Ho conosciuto il professor Bruno Soro in seguito alla tragica alluvione del novembre ’94. Un evento che lo aveva direttamente coinvolto come abitante del quartiere Orti, il più colpito della città di Alessandria e dove hanno perso la vita 14 concittadini.
Dopo i “giorni del fango”, giorni o, meglio, mesi, nel corso dei quali, per gli abitanti delle zone alluvionate la prima preoccupazione, con l’aiuto di parenti, amici e molti volontari, è stata quella di ripulire le abitazioni dal fango e ripristinare accettabili condizioni di vita, nel luglio del 1995, Soro, con il prof. Roberto Nani e alcuni giovani ortolani, ha costituito l’Associazione “Orti Sicuro”. E poiché il luogo più adatto nel quale tenere le riunioni era la Parrocchia, i promotori decisero di coinvolgere anche il parroco don Gino Casiraghi.
L’Associazione che Bruno ha diretto per oltre venti anni è ufficialmente nata il 3 agosto 1995 e aveva come scopo statutario quello di: “Promuovere e svolgere attività di previsione, prevenzione e soccorso in vista di calamità naturali, catastrofi o altri eventi similari, nonché di formazione su tali temi, con particolare riguardo al monitoraggio del corso dei fiumi e alla sensibilizzazione della popolazione del Rione Orti”. L’Associazione, cessata nel 2018, ha rappresentato un esempio di auto organizzazione e una garanzia per tanti cittadini in cerca di informazioni, specie quando, fra ottobre e novembre, il Tanaro e la Bormida incutono paura.
Ed è sembrata un’ingiustizia che Soro, lo scorso novembre, non abbia potuto esserci, insieme ai volontari che più si sono prodigati nel dopo alluvione, ed incontrare il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel corso della sua venuta ad Alessandria, in occasione del trentesimo anniversario di quel tragico accadimento.
E’ giusto ricordare che, sulle cause dell’alluvione, in allora, non ci siamo sempre trovati d’accordo. Con altri ho condiviso le risultanze della relazione del prof. Luigi D’Alpaos, dell’Università di Padova, redatta su richiesta della Procura di Alessandria, che, se riteneva una concausa dell’evento l’ostacolo rappresentato dal ponte della ferrovia, per le sue arcate troppo strette, non considerava responsabile dell’esondazione del Tanaro il ponte “Cittadella”, così come quello degli Orti.
Le due associazioni del quartiere, “Orti sicuro” e il gruppo dei volontari del “Museo del Fiume” guidato da Gianna Calcagno, ritenevano invece che, per la sicurezza della città, il vecchio ponte della Cittadella dovesse essere sacrificato. Quando, nell’estate del 2009, il ponte è stato abbattuto per essere sostituito, nel 2016, dal ponte Meier, ognuno è rimasto con i propri convincimenti. Però in assenza delle opere che il prof. D’Alpaos aveva considerato indispensabili (le casse di laminazione previste dopo la città di Asti e prima dell’abitato di Alessandria), e che tutt’ora non sono state realizzate, le preoccupazioni e la richiesta di interventi urgenti considerati risolutivi, da parte di chi l’alluvione l’aveva direttamente subita, risultavano comprensibili.
La personale vera conoscenza con Bruno Soro, che si è presto trasformata in amicizia, è avvenuta con il suo distacco dall’Università di Genova, dove negli anni ’90 ha insegnato Economia dello sviluppo nella Facoltà di Scienze Politiche e, dal ’99, come professore associato, Politica economica nella Facoltà di Giurisprudenza. Ricordo che, appena dopo il suo collocamento a riposo dall’Università, Soro tenne un corso di Economia a palazzo Borsalino, su indicazione del prof. Salvatore Rizzello, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e Scienze Politiche, Economiche e Sociali dell’UPO. Corso che, in diversi dell’Associazione “Città Futura”, abbiamo frequentato. La sua collaborazione con l’Associazione e il giornale online, cittafutura.al.it, è stabilmente iniziata negli anni 2007 – 08 ed è ininterrottamente proseguita sino al 2 maggio dello scorso anno per un totale di oltre 300 interventi che sono raccolti nella rubrica “dentro la notizia” a lui dedicata.
