Per una Europa di Pace (sul serio)

Molte sigle e molti padri e madri alla manifestazione del 15 marzo scorso a Roma. Molte anche le idee di pace ed i rispettivi percorsi per ottenerne una “seria”. Michele Serra parla della “bellezza della diversità del movimento”…. Bene. Allora gli facciamo presente quanto ci ha inviato Flavio Lotti della “Fondazione Perugia-Assisi”… Determinato nella scelta di partecipare (non è stato facile “scegliere”), determinatissimo nel volere portare simboli e parole di pace vera. Questo il suo breve resoconto con foto. (n.d.r.)

“Contro la guerra e la corsa al riarmo, sabato 15 marzo abbiamo portato a Roma, nella piazza per l’Europa, la bandiera di Aldo Capitini, la bandiera della PerugiAssisi, la bandiera della pace e del disarmo, la bandiera della nonviolenza.”

“Ed è stata un’altra occasione per dire “Disarm Europe!” L’Europa che vogliamo è un’Europa di pace, un’Europa che deve ricominciare a lavorare per la pace, che deve fare ogni sforzo per fermare le guerre. Non per alimentarle. Senza usare due pesi e due misure. In Ucraina come a Gaza.”

“Per ore e ore hanno tentato in tutti i modi di farci chiudere la bandiera della PerugiAssisi ma non sono riusciti ad impedirci di dire che “La bandiera dell’Europa e la bandiera della pace camminano insieme”. 

“Ci hanno escluso dal palco ma non ci potranno impedire di continuare ad impegnarci per la pace, contro il mostro della guerra e i piani di chi ci sta trascinando nel suo vortice, rendendoci ogni giorno più poveri e vulnerabili. La lotta per la pace è la lotta per il futuro.”

Facciamoci costruttori di pace

Sono la prima sindaca donna della città che ha dato i natali ad Aldo Capitini. E per me è un’emozione enorme vedere oggi in questa piazza le bandiere che Aldo portò alla prima marcia della pace.

 

Oggi siamo qui per immaginare un’Europa diversa. Perché un’Europa che dimentica le proprie origini è un’Europa che non sa guardare al futuro. Perché anche una fortezza, anche la più armata, se è priva dei valori che rendono uniti, può essere espugnata.

Abbiamo bisogno di riscoprire il valore della pace, di non arrendersi all’idea che la guerra debba rappresentare sempre e necessariamente il presupposto di ogni ragionamento politico.

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