Chi l’ha visto?

Lettera aperta a Claudio Magris di Patrizia Gioia

Perdona il mio ardire caro Claudio Magris ma è da troppo tempo che non ho più notizie di te.

Soprattutto in questo tempo così violato e violento dove sei? Dove la tua voce? Dove le tue parole che da sempre insegnavano a tenere insieme ogni cosa…nonostante?

Sappiamo entrambi che quelle figure che definivano “gli intellettuali” sono quasi scomparse, eppure è proprio nei tempi bui che più forte dovrebbe splendere la loro luce, più alta salire la loro voce.

Ci siamo aggrappati alle parole di Giorgio Agamben, al diritto del diritto di Ugo Mattei , a poche altre vive voci fuori dal coro e ci aggrappiamo ancora al corsaro Pasolini e alle vesti di Gesù,  rispolveriamo la non violenza di Gandhi, la Poesia per la Natura di Hesse e le Elegie di Rilke, il dialogo di Panikkar e le visioni di Jung, la potenza di Einstein e il Dio non tappabuchi di Bonhoeffer, l’attenzione di Simon Weil, l’amore di Etty Hillesum…ma le voci di oggi, quel pensiero che aiuta la via, dov’è? Su che spalle possiamo ancora guardare ?

Ti sei forse stancato delle parole ? La politica l’avevi già fatta fuori facendone esperienza. E oggi mancano anche verità e giustizia.

Tu che ami così tanto il mare ti sei forse imbarcato come Ulisse, dimenticando che Itaca è sempre qui da salvare ?

In uno dei tuoi ultimi romanzi:  “Non luogo a procedere“, un romanzo violento, tenero e appassionato, ti sei confrontato con l’ossessione della guerra di ogni tempo e paese, quasi indistinguibile dalla vita stessa: una guerra universale, rossa di sangue, nera come le stive delle navi negriere, cupa come il mare che inghiotte tesori e destini, grigia come il fumo dei corpi bruciati nel forno crematorio della Risiera di San Sabba, bianca come la calce che copre il sepolcro.

Ma è quella che oggi viviamo la storia da raccontare, una guerra continua senza nemmeno trincee, una guerra tra figli e genitori, dove l’umano ha dimenticato il compito che gli è dato da fare e dove i morti verranno a giudicarci.

“Nuvole grevi di tramonto sanguigno, pronte a dissolversi ancora in pioggia di sangue. sotto a chi tocca “

Sono queste le parole che hai scritto e che ci lasci come eredità e promessa ?

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