La setta dei pedofili satanisti della “bassa modenese” di 20 anni fa.

Un “Calvario” durato 16 anni.

Basandomi anche sulla trasmissione di ieri su RAI 3, riguardante la “setta di pedofili  satanisti” della Bassa Modenese di 20 anni fa, documentata dal libro inchiesta “Veleno”  di Pablo Trincia appena uscito da Einaudi, vicenda che assomiglia a quella attuale “Angeli e demoni” di Reggio Emilia, mi permetto, nel riassumerla, alcune osservazioni. Mi occupai a suo tempo dei casi dei coniugi di Mirabello, cui fu sottratta la bimba neonata, e della scuola materna di Rignano, casi che hanno alcuni aspetti simili ai due sopra citati.

Dunque. In due paesi della Bassa Modenese, 16 bambini furono sottratti dalla ASL ai loro genitori e dati in adozione. L’attività delle assistenti sociali e delle psicologhe iniziò il 12 novembre 1998, e si concluse con l’assoluzione definitiva degli imputati sopravvissuti  il 4 dicembre 2014.  Una madre suicida, sette genitori morti di crepacuore,  anche don Giorgio Govoni, il parroco -camionista di Massa Finalese, amato da tutti (difeso anche dall’”Avvenire”), accusato di  essere il capo della setta satanista.

Dalle dichiarazioni di alcuni bambini, “venivamo portati con il bus della parrocchia nel cimitero di notte, dove bevevamo il sangue dei bambini uccisi”  “Io ne uccidevo cinque per volta”  “Ci violentavano nelle tombe, dopo averle scoperchiate”  “C’era una ghigliottina al cimitero per decapitare i bambini” ecc. Ma davvero i bambini potevano inventare questi fatti?  Fu dragato il fiume, trovando solo il teschio di un soldato tedesco, la custode del cimitero disse che avrebbe dovuto trovare le tracce, inesistenti.  I bambini uccisi da dove venivano?

Le assistenti sociali e le psicologhe – della SISMAI e tre del “Centro Hansel e Gretel” di Torino (quello coinvolto ora in “Angeli e demoni”) – usavano la tecnica del RICORDO ASSISTITO o dello SVELAMENTO  PROGRESSIVO, anche utilizzando il NEUROTEK, una macchinetta inventata negli USA che attua, attraverso scariche elettriche blande, la “stimolazione bilaterale, tipica dell’Emder”.  Provo a tradurre.  La convinzione è che, se i bambini negano di avere subito abusi, da fratelli genitori nonni parenti, mediante molti colloqui, riusciranno a ricordarli.  Es: la piscologa dice alla bimba: “Tuo padre ti toccava la patatina, si toccava lui il pisello, ti ha fatto male nel culetto?”.  La bimba nega più volte;  alla fine del trattamento dice quello che la psicologa le ha suggerito.  Il tutto senza registrazioni né appunti conservati. Una madre popolana, cui verranno tolti i bambini, viene interrogata dall’ assistente sociale a Milano. “Ma lei faceva il bagno alla figlia? (di 8 anni)?  E’ pedofilia”. La madre: “Ma che domande sono queste?  Io ho allevato 5 figli”.  L’assistente sociale Valeria Donati, che oggi lavora a Milano, richiesta di testimoniare, risponde: “ Rivolgetevi al mio avvocato. Del resto ci sono state le condanne”.  Dimentica che poi ci furono le assoluzioni, e che le condanne in 1° grado furono comminate anche grazie alle sue relazioni, prive di fondamento.  A mio avviso non si tratta di errori, bensì di una metodologia demenziale, che travalica le norme, attuata da personale pubblico, impunito perché mai controllato da nessuno. Ieri sera straziante la testimonianza di una donna giovane, la quale, piangendo, confermava di aver subito da  bambina abusi sessuali; salvo poi ribadire che veniva portata al cimitero ecc. Devastata irrimediabilmente.

Così è iniziato un accanimento giudiziario, con tanti processi; anche dopo gli ammonimenti della Cassazione, i PM e la ASL ricorrevano, prolungando la durata.  Una pervicacia provocata dall’arroganza, il non voler ammettere di essersi sbagliati.  Devo precisare che tutte le decisioni, a cominciare dalla sottrazione iniziale dei bambini ai loro genitori, sono prese dal TRIBUNALE DEI MINORI competente.  I sindaci e le cuoche delle case famiglia non c’entrano, al massimo colpevoli di trascuratezze amministrative.  Le assistenti sociali e le psicologhe fanno le indagini, coadiuvate dai carabinieri. Visto ieri sera il filmato, registrato dalla telecamera domestica,  dell’irruzione di 20 tra assistenti sociali e militari,che fingevano di essere dell’ENPA, con tanto di divisa, in una casa per rapire, senza mandato, una bimba di tre anni, inseguiti invano dai genitori e dalla nonna.

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