Conte, Schlein, Grillo … e il socialismo

Bello e, sostanzialmente, condivisibile questo intervento dell’amico Giuseppe Giudice. Preciso, tagliente, senza infingimenti, con la giusta dose critica, sempre costruttiva e positiva. Positiva perchè Giuseppe, questo Giuseppe, nel “Socialismo” ci ha creduto e ci crede davvero…ancora e nonostante tutto. Buona lettura (lasciamo la premessa alle sue parole allo stesso prof. Giudice, che su una sua pagina social ha “rincarato la dose)”…
Premetto che considero comunque utile fare una manifestazione, pur con i suoi limiti programmatici, che dà voce a chi si oppone con fermezza ad un governo terribile; nondimeno credo che  non avrà nessuno sbocco poitico organico.
L’inontro tra Conte e la Schlein è più che altro un atto dimostrativo. Poi c’è stata la solita improvvisata di Grillo (sul quale mi soffermerò più tardi) che aveva come unico scopo quello di dire a Conte: dovrai sempre fare i conti con me! Al di là delle scempiaggini sulle “brigate di cittadinanza” detto da uno che sostenne che Draghi era un “grillino” inconsapevole e più di altri spinse i 5s a sostenere organicamente il governo euroliberista del tecnocrate.
Sulla Schlein posso solo dire che ho rispetto per la persona, è una che crede fermamente nel suo progetto; ma il suo progetto è profondamente diverso dal mio e da chi comunque crede in prospettiva socialista come asse portante di una vera ricostruzione della sinistra italiana. Fausto Bertinotti, ha molto ben messo in evidenza la differenza di fondo tra una sinistra “liberal” e una socialista. Sono costretto a rammentare la mia posizione sul carattere vergognoso e se vogliamo ignobile del lutto di stato di tre giorni tributato a Berlusconi. Al di là del rispetto umano per un morto , Berlusconi ha veramente rappresentato un fenomeno devastante e regressivo per la politica e per la società italiana, una vera e propria “infezione” politico-culturale. Ma è anche vero che una pseudo-sinistra che ha fatto del puro e sempice anti-berlusconismo la sua cifra è stata completamente fallimentare. Perchè l’anti-berlusconismo è di fatto stata la foglia di fico dietro quale si è nascosta una “sinistra” neoliberale. Romano Prodi (al quale va comunque il mio cordoglio per la perdita della sua amata consorte) E’ stato il capofila, seguito da D’Alema e Amato, di una politica che ha completamente destrutturato l’impresa pubblica, ha rinunciato completamente ad una politica industriale, ha avviato il processo di precarizzazione del lavoro (di cui il jobs Act è stato lo sbocco definitivo) che ha avuto come conseguenza la fortissima crescita dello sfruttamento, delle stesse morti sul lavoro, l’ampliamento delle disuguaglianze e delle ingiustizie. Sono cose che ho detto più volte, ma è un bene ripeterle. Molto difficile ricostruire dalle fondamenta una sinistra senza una critica strutturale a quello che ha rappresentato l’Ulivo. Del resto la contestazione che faccio alla Schlein, è che ella ripropone di fatto l’Ulivo, forse un pò di più avanzato, ma senza negarne le ragioni fondative. Certamente è molto lontana non solo da Melenchon e Corbyn, ma anche dal nuovo leader del partito socialista austriaco, un operaio della Sit-Siemens, che dovrà combattere una dura e moto difficile battaglia conìtro una  destra molto forte. Ebbene questo compagno austriaco ha esplicitamente detto che per sconfiggere la destra la socialdemocrazia dovrà proporre ed implementare un “contro-modello di società” rispetto all’esistente. Ma torno a Grillo. Nella sua filippica ha proposto (ma non è una proposta originale) un reddito di cittadinanza unoversale ed incondinzionato perchè l’intelligenza artificiale sopprimerà tutti posti di lavoro. A parte il determinismo tecnologico di certe impostanzioni, si immagina un mondo dove tutte le attivitàsaranno svolte da intelligenze artificiali (ma chi programma e contyrolla queste intelligenze?) e l’uomo resta un soggetto passivo da scarto sociale. E’ una chiara proposta iper-capitalista (l’ultramiliardario Musk è un sostenitore). Da Raniero Panzieri e Riccardo Lombardi abbiamo apprso che lo sviluppo teconologico non è affatto neutro ed oggettivo, ma è determinato dai rapporti