“E’ giunto il tempo della responsabilità, del coraggio, della determinazione”

Alla recente Convention  (1) di Confindustria il presidente Emanuele Orsini  (in carico a pieno regime fino al 2028) ha usato esattamente la frase del titolo (“Adesso è giunto il tempo della responsabilità, del coraggio, della determinazione”) per arrivare ad una serie di semplificazioni e di vie preferenziali per rilanciare una “industria italiana più grande”. Andatevi a rivedere le ultime parole della velina ANSA, riportate qui sotto, (2) e vedrete che siamo ancora molto indietro anche nella concezione di Europa, di quel che vogliamo e intendiamo, davvero, intendere come Unione Europea. Il discorso del dott. Orsini è “chiuso”, resta negli orizzonti nazionali di un “Made in Italy” nazional-popolare, già stantio ai tempi di Corrado, Pippo Baudo e della prima Carrà. Una visione miope, tutta in difesa della corporazione industriale a cui tutti, politicim, istituzioni, sindacati, categorie varie, associazioni, devono uniformarsi.

La presenza delle massime rappresentanze europee e nazionali (Metsola e Meloni) con continui riferimenti a “questo lo avete detto anche voi”, “di quest’altro abbiamo già discusso e siamo d’accordo” e via di seguito, va a confermare la richiesta di forte centralità dell’industria italiana (e della sua rappresentanza confindustriale) in un prossimo confronto epocale che vedrà una inedita competizione “tutti contro tutti” all’insegna di sotterfugi, furbizie, operazioni di intelligence, solite manfrine fatte passare per “competitività” , con l’unico – dichiarato – obiettivo di mantenere lo “statu quo ante” .

Il riferimento del dott. Orsini a non meglio identificati “attori” che hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e, di conseguenza, cit.: “l’intero sistema di welfare e di coesione sociale: cuore del modello europeo dal secondo dopoguerra”. A cui segue una affermazione curiosa su cui vale la pena soffermarsi…”Bisogna intervenire subito per cambiare questa rotta. Se questo non accade, avremo dato ragione a chi non vuole un’Europa né più unita, né più forte. A volerla, unita e forte, siamo noi.”

Con chi ce l’ha Orsini? Con chi ha fatto affari con la Russia, prima con Eltsin e Medvedev e poi con Putin? Con non meglio identificabili “Verdi”, origine di ogni disgrazia, che hanno condizionato, secondo Orsini, per troppi anni i sacri lavori del Parlamento Europeo? Con tanto di “Green Deal” con sacrileghe definizioni di anni precisi in cui smettere di usare auto a benzina e diesel, oppure di produrre energia da fonti fossili, specie dal gas russo (non da quello americano anche se più inquinante e costoso). Quindi dovrebbe rivedersi un po’ di storia d’Europa contemporanea e capire cosa hanno fatto e quali scelte sono state operate dai vari Schroeder, Merkel, Sarkozy, , Prodi, Draghi ecc.  Perché i risultati, deludenti, di oggi sono i figli ultralegittimi delle scelte di ieri e non riconoscerlo porterà a disastri peggiori. Come quello che sta cominciando a ipotizzare la Germania del centrista CDU Merz, con riconversione decisa verso il comparto militare di tutta una serie di produzioni e servizi.

E’ quella l’Europa che ha in mente il dott. Orsini? La “nostra” è un’altra. E bisognerebbe sbrigarsi a intraprendere la strada giusta perché siamo in ritardo almeno di dieci anni rispetto ad un tabellino sensato. Ormai l’Europa, questa Europa, quella dei 27 Stati, a cui unire l’Ucraina, la Serbia, l’Albani o chi volete voi…sta per essere superata dai tempi velocissimi della modernità globale. L’Europa, a meno di grandi statisti che riescano a rimettere le cose a posto, non esiste più. Esistono le multinazionali, sempre più fortyi e tentacolari, esistono gli Stati-Paradisi fiscali dove si parcheggia comodamente una azienda e la si fa fruttare in barba al vicino europeo di turno o, meglio ancora, deridendo il vicino ancora più prossimo, quello della regione a fianco “ancora addormentato in sogni di gloria a base di maccheroni, sagre, arrosticini e calcio più o meno giocato” . Quindi…caro dott. Orsini, care presidenti Metsola e Meloni, ritornate sulla terra e cercate di capire come stanno veramente le cose. Come si allarga di fatto la forbice fra ceti ricchi (sempre meno numerosi e sempre più danarosi) e “gli altri”, come si faccia fatica a vivere decentemente in Europa, non solo nei centri storici italiani sempre più cari ma ormai un po’ dovunque, con meno servizi, meno garanzie e meno libertà. Ma il discorso è lungo e intendiamo riprenderlo un pezzettino per volta.

Per il momento “grazie” dott. Orsini , ci ha fatto capire molto del vostro modo di ragionare. Sapremo come, democraticamente, porvi freno.

… (Ansa. 26 maggio 2025 . h 20.01)

Orsini: serve un Piano industriale straordinario per l’Italia e l’Ue per rilanciare gli investimenti

Confindustria propone un Piano industriale straordinario per rilanciare l’economia europea e nazionale». Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, nella relazione all’assemblea nazionale 2025

Perché serve un piano per lo sviluppo industriale

Di fronte «all’amara verità» che «oggi sia l’Europa che il nostro Paese affrontano un rischio concreto di deindustrializzazione, aggravato dalla guerra dei dazi, ma alimentato da un pregiudizio anti-industriale», «Confindustria propone un Piano industriale straordinario per rilanciare l’economia europea e nazionale». Così Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, nella relazione all’assemblea nazionale 2025.