Insieme con l’Associazione è iniziata anche la collaborazione con la Camera del Lavoro e di questo rapporto ricordo, tra le altre, due iniziative. In previsione della prima, un Convegno del 4 maggio 2018 su “Europa, democrazia, lavoro” con esperti dell’Università del Piemonte Orientale e della CGIL, Soro, per favorire una riflessione informata sull’argomento, predispose una serie di domande, con relativa risposta. sulle numerose opportunità e gli altrettanti limiti della politica economica europea. Un vademecum ricco di dati, informazioni e notizie, quanto mai utile e del tutto attuale. La seconda riguarda il suo intervento predisposto per la celebrazione dei 120 anni della Camera del Lavoro provinciale di Alessandria, tenutasi il 20 gennaio 2021. Un video nel quale analizza le diverse sfide che il sindacato dovrà affrontare in vista dei profondi cambiamenti e le trasformazioni che già oggi coinvolgono e sempre più interesseranno il mondo del lavoro. Intervento che, dopo aver spaziato tra evoluzione demografica ed economica, declino dell’occidente, crescenti diseguaglianze, riscaldamento globale e migrazioni, si conclude con una sollecitazione, rivolta al sindacato, a progettare un nuovo Statuto dei lavoratori.
Gli articoli che Bruno Soro ha, nel corso degli anni, scritto e pubblicato sul sito di “Città Futura” di Alessandria e “Panorama” di Novi Ligure, adeguatamente organizzati, hanno dato vita a numerose pubblicazioni. L’ultima del “professore collocato a riposo”, come ironicamente, negli ultimi anni, si definiva, riguarda il volume “Politica, economia e società” che raccoglie “Divagazioni e scritti vari” degli anni 2019-2023. Abbiamo organizzato una delle prime presentazioni del libro, il 12 gennaio dello scorso anno, nella saletta della Camera del Lavoro dove “Città Futura” solitamente svolge i propri incontri. Mentre, negli stessi giorni, il giornale online dell’Associazione ha pubblicato, sul libro, le recensioni di Gianfilippo Casanova e Franco Contorbia. Soro è stato molto contento, direi felice, della riuscita di quell’incontro, reso non agevole dalle precauzioni che si erano dovute adottare in considerazione delle cure cui era costretto, e ci ringraziò in maniera non formale.
Nel periodo del Covid, come nei primi mesi dello scorso anno, in diverse occasioni, ci siamo incontrati nel bar vicino alla sede dei dipartimenti scientifici dell’Università, che si trova nel quartiere degli Orti, prossima alla sua abitazione. Per scambiarci libri, per ragionare su futuri progetti e iniziative dell’Associazione, o solo per valutare le iniziative dell’Amministrazione comunale e riflettere sulle difficoltà e gli irrisolti problemi delle forze politiche del campo progressista, cui entrambi si faceva riferimento. In quelle occasioni ho sempre trovato una persona conscia della difficile situazione che lo riguardava, ma decisa a non farsi condizionare e comunque, come era stato nella vita, proiettato con il pensiero nel futuro.
E’ con questa sua volontà che mi piace ricordarlo.
Renzo Penna
Alessandria, 3 gennaio 2025
Mi associo alla memoria dell’amico e professore Bruno Soro, che Renzo Penna ha così bene e puntualmente rievocato. La mia conoscenza e amicizia con Bruno risalgono ad anni assai verdi, l’inizio degli anni Settanta, provenendo entrambi dal mondo dei “cattolici del dissenso”, politicamente vicini alla sinistra. E’ così che lo scelsi a testimone del mio matrimonio nel 1978 e lui ne fu ben lieto.