Un primo contatto, non scontato, con la realtà ospedaliera, dalla viva voce di un medico. Una voce fra mille altre, probabilmente in controtendenza, ma – proprio per questo – stimolante e foriera di spunti riflessione successivi. Del “Covid19” si discuterà a tutti i livelli, dai più alti consessi scientifici all’anticamera del dentista di famiglia, per almeno i prossimi vent’anni. Quindi, anche noi come molte altre testate, proviamo a dare voce a tutti, ma proprio tutti , i protagonisti. (n.d.r.)
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E’ ancora presto, purtroppo, per fare un bilancio, tantomeno definitivo, di questa esperienza terribile: la pandemia e l’anno 2020 in generale: anche se l’anno si è chiuso la pandemia sembra lungi dall’essere debellata, nonostante l’inizio della più massiccia campagna vaccinale che si ricordi.
Mi permetto di ricordare che la epidemia virale influenzale, noi che siamo vecchi, la avevamo già vissuta negli anni 1968-69, dunque questa di Covid non è la prima esperienza. Infatti in quegli inverni abbiamo vissuto (io frequentavo le Scuole medie) la cosiddetta epidemia “Asiatica” e poi “Spaziale”, in onore al primo uomo sulla luna (1969).
Questa epidemia fece in Italia circa 35000 vittime, sicuramente non molti over 80 perché coloro erano molto pochi demograficamente e tenne circa un milione di persone a letto, dunque contagiati molto sintomatici. Al tempo, però, nessun lockdown, nessuna chiusura di scuole o di attività lavorative, nessun dispositivo di protezione individuale (tantomeno per i medici), salvo il distanziamento che le sagge Maestre di scuola ci facevano tenere, come per la varicella ed il morbillo.
Questa epidemia, su due autunni-inverni-primavere, fu per me “doppiamente” vissuta dal di dentro, perché il mio papà, che era un “Signor Dottore”era in prima linea sia in ospedale che sul territorio, non conosceva la paura e come tutti gli altri medici non usava alcun DPI. Non credo di essere l’unico, ma certamente uno dei pochi, dunque, che possa fare un’ analisi clinica delle differenze fra le due epidemie.
Prima di tutto l’aspetto demografico; i molti morti di questa ultima sono dovuti anche al vertiginoso aumento della età della nostra popolazione: siamo il Paese più vecchio d’Europa e forse del mondo intero. Questo ci deve subito fare riflettere: il calo delle nascite e l’aumento della vita media negli ultimi decenni nel nostro Paese ha creato una società vecchia e, senza offesa per nessuno, una società “marcia” che si è illusa di potere avere uno standard di vita ottimale prolungando di qualche anno la vita di molte persone, grazie ai farmaci e presidi sanitari.
Una brusca e terribile disillusione : questo virus “nuovo”, naturalmente od artificialmente prodotto, ci ha fatto tornare indietro di 40 anni almeno di medicina, quando, ai tempi del mio papà, i “vecchi” ultraottantenni erano già morti da molto tempo ed i diabetici, ipertesi cardiopatici morivano quasi tutti intorno ai 60-70 anni quasi sempre di infezione. Il virus è un frammento di genoma, quindi di DNA o RNA: per chi crede, il genoma è null’altro che l’impronta della creazione ed il “manuale di istruzioni” per la vita biologica e non solo.
Che cosa è successo dunque ? All’inizio del fatidico 2020 un virus già presente in Cina dall’estate precedente ed in Europa probabilmente dall’autunno, facendo seguito, dopo anni, ad almeno tre “tentativi” di pandemia cinese dal 2000 (SARS, Aviaria, H1N1 (paventati anche 100000 morti, ed invece 100) , ha scatenato una pandemia europea e mondiale con milioni di vittime. Sulle prime sicuramente la situazione è stata sottovalutata, addirittura “cavalcata al contrario” in opposizione a quei pochi (virologi e politici) che chiedevano di isolare tutti coloro che arrivavano dalla Cina in Italia: accusati di razzismo, di “fare terrorismo” (allora) ecc.
Dico subito che le responsabilità sono state equamente condivise dalle parti politiche (governo ed opposizione), sia a livello centrale, sia a livello regionale ed aggiungo che se fossi stato il Presidente Fontana, ad esempio, pur accusato di razzismo, avrei continuato sulla mia giusta strada, per poi tragicamente intrapresa, di isolare e tracciare i presunti infetti, anche soltanto per studiare il fenomeno, non soltanto sulla scorta delle vere o false notizie che giungevano dalla Cina; ma tant’è: da una parte e dall’altra la preoccupazione è stata primo non perdere consenso. Successivamente la pressione sugli ospedali, sulle terapie intensive hanno fatto perdere la tranquillità sulla “banale influenza” poi il numero progressivo di decessi, pur, fin dall’inizio, in grandissima prevalenza limitato alle persone più anziane e “fragili” dal punto di vista clinico.
Ripercorrendo i primi giorni di fine febbraio marzo, ricordiamo subito la pressione mediatica, le immagini provenienti dalla Cina, una situazione mai vista: dapprima gli allarmi da Codogno, dove il primo ricoverato 38enne in terapia intensiva, poi le prime “zone rosse”.
Dopo una settimana, le successive rassicurazioni: i politici di governo, di sinistra e di destra facevano a gara a “ribanalizzare”il problema, il ministro Speranza a dire che tutto era sotto controllo, altri a dire che “Milano non si ferma”altri (Gori sindaco) a fare aperitivi spettacolo a Bergamo. Per arrivare all’8 marzo 2020 quando è veramente iniziata una nuova era, dove iniziavano situazioni mai viste prima, neanche nelle pestilenze manzoniane. In questa mia cronaca – riflessione non voglio però essere più pedante del normale: molti lo hanno già fatto: vorrei fermarmi qui e rimandare ad una prossima “puntata”.
Troppi sono gli spunti di riflessione, per chi avrà la pazienza di seguirmi. (*)
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(*) Franco Rotundi . Nato ad Alessandria il 16 luglio 1958 .B.V. del Carmine, 100 anni esatti dalla ultima Apparizione della Madonna a Lourdes. Laureato in Medicina e Chirurgia nel 1984 a Genova. Specialista in Chirurgia Generale e Chirurgia Pediatrica. Ha fatto una lunga gavetta: Guardie Mediche, Visite Fiscali, Medico Carceri. Di ruolo Ospedaliero dal 1988 prima in Chirurgia Generale, poi, fino ad oggi in Chirurgia Pediatrica. Sportivo appassionato, anche se non con grandi risultati: calcio fino ai 32 anni, poi tennis, nuoto, podismo, sci, ciclismo fino ad oggi, sempre più ….piano. Tifoso viscerale della Juventus, fin da bambino. Scadente, ma appassionato ballerino di Tango Da sempre impegnato nel Volontariato.
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