Autostrade: “polpa e osso”

Un articolo de La Stampa di oggi 29/01/2020 ci informa che, a livello governativo,  si studia la revoca parziale delle concessioni autostradali, ovvero la revoca potrebbe essere limitata alle sole tratte liguri.

Confesso che, appena letto l’articolo, ho sospettato che la “pensata” fosse dovuta agli eccessi alcolici  conseguenti ai festeggiamenti per  la vittoria di Bonaccini nelle elezioni regionali dell’Emilia.

Subito dopo ho pensato alla “polpa e all’osso” e  mi sono convinto che la “pensata”, ammesso che sia farina del sacco governativo,  deve essere inquadrata meglio.

Chi percorre le autostrade liguri sa che, salvo tratti brevissimi, si passa da una galleria ad un viadotto e viceversa. Di conseguenza la manutenzione è molto più onerosa di quella della maggior parte dei tratti che corrono nel resto dell’Italia. Togliere le tratte liguri alle concessionarie autostradali per farle gestire all’Anas, ripete più o meno lo schema classico delle privatizzazioni italiane: la parte redditizia ai privati, il resto al pubblico.

Ogni giorno da parte dei politici ci viene raccontato che le scelte governative relative alle concessioni autostradali sono improntate alla difesa degli interessi dei cittadini. Escludendo che la proposta di revocare le concessioni per le sole autostrade liguri sia dovuta ad un eccesso di libagioni quale può essere la ratio?

Onestamente, non ne vedo alcuna.

Le forze politiche, e non, che lo sostengono affermano che questo governo è nato per impedire che il paese precipitasse nel baratro.

Per avere una speranza di futuro, qualche esperto in materia sa indicarmi quale “santo” dovrei votare alle prossime elezioni?

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