sociali di produzione. Da un punto di vista socialista il tema di findo è quello del controllo sociale dello sviluppo tecnologico. L’obbiettivo non è quello distopico del non-lavoro, ma di un diverso rapporto tra tempo di lavoro e tempo di vita. In pratica una forte  riduzione dell’orario di lavoro a parità di retribuzione. Quella della riduzione dell’orario di lavoro è una battaglia storica del movimento operaio e socialista. Riccardo Lombardi (ed altri ) in Italia lo sostenevano fin dagli anni 70. E’ proposta da Melenchon e dal programma del Labour del 2019. E’ proposta non solo come indispensabile rimedio alla disoccupazione tecnologica, ma per favorire un nuovo rapporto tra lavoro e vita. Il laburista corbyniano Mc Donnell, lo esprime con queste semplici parole : “si lavora per vivere, non si vive per lavorare. E’ chiaro che tale progetto ha senso e valore in una quadro di profonda riorganizzazione della società ed economia. Che comporta il profondo mutamento dell’organizzazione del lavoro e della produzione. Per quanto riguarda il reddito di cittadinanza (preferisco chiamarlo reddito di base) va rimodulato ed irrobustito. Ma inteso come strumento di lotta alla povertà, per evitare che si possa cedere al ricatto delle imprese che offrono salari da fame. Cosa diversa dalle politiche attive del lavoro che implicano forti investmenti pubblici, una politica di piano finalizzata a soddisfare i criteri dell’utilità sociale e non quelli della massimizzazione del profitto. Il reddito proposto di Grillo va invece nella direzione di Musk. 
(1) Se da un lato ha molta più “cazzimma” (uso un termine napoletano) di un Cuperlo, non sarà certo lei a portare il PD a “sinistra”. Perchè è una ipotesi che non ha senso. Il PD è strutturalmente un partito estraneo alla sinistra, lo è nel suo stesso atto costitutivo. La Schlein è solo una variante un po’ più radicale del veltronismo, di una sinistra “liberal” che non ha nessun spazio politico reale da occupare. Il socialismo resta una parola impronunciabile per lei. Nel suo programma politico non c’è nessuno reale progetto di società organicamente alternativo al finanzcapitalismo. Se talvolta è costretta a radicalizzare certe sue posizioni, è perfi finalità esclusive di avere più consenso in coloro che ingenuamente pensano di votarla nelle primarie al Gazebo , versando due euro. Dimenticando che ella è stata la vice-presidente di Bonaccini (il “leghista” del PD) , il quale appare essere il più probabile vincitore di questa “kermesse” del PD stesso. Il PD non è un partito riformabile nella sua struttura e nel suo ruolo politico. Certo la Schlein parla di dare più spazio ai diritti sociali , ma quei diritti sociali sono per lei avulsi dal reale conflitto sociale, da un progetto alternativo di società al finananzcapitalismo. Sono solo una estensione dei diritti individuali (che certo vanno difesi) ma slegati dall’idea di una società diversa dall’attuale. Qui c’è la profonda differenza tra lei ed un socialista democratico vero come Corbyn. Il quale richiama sempre la centralità della Working Class” nelle sue determinazioni odierne. Del conflitto di classe (concepito ben al di fuori delle connotazioni metafisiche del leninismo vecchio e nuovo) come fattore propulsivo di un processo di trasformazione sociale alternativo agli assetti attuali. Difficilmente la Schlein potrà fare proprio il manifesto laburista del 2019 , che prevede la pubblicizzazione dei beni pubblici e la loro gestione sociale e comunitaria, una politica di piano con il supporto di banche pubbliche di investimento per la transizione ecologica e la reindustrializzazione di aree depresse, l’introduzione di una imposta patromoniale e sulle grandi ricchezze, la riduzione dell’orario di lavoro a 32 ore a parità di salario. Una seria politica di pace. Temi strettamente inteconnessi tra loro. Ma inaccettabiuli dak PD , qualunque sia il segretario. La impressione netta è che la Schlein sia l’ennesima “foglia di Fico” per nascondere le “vergogne” del PD.
(1) https://www.criticasociale.net/heri-dicebamus-articolo-it.php?id=14
Il quadro di lancio è di Antonio Ligabue (“Agonia”).

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