Ho già sottolineato tante volte come il difetto principale di questo paese sia la mancanza di concretezza, il voler ritenere che le parole possano sostituire i fatti, crearsi un mondo in cui, evidentemente, i transalpini non possano entrare, per cui li si ritiene incapaci di pensare propriamente, mentre è vero il contrario.
In questi anni tutti parlano di una gioventù allo sbando che non sa cosa fare, o meglio non è capace di autodirigersi, come fosse colpita da un male oscuro.
Secondo me non è così, recentemente ho fatto l’esempio di due giovani sportivi che sanno fare bene il proprio mestiere, per cui non si può dire che non abbiano una loro spina dorsale.
Mi ripeto, lo so, ma mi sembra giusto dirlo.
Il campione Bagnaia ha perso il titolo mondiale nella motoGP, ma ha combattuto come un leone, fino in fondo e, nel momento della sconfitta, ha lasciato la scena libera al vincitore, senza recriminazioni di nessun tipo, se non ripromettendosi di fare meglio l’anno prossimo.
L’altro, di cui tutti parlano e cioè il tennista Sinner, non si fa coinvolgere da chiacchere o alchimie, ma infila i suoi avversari come tordi, l’uno dopo l’altro, come un professionista di alto livello, senza farsi coinvolgere in battibecchi di alcun tipo.
Ecco, io non sono un creatore di miti, ma mi sembra che questi due ragazzi rappresentino la loro generazione molto meglio di tanti parolai nulla facenti e con la testa piena di fanfaluche.
Vorrei far notare che l’origine di questi due personaggi, l’uno in Piemonte, l’altro in Alto Adige, ce li descrive come centrifughi rispetto ad una Roma fonte di molti mali.
Ecco, cadiamo dalla consistenza all’inconsistenza e vediamo questi fantasmi dalla parolona facile scivolare agilmente fra Montecitorio e Palazzo Madama e che pensano compiaciuti di avere compicciato qualcosa nella loro giornata o nella loro vita.
I fantasmi sono per definizione inconsistenti ed anche queste parvenze di politici appartengono alla categoria, ma insistono pervicacemente nel voler entrare nei nostri media, nel voler affermare una loro concretezza che un pensiero razionale, del vecchio buon senso, nega loro.
In conclusione, se conosciamo il significato della parola mito, i due ragazzi di cui parlavo prima potrebbero assurgere a tale livello, mentre i deambulanti romani, che vorrebbero ficcarsi a forza nei nostri cervelli, non ne hanno minimamente il peso o il valore.
Commenta per primo