Come una sigaretta

Come una sigaretta… che in fumo se ne va….”, cantava Luciano Virgili quando c’era solo la radio.

E’ un periodo in cui nella calura pomeridiana, sprofondata nell’ozio del meriggio, m’ipnotizzo guardando film degli anni cinquanta e ante… un mondo così lontano da farmi sentire un reperto, il mondo della mia prima infanzia, pudico e rispettoso dell’ordine gerarchico familiare, sociale e scolastico, quando tornando a casa trovavi la mamma, e rompere le regole era un atto di coraggio o di astuzia, se le regole eri capace di aggirarle.

Commedie all’italiana e film americani in bianco e nero, con attori indimenticabili ed altri dimenticati … e tutti fumavano… oh sì che fumavano.

E poi ci sono i drammoni del primo dopoguerra, magari con Amedeo Nazzari e Yvonne Sanson che tra varie peripezie e un figlio illegittimo, doveva espiare la colpa facendosi suora o ammalarsi di rimorso fino all’ultima scena quando lui arriva, la perdona e lei gli muore tra le braccia.

E tutti fumavano… oh sì che fumavano : gli attori con la sigaretta pendula alla Bogart, le attrici come donne fatali col bocchino, mezze perdute o perdute del tutto , che scendevano la scala del disonore o incarnavano il modello americano esportato come esempio di emancipazione e sicurezza di sé.

Non c’era la televisione, si ascoltava la radio e sul fornello si faceva il caffè con la napoletana che lo potevi anche sorseggiare durante il giorno per far più gustosa la sigaretta e nessuno si sognava di mandarti sul balcone bello assiderato con la polmonite. I bambini, fumatori passivi fin dalla culla, crescevano intelligenti più di quelli di oggi.

E tutti fumavano… o sì che fumavano… e nessuno ti diceva che morivi di cancro come a Taranto, dove magari non fumano ma respiri polveri di carbone o l’amianto come qui vicino a noi. E si campava lo stesso a lungo e fu una grande novità la sigaretta col filtro e quella al mentolo che mi lasciavano fumare da ragazza a tavola dopo il caffè per un rituale condiviso. E non c’erano quelli che ti guardano come un untore anche se lo fai all’aria aperta seduta al bar.

Sento che sarà per poco, che anche da noi come in alcuni paesi faranno zone limitate o recinti come allo zoo, se in pochi anni sono scomparse le salette fumatori nei locali e proibite pure le sigarette elettroniche forse più tossiche di quelle vere.

Ora il divieto comincia ad estendersi ad alcune spiagge anziché educare i fumatori applicando davvero la legge con multe salatissime a chi insozza le strade o inquina con mozziconi gettati qua e là… con l’obbligo di fornirsi di contenitori per gli escrementi da fumo come si fa per i cani.

Così mi guardo quei vecchi film, ho ripreso a farmi il caffè con la napoletana, che è buono anche riscaldato, e mi alzo per qualche sorso per tornare alla poltrona a lasciarmi fumare come ne ho voglia, che intanto sono arrivata fino a qui …

come una sigaretta che in fumo se ne va…” .

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