Il segnale era di tutta evidenza da diverse settimane del nuovo anno e i cittadini si chiedevano l’un l’altro che fosse mai quel grande cantiere che sorgeva di gran carriera in quel del Platano di Napoleone.La consegna, però, di non parlarne pubblicamente (e politicamente) finché l’arbitro (?) non avesse fischiato il tempo debito, è stata puntualmente osservata.
In effetti era già chiaro e scontato, per ubicazione, dimensioni e prime impostazioni di fabbricati, che stesse sorgendo un’area commerciale esterna, arieggiante alla grande distribuzione. Meno scontato che l’operazione non andasse in qualche modo a collidere con l’intenzione decennale, squadernata dagli Amministratori di destra e di sinistra, di promuovere e vitalizzare strategicamente il centro urbano alessandrino quale preminente e naturale “centro commerciale diffuso”.
Persino noi, osservatori casuali e svagati, avevamo colto indizi di una inedita “pax mercatoria”, atta a smorzare le polemiche di lungo corso – ed esito minimale – tra gli agguerriti sostenitori del “commercio al Centro”, comunque, e i possibilisti del “commercio dove conviene”, con spazi congruamente attrezzabili in funzione del consumatore motorizzato e tendente all’aggregazione delle opportunità.
Bisognò comunque attendere la metà di aprile – a lavori ormai avanzati – perché al pubblico venisse dato, dal presidente di “AL 2000”, l’annuncio ufficiale: Arriva un altro retail park alle porte di Alessandria – Sarà il secondo in provincia, apertura il 12 settembre. Così La Stampa del 17.4.18,che premetteva di suo: L’avanzata della grande distribuzione.
Per vero la novità eclatante non era del tutto nuova se è vero che l’iniziativa, come pratica edilizia, era discretamente in lavorazione da diversi anni e già ai primi di dicembre del 2017 progetto e Comune erano stati chiamati in causa , con polemiche, dal M5S ( AL News, 01.12.17) senza che tuttavia ne sortisse clamore di sorta.
La Giunta, anzi, dopo aver chiarito, difensivamente, che l’iniziativa era partita sotto altri cieli politici, coglieva perfino l’occasione per accennare all’altro grande insediamento commerciale in zona Ponte Tiziano (area ex Consorzio Agrario), anch’esso di origini vetuste e già in evidente lavorazione sul campo. Il cui progetto esecutivo è stato finalmente illustrato, a giugno scorso, in Comune (La Stampa del 6.6.18: Come sarà lo shopping park all’entrata di Borgo Cittadella ).
Il tutto – parte pubblica e parte privata/commerciale – in un’aura di normale, fattivo ineluttabile adeguamento dell’economia cittadina ai canoni vincenti della distribuzione e dei consumi.
Un bagno (o almeno una doccia) di sano realismo dopo anni e anni di romantiche illusioni demandate, a furor di politica e cori angelici di supporto, a rilanciare, contro tutto e contro tutti, le sorti claudicanti del Centro e del Commercio alessandrini?
O, più semplicemente, la sagacia di alcuni operatori in grande che hanno fiutato per tempo la debolezza dello schieramento centripeto, dotato essenzialmente di un esercito di vasi e fioriere con verzure assortite in vario stato di salute?
Probabilmente un mix delle due ipotesi, tenuto conto che quanto oggi avviene sotto gli occhi di tutti non è stato accompagnato da alcun ragionamento chiarificatore (ahi i vedovi del “dibbattito politico” !), ma da una ovattata, ancorché sostanziale, conversione di rotta degli ambienti tradizionalmente solleciti del ruolo decisivo del commercio cittadino.
Del resto – e generalizzando – oggi sulle scene pubbliche vanno solo le parole forti e univoche, mentre i fatti economici sottostanti si orientano, con sapiente discrezione, al ritmo del si-salvi-chi-può.
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