Il 5 Maggio 1818 nasceva Karl Marx a Treviri, cittadina tra le più belle e sicuramente la più antica della Germania che contava allora 15.000 abitanti circa. Situata nella valle della Mosella, circondata da vigneti ed immersa in una vegetazione di tipo quasi mediterraneo, con il nome di Augusta Treverorum era stata la Roma del nord ed il quartier generale dei più potenti eserciti romani. La Porta Nigra, alla cui ombra ( letteralmente) Marx mosse i suoi primi passi, e l’enorme basilica del IV secolo costituivano i resti della gloria imperiale di Treviri.
Sono passati due secoli ed il pensiero del Moro è, in quest’anniversario celebrato con convegni, ricorrenze e anche con la posa di una statua nel centro storico della città natale proprio il giorno del suo compleanno. La statua alta sei metri e del peso di oltre due tonnellate è opera dell’artista Wu Weishan ed è stata donata dalla repubblica Popolare Cinese, iniziativa e dono fortemente contestati dai partiti della destra locale.
La Fondazione Luigi Longo di Alessandria ha partecipato con un suo piccolo contributo ad una di queste celebrazioni che si è tenuta nella città di Ragusa dal 10 al 12 maggio scorsi. Il convegno di studi “Karl Marx a 200 anni dalla nascita” è stato organizzato dal Centro Studi Feliciano Rossitto di Ragusa.
Il coinvolgimento della Fondazione Longo è stato promosso da Aldo Tortorella, direttore della rivista Critica Marxista, in virtù della sua partecipazione al convegno del 2015 tenutosi ad Alessandria dal titolo “I ritorni di Marx”che fu organizzato,appunto dalla Longo.
A Ragusa, come ad Alessandria , i lavori sono stati aperti da una’articolata relazione di Tortorella che ha delineato la posizione che Marx occupa nello sviluppo del pensiero moderno, posizione non facilmente definibile in modo univoco. Marx è la figura di un intellettuale che non si lascia facilmente collocare nell’ambito delle divisioni disciplinari. Il giovane Marx è un filosofo che si colloca nell’ambito della sinistra hegeliana, ma con L’ideologia Tedesca si orienta verso una trasformazione della filosofia in teoria della società e della storia.
Nel 1848, con il Manifesto del Partito Comunista, è soprattutto un pensatore politico e l’opera della sua vita, Das Kapital, che reca come sottotitolo Critica all’economia, lo pone fra i classici dell’economia moderna.
Si può dire che, dopo aver cercato la verità dello stato nella società civile, cerca ora nell’economia il corpo della società civile analizzando la sua anatomia. Non più una critica moralistica della proprietà privata e del privilegio che essa porta con sé,non come sostenevano tanti socialisti e comunisti la proposta di una società comunitaria e fraterna, ma la necessità di comprenderla nella sua genesi e nella sua dinamica.
Il nucleo della “critica dell’economia politica”di Marx, così come la sua specifica analisi che lo distingue dalle altre teorie economiche, si possono sintetizzare appunto nell’oggetto principale della sua analisi: il capitale come “rapporto sociale di produzione” caratterizzato da due elementi: lo sfruttamento in un’economia che produce merci ed una “sistematica” tendenza alla crisi.
Fra i tanti relatori del convegno ragusano di particolare interesse la presenza di Roberto Fineschi, curatore della nuova edizione del I libro del Capitale per le Opere Complete di Marx ed Engels (vol. XXXI, Napoli La città del sole, 1600 pagine) che ha l’ambizione di presentare al lettore studioso italiano lo stato dell’arte dopo la pubblicazione della nuova edizione storico-critica , la seconda MEGA ( Marx-Engels-Gesamtausgabe ) progetto in 114 volumi in corso di realizzazione da quasi 40 anni.
Nel suo intervento Fineschi ha sottolineato come quello che “diceva” Marx era spesso qualcosa di diverso da quanto sostenuto dai vari marxismi succedutisi negli anni addivenire e che il valore di una teoria prescinde dagli interessi politici dei gruppi che si dichiarano i portavoce. Fineschi ha sottolineato, a suo dire come esempio emblematico, la prova filologica che Marx non utilizzò mai la categoria del “valore lavoro”bensì la necessità di una teoria che spieghi la trasformazione della merce in merce e denaro, per Marx il fondamento dell’analisi del capitale non è il lavoro, non è il valore, ma la merce.
Necessario, infine, ricordare che la teoria del capitale è una teoria epocale. Errore grave è stato e può rimanere considerare la teoria di Marx come teoria sociologica pronta per l’uso in politica. Marx rimane stupefacente perché ha dimostrato il necessario svilupparsi di molti fenomeni che al suo tempo erano agli albori e che oggi sono pane quotidiano: la mondializzazione, l’aumento spaventoso dello sfruttamento del lavoro, la finanziarizzazione del capitale e le crisi, ma è bene ricordare che la sua capacità di analisi dimostrata dalla sua teoria non ci dà oggi, come ieri, una politica.
E per concludere :il capitalismo di oggi ( anche quello delle piattaforme e della dissolvenza..)con sullo sfondo il capitalismo di ieri o per meglio dire il capitalismo in quanto tale, ci riposta alle forze produttive e ai rapporti di produzione ed al semplice fatto che il dominio sugli uomini continua ad esercitarsi attraverso il processo economico.
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Margherita Bassini
( Fondazione Luigi Longo AL)
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