia solo di attesa. Ciò significa aprire un confronto su un piano industriale che rappresenti un cambiamento radicale. Il Consiglio Regionale ha assistito impotente alle giravolte del governo nazionale e alla decisione di Fca di non partecipare al Consiglio aperto di Regione e Comune con i vertici dell’azienda, richiesto nei mesi scorsi. Ma il confronto pubblico con il territorio sulla mobilità del futuro e la tutela dei lavoratori non può aspettare: non servono tavoli e accordi separati; con un tessuto industriale immerso nella recessione italiana, senza il rilancio del distretto automotive, il Piemonte più che l’isolamento rischia la marginalità assoluta nel contesto europeo”.
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