Orsini: un piano industriale europeo basato sugli investimenti

Per quanto riguarda la dimensione europea, il piano «deve essere basato su due leve: la prima sono gli investimenti per sostenere la capacità innovativa dell’industria, da realizzare con il contributo delle risorse pubbliche e private. Per attivarli serve un “New Generation EU per l’industria” e un mercato dei capitali realmente unico e integrato; la seconda sono le regole per rimettere al centro la competitività, l’abbattimento degli oneri burocratici e l’unione tra le tre dimensioni della sostenibilità (economica, sociale e ambientale)», ha spiegato Orsini.

In Italia serve cambio di marcia su competitività

Sul fronte nazionale, Orsini ha invitato a «un cambio di marcia» sui temi della competitività dell’industria che è «frenata da troppi ostacoli». «Troppo spesso in Italia vengono scambiati i successi delle imprese come effetto di grandi strategie di sviluppo che, invece, non ci sono state. Il nostro Paese e le nostre realtà imprenditoriali hanno tutte le carte in regola per farcela. Ma bisogna cambiare prospettiva. Anzi, ribaltarla», ha continuato Orsini, sottolineando che «bisogna lavorare tutti insieme – industria e servizi, istituzioni e partiti, di maggioranza e di opposizione, forze sociali e sindacati – ad un vero Piano industriale straordinario per l’Italia».

Scelte Ue degli ultimi anni presentano conto salato, cambiare rotta

Secondo Orsini «alle politiche europee serve un radicale mutamento di impostazione: le scelte degli ultimi anni stanno presentando un conto pesantissimo. Hanno indebolito la nostra competitività industriale, hanno messo a rischio centinaia di migliaia di posti di lavoro e, di conseguenza, l’intero sistema di welfare e di coesione sociale: cuore del modello europeo dal secondo dopoguerra. Bisogna intervenire subito per cambiare questa rotta». Se questo non accade, «avremo dato ragione a chi non vuole un’Europa né più unita, né più forte. A volerla, unita e forte, siamo noi. E tutti quelli che con noi si battono per correggere gli errori compiuti», ha aggiunto il numero uno degli industriali. Rivolgendosi alla alla presidente del Parlamento europeo, Roberta Metsola, presente in sala, Orsini ha chiesto «aiuto a ribadire con forza» questi punti, visto che Metsola «condivide la maggior parte delle cose che sto per dire».

Potenziare Industria 5.0, puntare su contratti sviluppo

 «Puntiamo su Industria 4.0, 6.0, chiamiamola come vogliamo – purché sia potenziata; questa misura per noi è indispensabile. E puntiamo sui contratti di sviluppo, strumenti in cui le imprese hanno già maturato esperienza e ottenuto risultati concreti», ha chiesto il presidente di Confindustria dall’assemblea annuale degli industriali. «Però – ha aggiunto -, anche qui, servono procedure più semplici, regole certe e tempi più rapidi. In un momento complicato come questo abbiamo bisogno di convincere i nostri imprenditori ad investire».

Costo energia è un vero dramma, agire con urgenza

Quanto ai costi dell’energia che gravano sul sistema industriale, Orsini ha parlato di «situazione insostenibile». E ha detto che «occorre agire con urgenza». Poi ha spiegato che «la componente più urgente è quella dei sovraccosti energetici; È un vero dramma che si compie ogni giorno: per le famiglie, per le imprese e per l’Italia intera». Alla presenza della premier Giorgia Meloni, Orsini ne ha ricordato le parole (”Bisogna abbattere il sovraccosto energetico che pesa come un macigno sulla competitività delle imprese italiane. lancio un appello alle opposizioni, lavoriamo insieme per il disaccoppiamento in bolletta tra prezzo del gas e prezzo delle rinnovabili”) e le ha commentate così: «È esattamente quello che chiediamo e ho chiesto da quando sono presidente di Confindustria». Bisogna anche «accelerare il ritorno al nucleare».

Confindustria a politica e sindacati: serve un patto nuovo

«Per un mondo nuovo servono strumenti nuovi e un patto nuovo tra tutti noi. Tra forze politiche e sociali». Il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, si è rivolto così a Governo, politica e sindacati, dall’assemblea annuale degli industriali, sottolineando: «Abbiamo dimostrato di avere la capacità di superare momenti difficili affrontandoli tutti insieme. Guardando all’interesse comune». E ha aggiunto: «Adesso è giunto il tempo della responsabilità, del coraggio, della determinazione. Per un’Europa più forte. E per un’Italia ancora più grande»

.1. – “Convention”: si è trattato dell’Assemblea nazionale ma, per chi c’è stato e per come è stato presentato dai “media” si è trattato di una vera “Convention” dove ci si ritrova tutti, si riannodano fili e si riprendono “contatti giusti con chi sa le cose e si muove nel modo giusto” (l’ultima è di un Silvio Berlusconi dell’annata d’oro 1995)

.2. – https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2025/05/27/assemblea-di-confindustria-orsini-serve-un-vero-piano-straordinario-per-litalia.-meloni_ccad7f70-60ec-4b6e-8dc1-257121e5f498.html

L’immagine di lancio è di Alphonse Mucha, di cui raccomandiamo la visita del Museo praghese a lui dedicato.

 

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