Dal caso Messina – Denaro ad una analisi seria del fenomeno mafioso

Il sottoscritto non si intende di mafia ed ha seguito parzialmente le polemiche sul caso eclatante della latitanza decennale del boss siciliano Matteo Messina Denaro, terminata pochi giorni or sono con una azione spettacolare delle forze dell’ordine culminata con l’arresto in ospedale del criminale ormai vecchio e seriamente malato. Sulle nostre testate giornalistiche più prestigiose non si è aperto un vero dibattito su cosa significa l’arresto di Messina – Denaro per il fenomeno mafioso oggi, ma semmai si sono susseguiti una serie di articoli e di interviste che hanno posto l’accento sugli aspetti di colore, di contorno, sui particolari umani e macchiettistici che possono impressionare il lettore ma che danno un quadro forse distorto di ciò che è la criminalità organizzata oggi. Volendo approfondire questo tema sul variegato mondo della rete, mi sono imbattuto nel sito nazionale della Associazione Libera contro le mafie. Sul loro canale, sulla piattaforma You Tube, ho trovato varie conferenze tenute in vari ambiti da professori competenti in materia. In particolar modo ho potuto constatare la bravura e la serietà delle relazioni, tenute in vari appuntamenti seminariali della rete Libera, dei Professori Marco Antonelli e Rocco Sciarrone. Libera, negli ultimi anni ha insistito nella lotta contro la corruzione, e le lezioni del Prof. Antonelli spiegano il motivo di tale inclinazione. Ogni fenomeno corruttivo, caratterizzato da una profonda cultura della illegalità, crea un terreno favorevole al proliferare di organizzazioni criminali di stampo mafioso. Nelle sue lezioni il professore proietta alcuni spezzoni di film, e in particolar modo mi ha impressionato le citazioni tratte da ‘Le mani sulla città’ del regista Rosi. Antonelli sottolinea come nella trama del film si snodi il filo sottile del tessuto corruttivo. Prima si forma un interesse speculativo e profittevole fra un cartello di imprenditori che vogliono far prevalere il loro interesse al di sopra di quello collettivo. Dopo, intorno a questo interesse particolare, che sopravanza quello collettivo, si costruisce, in modo adeguato e in tempi congrui, un consenso politico fra le classi dirigenti, coinvolgendo giornalisti, politici, amministratori, ecclesiastici e associazioni e dirigenti statali. Infine si diffonde fra le masse un diffuso discorso propagandistico teso a dimostrare che il vero interesse collettivo corrisponde all’opera, pur essendo, al contrario, gli intendimenti reali degli autori dell’intrapresa un mero guadagno speculativo. Tutta questa operazione, che è esplicita, nasconde sotto spesse tende l’atto corruttivo che il più delle volte è necessario per piegare le istanze burocratiche a dare l’avvio a lavori che nuocciono così tanto alla ragione comune. Se l’atto corruttivo deriva dalla degenerazione di interessi privati che vogliono spacciarsi per valore generale a difesa del bene comune, la criminalità organizzata si inserisce nel contesto sopra descritto al fine di riciclare denaro che proviene da traffici illeciti e per inserirsi in un circuito che possa aumentarne l’influenza politica, il potere gestito e ovviamente il profitto finale. Nelle lezioni esposte sul canale di Libera, il professore Rocco Sciarrone, pur precisando che non esiste una univoca definizione in sociologia di organizzazione criminale mafiosa, descrive la organizzazione delinquenziale caratterizzata da questi elementi ricorrenti; abilità nell’esercizio della violenza e della intimidazione, grandi capacità relazionali, al fine di raggiungere scopi sociali che si determinano non solo nell’aumento della ricchezza personale e associativa, ma nella conquista di porzioni di potere politico e sociale. La Mafia si caratterizza per la sua capacità di inserirsi nel gioco del sistema corruttivo, dentro la rete di tale sistema, non sempre giocando un ruolo centrale in detto sistema, ma comunque infiltrandosi, anche in posizione subalterna, per ricavarne vantaggi rilevanti per l’organizzazione. Sciarrone analizza inoltre, la capacità di penetrazione dell’organizzazione mafiosa in territori estranei rispetto al suo impianto originario., e precisa un punto che al sottoscritto pare fondamentale; la Mafia non colpisce un corpo sociale sano facendolo ammalare, ma semmai attecchisce e prospera su di un terreno che, data la presenza di una corruzione endemica secondo ciò che ho scritto sopra, è pronto a ricevere l’apporto di una organizzazione criminale. Il fenomeno della Ndrangheta così diffuso nel Nord Italia e in particolare nella nostra regione piemontese, non è dato da un virus che improvvisamente infetta un corpo sano, ma semmai è un corpo già malato, debilitato dalla attività corruttiva, regnante un clima culturale di diffusa illegalità nelle classi dirigenti, che consente l’insediamento del parassita della organizzazione mafiosa. In definitiva, se non si intaccano i fenomeni di corruzione, se non si battono gli interessi politici e economici che sono tesi ad alterare le strutture legali e la normale vita democratica, non si potrà sconfiggere realmente il fenomeno dell’organizzazione criminale che così tanto preoccupa l’opinione pubblica e le istituzioni.

Sciarrone spiega con chiarezza, nelle sue conferenze, come non basti debellare la Mafia con arresti e condanne, se poi la rete corruttiva si ricostruisce rammendando gli strappi e gli spazi lasciati vuoti dal crimine organizzato. Dunque, il fenomeno mafioso è collegato strettamente alla corruzione delle classi dirigenti, e la corruzione non può che essere affrontata come problema di funzionamento della democrazia, come questione democratica. La Mafia e la corruzione sono un problema democratico, sollevano, se seriamente affrontate le questioni, il problema dei rapporti fra le classi e della trasparenza del potere. Diversamente, temo restino vuote le prediche della domenica, più o meno laiche, svolte nelle ricorrenze, pur doverose, degli eccidi di magistrati e sindacalisti, che lasciano però inalterate alcune questioni strutturali di fondo. Non resta che ringraziare Libera di Don Ciotti per lo sforzo di analisi e di approfondimento di cui dovremo giovarci di più tutti.

Alessandria 05-02-2023

Filippo Orlando.

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