(*)In questi mesi in valle Bormida si sta discutendo sulla manifestazione di interesse presentata dai Ministeri competenti per la realizzazione di un carcere nel sito ex ACNA. L’area di circa 67 ettari é situata in gran parte nel comune di Cengio e in piccola parte nel limitrofo comune di Saliceto.
La storia dell’area inizia nel 1882 quando si insedia una attività che produce dinamite ed esplosivi a beneficio dell’industria bellica dell’epoca. Nel 1925 lo stabilimento viene convertito dall’ACNA – Aziende chimiche nazionali associate – in una fabbrica per coloranti e farmaceutici e nel 1931 passa alla società Montecatini e poi Montedison nel 1964. Gli effetti dell’inquinamento non tardarono a farsi sentire. Non si poteva più utilizzare l’acqua del fiume per irrigare, la nebbia e le piogge portarono il fenolo, altamente tossico nei terreni e nelle acque fino alla confluenza del Tanaro ad Alessandria. Nel 1988 l’azienda passa all’ENI e nel 1991 è sotto il controllo di Enichem, oggi Eni Rewind, la società, dopo un primo ridimensionamento, ferma definitivamente le attività produttive nel 1999.
E’ del 2000 l’accordo di programma tra ACNA e Ministeri dell’ambiente, dell’industria e della Sanità con le regioni Liguria e Piemonte che prevede la suddivisione del sito in quattro zone omogenee per gli interventi di bonifica e messa in sicurezza permanente. Spesa prevista dall’Accordo di programma è di 300 miliardi di lire. Oggi il sito é stato oggetto di interesse da parte dei Ministeri della Giustizia e delle Infrastrutture per la realizzazione di un nuovo carcere della provincia di Savona.
Sul tema é intervenuto il Sindaco di Cengio che ha espresso parere favorevole alla realizzazione del carcere, ritenendo il luogo della sua ipotetica costruzione più sensata e realistica rispetto ai comuni della costa che hanno, dice il primo cittadino, aspettative e necessità legate alla vocazione turistica.
Invece il comune di Cengio, a parere del Sindaco, presenta nel sito ex ACNA un’ampia disponibilità di terreno, totalmente pianeggiante, viabilità stradale e una stazione ferroviaria della linea Savona/Torino a 200 metri di distanza, nonché una cabina elettrica e una per la distribuzione del gas metano. Inoltre, ritiene il Sindaco, la struttura carceraria darebbe sicuramente ossigeno ad un paese in cui, a causa della chiusura dello stabilimento, si è prodotta una grave crisi economica, commerciale ed immobiliare.
Dall’altra parte, le associazioni ambientaliste per la Rinascita della Valle Bormida e Valle Bormida Pulita, che per anni si sono battute per la chiusura e la messa in sicurezza dell’area hanno preso posizione contraria ricordando che le opere di fondazione imposte dalla realizzazione di un carcere possono interferire pericolosamente, rendendo più problematica la gestione delle opere di emungimento del percolato ancora esistente e costantemente inquinato dalle sostanze organiche tossico nocive e cancerogene caratteristiche delle produzioni dell’ ACNA.
I rischi evidenziati dagli eventi alluvionali degli ultimi dieci anni hanno suggerito la necessità di realizzare un ulteriore intervento di contenimento sulla briglia di derivazione dell’acqua del fiume posta all’entrata dello Stabilimento. Rischi potenziati dalla presenza a pochi chilometri a monte della diga di Osiglia con una capacità di circa 10 milioni di metri cubi posta ad una quota altimetrica superiore di almeno 200 metri all’area ex ACNA.
I rappresentati del Partito Radicale della provincia di Savona in merito hanno denunciato i ritardi e l’inerzia delle forze politiche che hanno amministrato la città che non sono stati in grado, a loro dire, di indicare un’area idonea alla realizzazione della nuova struttura in sostituzione del carcere di Sant’Agostino chiuso nel 2016. I radicali ritengono che l’ipotesi del carcere provinciale in valle Bormida sia poco ragionevole, in quanto costruito a 30 Km di distanza dalla città di Savona, lontano dal Tribunale e dai servizi cui deve fare riferimento, creando disagi ai parenti e in contrasto con il modello di carcere aperto a cui sembra ispirarsi il progetto del Ministero. L’unica esperienza simile in Liguria è quella del carcere di Sanremo -Valle Armea , che proprio a causa della distanza in cui si trova dalla città si è rilevata molto infelice e a tal motivo viene considerato il peggiore della Liguria.
Sulla possibile scelta di Cengio è scettico anche il garante dei detenuti del Piemonte che ha sollevato critiche circa la realizzazione di un carcere su di un terreno in cui le operazioni di bonifica non sono terminate ritenendo che un istituto di pena debba essere collegato a strutture giudiziarie, scuole ed ospedali. Sulla vicenda ha chiesto chiarimenti anche il senatore Taricco che ha sollecitato i Ministeri competenti a garantire il massimo impegno e vigilanza nell’ultimazione degli interventi di bonifica e messa in sicurezza del sito industriale, avendo cura in ogni caso di evitare qualunque destinazione che possa aggravare ulteriormente la già compromessa e delicata situazione ambientale della valle.
Restiamo in attesa delle decisioni dei Ministeri competenti, da parte nostra informeremo i lettori sugli esiti degli accertamenti e delle decisioni che verranno presi.
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(*) – Renato Pesce, acquese. Co-presidente dell’Associazione per la Pace e la Nonviolenza.
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